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“LEGGE E ORDINE”
La notizia era ( e rimane ) allarmante:
una, due, cento famiglie, e si stà ancora procedendo, stanno vivendo, in Sicilia, uno stato d’angoscia. La Procura Militare della Repubblica presso il Tribunale Militare di Palermo ha iniziato e stà inviando “invito per la presentazione di persona sottoposta ad indagini” per il reato di “DISOBBEDIENZA AGGRAVATA” (Art. 47 n. 2 e 173 CPMP), perché “ometteva di obbedire all’ordine attinente al servizio ed alla disciplina di lasciare libero”....omissis invitando a presentarsi in qualità di persona sottoposta alle indagini per i predetti reati…con l’assistenza di un avvocato….e così via.

Fin qui la notizia.

In definitiva gli utenti che alla scadenza del titolo (fine degli otto anni per gli AST) avevano ricevuto negli anni passati, in quantitativi industriali, la comunicazione di scadenza del periodo di durata, specialmente a partire dal 2005, in coincidenza con la nota circolare Bosi, diramata all’indomani del varo della Legge 326 (lo sciagurato tentativo poi fallito di cartolarizzare parte del patrimonio e di sfrattare contemporaneamente migliaia di utenti), sono stati trascinati in procedimenti aventi, a parere della Procura Militare di Palermo, rilevanza penale.

LEGGE

Per quanto riguarda l’azione penale CASADIRITTO è fiducioso e spera che al termine dei necessari accertamenti che la Procura ha ritenuto di porre in essere, tutto sarà chiarito ed è per questo che è stata espressa tutta la fiducia circa la conclusione a cui riterranno di arrivare i giudici militari. Siamo stati i primi, in ogni caso, ad esprimere tutta la nostra solidarietà alle famiglie degli utenti interessati.

ORDINE

Altro discorso riguarda il Comando Militare Autonomo della Sicilia. Conosciamo, crediamo, il Regolamento recante norme per gli alloggi di servizio delle Forze Armate (Decreto n. 88 del 23 gennaio 2004). Al Comando CASADIRITTO, con tutto il rispetto che si deve, pone dei quesiti con una premessa:

CASADIRITTO ha partecipato a suo tempo, in maniera fattiva alla proposizione di quello che sarebbe diventato un caposaldo fondamentale del pacchetto legislativo che si riassume nei testi di Legge 537 e 724 per quella parte che riguarda la situazione degli utenti nel momento della perdita del titolo concessorio. Ed è per questo che ci permettiamo queste osservazioni:

1^ osservazione:

L’allora Comandante del Comando Autonomo della Sicilia (siamo nel 2004), nell’inviare agli utenti la prevista lettera per il rilascio dell’alloggio, perché non si è attenuto alla modulistica indicata nel Regolamento per i casi previsti dall’art. 18? Infatti è stata omessa la parola: “Avviso”. Nel corpo della lettera è stata introdotta la frase: “Le revoco” assolutamente non contemplata nel modello a riferimento (Mod I). Se poi si vuole sostenere che all’epoca l’ultimo Regolamento non era in vigore, ebbene anche nel precedente DM n. 253 del 16 gennaio 1997 (allegato N) il discorso non cambia.

2^ osservazione:

Lo stesso Comando Autonomo della Sicilia, nell’inviare (maggio 2007) la solita lettera ad un utente, ricorre ancora nello stesso “inconveniente” (?), cioè non evidenzia la parola “avviso” e ricorre all’introduzione, non prevista dal Regolamento, della frase: “Le revoco” . Con una clamorosa dimenticanza. Non informa l’utente, che peraltro si vede indicare un termine perentorio di scadenza per lasciare l’alloggio, come si suol dire “da persone e cose”. Ma non gli viene comunicato che è in atto un blocco degli sfratti (o come lo volete chiamare) deliberato dal Parlamento, fatto proprio dal Sottosegretario per la Difesa Ing. Emidio CASULA, impartito dal Signor Ministro della Difesa agli Stati Maggiori e da questi, l’ordine diramato ai Comandi anche quelli Autonomi.

Chi, se non il Comando che scrive all’utente, come in questo caso D E V E comunicare che esiste un blocco degli sfratti? E, se per ipotesi, la dimenticanza potrebbe essere opera di collaboratori, ciò deve indurre tutti ad aumentare la sorveglianza, poiché come i fatti dimostrano, non c’è posto per pressappochismo ed approssimazioni. Questo è un obbligo. Lo esige anche il buonsenso, il rispetto degli utenti e le loro famiglie e anche CASADIRITTO che: del blocco degli sfratti ne ha fatto una precondizione nella prospettiva del rinnovo del patrimonio abitativo. E poi, Perché sono stati redatti due testi, quanto meno “non conformi” a quanto previsto e indicato in calce ai Regolamenti presi in esame? Non per sminuire il lavoro enorme e faticoso, ma nel caso di specie c’era e c’è solo da riempire i puntini di sospensione indicati nel modello da impiegare.

Il Regolamento “deve” essere di tutti. Dei Comandi e degli utenti. Lo scrupoloso rispetto delle regole è la base iniziale e la precondizione di ogni reciproco rispetto e convivenza, specialmente nel nostro ambiente che vede, nelle Leggi e Regolamenti le motivazioni della propria fatica quotidiana CASADIRITTO, che nel rispetto delle Leggi e normative e per la loro innovazione in positivo, vede la propria ragione di esistere, è particolarmente sensibile al tema.

Le “macedonie” di comportamenti che si stanno verificando con troppa frequenza , ci preoccupano, Si rischia di avvelenare i pozzi, creando inutili contrapposizioni artificiose. Abbiamo buoni motivi per immaginare che un corretto uso degli strumenti previsti (in questo caso le comunicazioni a norma dell’art. 18 del Regolamento) avrebbe aiutato la Procura di Palermo ad una visione altra dell’insieme dei procedimenti in esame, Sono in ballo le angosce e le preoccupazioni di centinaia di persone. E poi. Perché non comunicare l’esistenza di un blocco di sfratti, vigente dal novembre 2006, che a parte tutto è un grande risultato ottenuto da CASADIRITTO, nella ragionevole prospettiva di una rapida approvazione del DDL 599 ? (vendita diretta degli alloggi Difesa-utenti e rinnovo del patrimonio abitativo) attualmente in discussione al Senato.

Ringraziamo tutti gli utenti Siciliani che in questi giorni telefonano e scrivono a CASADIRITTO, In particolare alle mogli di quei Sottufficiali e Ufficiali che liberamente si confidano e trovano a chi esternare le loro preoccupazioni. Sono schiacciate, le famiglie, tra la paura di uscire dalla loro casa ed il terrore di una qualche conclusione negativa della faccenda.

La “disobbedienza aggravata”, no.

Proprio non se l’aspettavano!!!!
Agli utenti Siciliani, che risultano essere oggetto, unici in tutta Italia di questa iniziativa, vada tutta la nostra solidarietà e vicinanza. CASADIRITTO, il Coordinatore e tutte le famiglie degli utenti degli alloggi della Difesa attendono con aspettativa di interesse le risposte che sicuramente i Comandanti in indirizzo vorranno e sapranno dare- Saper riconoscere errori umani in buona fede o manchevolezze di collaboratori fino ad allora affidabili, sarebbe un buon segnale.
Sergio Boncioli
18 giugno 2007

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