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NUOVE VICINANZE TRA CHI INVENTA VEDOVE D’ANNATA E… SMEMORANDA


Presso la Commissione Difesa del Senato è in corso il vaglio di quanto è emerso dalle audizioni: il nostro auspicio è quello che con le proposte presentate dall’Organo di Rappresentanza del COCER e dal Comitato CASADIRITTO il DDL 599 venga arricchito ulteriormente senza stravolgimenti sempre possibili dietro l’angolo.

Non ci aiutano , in questo momento, certi atteggiamenti anomali assunti qua e là da vari Comandi: inutili ma moralmente devastanti punture di spillo. Presso un Comando Autonomo della Sardegna, si tenta di prendere di mira una famiglia di un Maresciallo recentemente deceduto, avente alloggio AST ed al di sotto dei limiti di reddito, mettendo nel panico la vedova ed i tre figli.

A Roma, ove a seguito del blocco degli sfratti, un Comando si domanda e domanda ripetutamene come in un dilemma shakesperiano, se il provvedimento riguarda quelli prima o dopo, quelli di sopra o quelli di sotto. Un comando di Regione Aerea rende noto agli utenti dell’esistenza del blocco degli sfratti ad aprile; non brilla certo di celerità considerando che la Risoluzione del Parlamento è di ottobre 2006 e l’ordine del Ministro ai Capi di S.M. è dei primi di Novembre 2006. Evidentemente avevano cose importanti da fare.

Ma dopo la carota il bastone. All’esterrefatto utente, quasi per smorzare un presunto entusiasmo, viene ribadito che sul suo capo pende come una mannaia una vecchia lettera del 1996. Diamo un’occhiata alla minaccia dell’obbligo del rilascio dell’immobile che risulta, naturalmente senza fondamento. Ma la chiave di lettura la fornisce il giornale Metro quando riporta, con quale spirito alcuni Comandi hanno “digerito” il blocco degli sfratti determinato dal Parlamento, e più precisamente dalla Commissione Difesa della Camera dei Deputati: cioè, non l’hanno proprio metabolizzato.

Gli atteggiamenti appaiono talvolta ottusi, in ogni caso ostruzionistici denotano interlocutori assolutamente impreparati. Così come in maniera opaca, indifferente e acritica avevano accettato il tentativo di esproprio del “loro” e del “nostro” patrimonio, ora inspiegabilmente, invece di essere almeno entusiasti che questo patrimonio alloggiativo venga venduto in maniera opposta e con criteri più umani, come dimostrano le clausole di salvaguardia rispetto alla vecchia cartolarizzazione dando inoltre possibilità ad altro personale militare di acquistare una casa, riversano tutte le loro potenzialità bellicose in inutili accanimenti, per lo più senza fondamento, cercando le vittime di turno (che può essere di volta in volta indifferentemente un Ammiraglio, una vedova, un Maresciallo), per poi ripiegare in ingloriose ritirate, naturalmente dopo avere avvelenato l’esistenza dell’incolpevole vittima di turno. Anche se parliamo in maniera impersonale è chiaro che CASADIRITTO è abbondantemente documentata in merito agli episodi riferiti.

VEDOVE D’ANNATA

Cerchiamo di domandarci il perché di questi atteggiamenti. La tesi più credibile è che in questi anni a forza di parlare continuamente di “sine titulo” associandoli per pigrizia mentale alla parola “abusivi”abbia perso forza presso i Comandi l’idea che la colpa della mala gestione degli alloggi fosse opera degli utenti. Questa tesi “furbetta” da una parte vorrebbe assolvere i responsabili diretti dello sfascio (assegnazioni taraccotate, episodi di corruzione e quant’altro. Episodi finiti sui giornali e sui quali la Magistratura Militare, leggiamo sui giornali, ha in corso inchieste): Dall’altro permette di non dare risposte sacrosante a chi l’alloggio lo vorrebbe. Quindi scaricare la colpa sui sen za titolo, poi diventava per i veri responsabili una specie di autoassoluzione ed un alibi.

A questa operazione “furbesca” senza dubbio si può sicuramente aggiungere una abbondante dose di “ignoranza” intesa come non conoscenza. Sbalorditivi sono gli argomenti ed i testi di chi disinvoltamente sottoscrive lettere rivolte agli utenti, e che ricopre incarichi di Comando. Si sono inventati perfino le “vedove d’annata”. Non crediamo che le istituzioni corrano alcun pericolo per questi strafalcioni, certo è che non le aiutano.

Per non contare poi, l’assoluta mancanza di risposte, allorquando tre o quattro anni fa, a proposito di chi ci accusava di occupazione abusiva, CASADIRITTO, dalle colonne de IL NUOVO GIORNALE DEI MILITARI coniò la parola “TESORETTO” poi ora inflazionata su tutti i giornali e televisioni: CASADIRITTO informò allora gli utenti con un “J’accuse”: CHI GESTISCE IL TESORETTO? riferendosi evidentemente alla mancanza di notizie circa la destinazione dei fondi che dal 1994 vengono prelevati dai canoni di quella concrega costituita dagli “abusivi”. Ancora oggi attendiamo un riconoscimento ufficiale per noi e un’autocritica per i responsabili sulla mala gestione o meglio sulla mancata e colpevole non gestione di un fondo completamente a carico, con un atto di solidarietà a suo tempo preteso e accettato, verso altri colleghi militari.

IMMEMORI

Ad altra categoria vogliamo annoverare qualche utente che senza avere in ordine carte e fatti, ha perso del tutto la cognizione di chiedersi chi lo ha difeso in questi anni e del perché mai si trovi ancora dentro una casa. A loro, che sono pochissimi una cosa preme: fare ricorsi di ogni genere, poi, prima o poi qualcosa succederà. Liberi di farlo. CASADIRITO che è un Comitato vero, vuole loro ricordare che solo con l’organizzazione, idee e proposte, abbiamo potuto parlare su tavoli che hanno impegnato la Difesa e le famiglie degli utenti, non in maniera contrapposta, e si è potuto far capire le nostre ragioni, e anche loro sono potuti rimanere dentro le loro case, con quelle “nostre leggi”. CASADIRITTO e migliaia di famiglie non vogliono atti di ringraziamento, ma almeno smettetela con gli insulti. Non pretendiamo da voi proposte illuminanti, ma, almeno un comportamento civile. Migliaia di utenti, sia in servizio che in quiescenza (anche persone anziane, non è una vergogna) con il loro impegno, determinazione e talvolta rischio, hanno permesso che quelle idee nel 1993 e 1994 divenissero leggi che hanno permesso anche gli attuali immemori di rimanere, si sentono offesi. CASADIRITTO e gli utenti che in essi si riconoscono chiede loro, solamente in nome della “pietas” umana di chiedere scusa, magari abbassando il capo ed arrossendo leggermente, come si conviene.

DDL 559: siamo forse alla vigilia di svolta “epocale”.
Ottuse ed errate interpretazioni della burocrazia ed irriconoscenti immemori riusciranno a far fallire un progetto difficile ed ambizioso che, rinnovando il patrimonio abitativo soddisfi contemporaneamente l’acquisto di una casa, salvaguardi le famiglie deboli, crei nuove opportunità per nuove assegnazioni attraverso l’impiego di nuove risorse? C’è chi avversa tutto questo per egoismo o per altri motivi che non riusciamo ad immaginare.

DICIAMOLO FORTE E CHIARO.

Sergio Boncioli
6 maggio 2007

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