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“OCCUPANTI” E “OCCUPAZIONE”: CI TRASMETTONO UN MESSAGGIO DI ARROGANZA.
Casadiritto propone all'On. Crosetto:
Quoziente familiare nell'ambito della sostenibilità

La forma è sostanza e le parole hanno il loro peso. In questo caso la trave che ci hanno fatto cadere in testa non è solo lessicale, ma anche giuridica. Il “pensiero profondo” espresso nella famosa pag. 13 redatto da “quelli del 9” è ben rappresentato dall’art.6. 21 quater della Finanziaria, che ne sancisce il raggiungimento dell’obiettivo finale. Anche se la parola “utenti” e “conduttori” compare a piene mani, sia nella legge 244 art.2, sia nel Regolamento attuativo del Ministro della Difesa del 18 maggio e pubblicato il 20 luglio sulla G.U. sembra stridere fortemente, ma è un eufemismo, con quanto improvvisamente comparso nell’emendamento Germontani/Azzolini (successivamente dalla prima Senatrice onestamente e con encomio ripudiato) del giugno u.s. poi inserito con democratico voto di fiducia nella legge del 30 luglio., che definisce quelle stesse persone o meglio cittadini italiani, ne utenti, ne conduttori, ma con l’epiteto di “occupanti”.

Questo desterà non la curiosità di qualche linguista dell’Accademia della Crusca, ma speriamo (e non solo) anche di qualche giurista o magari di qualche Magistrato, che curiosando tra le numerose carte, troverà la giusta soluzione.
Quel titolo onorifico “affibiatoci” pensiamo che è stato causato non dalla voglia matta di vincere, ma di stravincere da parte di chi ha consegnato “il bigliettino”nelle mani giuste ed al momento giusto, ove l’autorità della politica sembra aver completamente abdicato alla “manu militari”. Riduttivo sarebbe pertanto l’atteggiamento di limitare il ragionamento di alcuni utenti che, dicono, sarebbero in grado di sostenere i canoni, qualunque essi siano, dall’alto della loro capacità di farvi fronte. Oltre che provocatorio nei confronti delle famiglie normali, sarebbe stolto, perché quella norma è a prescindere : te ne devi andare via, anche se paghi. Con una piccola differenza : che chi crede ininfluente un aumento insostenibile, potrà andare dove vuole, gli altri non hanno quella possibilità. Quindi diciamo loro, non fate danni, con i vostri sproloqui.

Non dividiamoci con inutili ed inesistenti comitatini di “rocca cannuccia”, magari davanti ad un cronista che intervista. Vi spengerete come fuochi di paglia e non resterà nulla. Quindi quella norma approvata la consideriamo perversa,poiché prima di tutto toglie i diritti. Hanno rotto il quadro legislativo preesistente (Leggi 537 e 724), per “agevolare” con i canoni di mercato, l’uscita in modo soft, senza sceneggiate di disperazione, quasi all’inglese, da veri usurai esattori. Lo sfratto ci sarà poi, con calma, per i più ostinati e riottosi (economicamente molto capienti) secondo le precise e uniformi (sic) disposizioni
della “Cellula di coordinamento interforze” evidentemente dalle prime mosse una cellula anomala. Non uniforme, con alta capacità degenerativa.

Per ora CASADIRITTO chiede che il danno venga limitato, per poterne uscire vivi.
Ma in che modo?
Molti avranno notato che l’avverbio adoperato a pag 13 del famoso documento in riferimento ai canoni futuri è “insostenibile”. Ebbene, in tutti gli atti presentati al Parlamento attraverso “Mozioni” firmate da Gruppi Parlamentari e quasi da cento Deputati e Senatori, ricorre la parola “sostenibile” sinonimo e contrario, riferito ai canoni.

agli sfratti
Il nostro obiettivo è:
- l’esenzione dal campo di applicazione dai nuovi canoni, delle categorie che già usufruivano del pagamento dell’equo canone e che la Difesa ha sempre definito “categoria protetta “ individuate dal Decreto Annuale Ministro della Difesa ;
- La sostenibilità appunto, dei canoni;
- la contestualità del loro pagamento dal momento della loro esatta quantificazione e notifica;
- la sospensione temporanea dei recuperi forzosi, sino all’effettuazione delle alienazioni.


Alcuni “ liberi pensatori “, ritenendo minimali, tali proposte, nulla, dicono sulla “trave” che tutti ci condizionerà, poveri o ricchi, ovvero sulla perdita di ogni diritto legale. Si soffermano sul perché ” a quelli si e noi no “ dimostrandosi infantili o troppo furbi.

Ecco la proposta:
CASADIRITTO ritiene invece realistico tentare di introdurre, anche se nel già devastato quadro legislativo, una sorta di "QUOZIENTE FAMILIARE", che come le le leggi ora decedute 537 e 724 , prevede una gradualità che tenga conto della capacità economica della singola famiglia, ma in modo vero e non apparente, fissando un tetto costituito dalla SOSTENIBILITA’.
Da qui non si può prescindere, caro Crosetto. Si tratterà di dosare con lungimiranza e realismo, tenendo conto del rispetto della famiglia che tutti diciamo di tutelare, senza sfaceli per nessuno, i relativi coefficienti e tetti massimi invalicabili.

Non è un caso che la sostenibilità e l’uscita dal campo applicativo per taluni, è alla base delle Mozioni PD, UDC, FLI al Parlamento e nell’Atto del Comune di Roma. CASADIRITTO attribuisce poi grande importanza a quanto deliberato dall’Organo Centrale di Rappresentanza, Comparto Difesa, nella delibera, fresca di approvazione, n. 50 del 10 novembre 2010 (vedi sito ). Li ringraziamo tutti per lo sforzo incredibile fatto, superando diffidenze, nel chiedere la sospensione dell’iter procedurale del Decreto sui canoni e contemporaneamente precisando, a caratteri cubitali , quali ne dovranno essere gli assi portanti (quelli sostenuti dalle famiglie) . Questa presa di posizione del COCER ci ripaga di questi ultimi mesi d silenzio, che avevamo definito “tombale “.

Finalmente nel COCER abbiamo trovato una speranza. Non deludeteci, ce ne sono tanti in servizio.
Chiediamo ai loro componenti di andare avanti. Ed anche a chi in questa occasione ha dissentito, i boatos ci sono arrivati, non ne portiamo rancore e diciamo loro : un confronto aiuterà ad esprimere meglio i nostri punti di vista . Confidiamo sul ruolo del loro Presidente che in molte occasioni non ha mancato, in materia di alloggi, di esercitare il suo ruolo con competenza e senza posizioni preconcette. Al Presidente del COCER ci rivolgiamo per adoperarsi perché sia dato corso alla richiesta di costituire quel “ Gruppo di lavoro “ che certamente sarà un luogo ove emergeranno, in modo pacato e proficuo, tutte quelle proposte che il COCER stesso, sarà, se lo sarà, in grado di mettere in campo, così come ci è sembrato di poter capire.
I tempi ormai stringono. Osserviamo frastornati le vicende politiche che agitano il Governo ed il Parlamento, che non possono non avere di conseguenza ricadute anche sulla nostra vicenda. Comunque vada chiediamo per l’ennesima volta all’on. Crosetto di ascoltarci, anche alla luce della nuova proposta che abbiamo lanciato. E’ un nostro diritto parlargli ed un suo dovere ascoltarci. Ci siamo già incontrati, quindi che cosa lo frena?
Onori presto la sua promessa.

Sergio Boncioli

15 novembre 2010

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