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SFRATTI, IL NUOVO CHE AVANZA?
La Difesa scrive: si ricomincia con la vecchia e tremenda "Via Crucis", via da casa.
Comunque e soprattutto in questi casi, Casadiritto è con loro. Si chiede l'intervento urgente del Sottosegretario On. Crosetto
Come tutti gli anni, avremmo voluto inviare, seppure nella forma stereotipata e compressa che il mezzo tecnico impone, un augurio discreto di serenità per la piccola parentesi di festività cui siamo giunti.
Ed anche per noi di CASADIRITTO, quelli che si consumano giorno per giorno in una situazione fatta di continue apprensioni, di quasi vittorie o meglio di riduzioni del danno o di poche ma indescrivibili soddisfazioni che solo esse restituiscono la necessarie energia per poter continuare la difesa delle ragioni degli utenti.

PICCOLA PREMESSA
Avevano stabilito i vertici Responsabili dell’Amministrazione, che in materia di recupero degli alloggi, qualsiasi iniziativa sarebbe stata sottoposta all’esame ed alla stretta supervisione “dell’Autorità Politica”. Tale formulazione, ci avevano assicurato “fonti” degne di credibilità ed autorevolezza, faceva parte di un protocollo diramato dal Sottosegretario con delega agli immobili.

TASK-FORCE
Successivamente è stata costituita la Cellula Operativa Interforze, con il compito, tra l’altro, di istituire una sorta di “task-force” con il compito di incrociare taluni parametri con il documento dell’ISEE, allo scopo di giungere ad una graduatoria finale, da cui poter attingere, una volta che sarà presa la decisione di procedere agli sfratti, naturalmente sotto il controllo finale “dell’Autorità Politica”. Successivamente è stata approvata dal Parlamento la ormai arcinota Mozione 1-559, con la mediazione decisiva dell’on. Crosetto, ove, in materia di recuperi degli alloggi, veniva a chiare lettere richiamato in premessa, che “non si procederà al recupero degli alloggi nelle aree ove non sussistano impellenti esigenze non ALTRIMENTI RISOLVIBILI.

IL FATTO
Stanno arrivando e sono già arrivate in questi giorni, provenienti da Comandi aventi sede in particolare a Roma, numerose lettere riguardanti utenti i cui componenti, per loro vicissitudini familiari, hanno visto naufragare la loro unione. In questo ambito, ci sono situazioni di dramma. Gli ” avvisi di rilascio” vengono inviati secondo quanto previsto dall’articolo 329 della Legge n. 90 (Ordinamento Militare): un vero e proprio battesimo del fuoco.
Tutto secondo regola, non c’è dubbio, dal momento che la sentenza di separazione o annullamento del matrimonio, qualora preveda l’assegnazione all’ex coniuge o al coniuge separato più debole la “casa familiare” la stessa assegnazione non è valida, anche con la sentenza del giudice in quanto”l’alloggio di servizio è un bene dello Stato, assegnato dall’Amministrazione in concessione amministrativo al personale militare avente diritto in funzione del servizio svolto, ed in quanto tale, assoggettato al regime pubblicistico delle concessioni e non privatistico delle locazioni. Il giudice quindi, non attribuisce alcuna titolarità, non potendo disporre di un bene demaniale che in quanto tale, ex art. 823 C.C., risulta in suscettibile di formare oggetto di cessione di diritti a favore di terzi”. Fin qui la parte squisitamente giuridica, di cui ne siamo pienamente a conoscenza . Il tutto salvo il regime di proroga, ampiamente previsto ed applicato, oltre che le deroghe concesse.
Nei casi particolari, che si stanno verificando e cioè :
- coniugi separati o ex coniugi con figli minori, o più figli minori (5, 6, 7 anni) ;
- ex coniugi o coniugi separati con reddito zero ed assegno di poche centinaia di Euro mensili figli compresi ;
- casi addirittura con bambini, che presentano già situazioni di handicap.

Non si può affermare, in taluni ed individuati casi, se l’Italia è ancora un Paese civile, o se è soltanto un Paese o meglio un coacervo di situazioni ove ognuno coltiva i propri interessi alla grande, infischiandosene del resto. Non si può intimare alla cieca di “lasciare libero l’alloggio da persone e cose “ non prendendo in esame singole situazioni, peraltro già conosciute dai Comandi.

Caro Crosetto
On. Crosetto
Caro Sottosegretario on.Le Crosetto, di fronte a tutto questo CASADIRITTO ha l’obbligo di indignarsi ed avere un sussulto e Lei prima di me. Tutti dobbiamo avere un sussulto.

Cosa propone CASADIRITTO
Dal momento che la Cellula Operativa Interforze dovrà ( o già lo sta facendo ) parametrare e classificare tutte le priorità in merito al recupero degli alloggi, relativi al personale ed utenti senza titolo della fascia non protetta fuori dall’applicazione dell’art. 2 del Decreto Annuale, CASADIRITTO propone trattare questi casi alla stessa stregua di tutti gli altri nella classificazione ISEE e provvedere a richiedere a queste famiglie il modello ISEE come a tutti gli altri.
Questo, anche perché queste famiglie possono essere considerate a buon diritto come le altre appartenenti ai numerosi casi di utenti con titolo di zie, cognate, fratelli, sorelle, pronipoti e quant’altro. Si tratta di porli su uno stesso piano.

Quello che si chiede viene rafforzato anche dal fatto che nella stessa lettera “avviso di rilascio” si rivendica il pagamento, nella formula della retroattività a partire dal mese di agosto 2010, degli arretrati relativi a canoni pregressi. Questo a nostro parere implica anche l’obbligo di richiedere all’ex coniuge o al coniuge separato la registrazione del mod. 2 all’Agenzie delle Entrate, in quanto denari riferentesi ad un pagamento di canone, e relativo versamento sul mod. fiscale F23 della tassa del 3%, a partire appunto dal mese di agosto 2010, data dalla quale è addebitato il canone. Con la richiesta poi, alle famiglie interessate del mod. ISEE, a parere di CASADIRITTO la materia verrebbe ricondotta all’interno delle valutazioni e della successiva programmazione nei termini previsti dalla Cellula Operativa Interforze, che farà appunto una graduatoria.

Inviare “avvisi di recupero a norma di Regolamento, senza le previste valutazioni di merito, e privi del vaglio previsto dell’Autorità Politica, contraddice quanto finora dichiarato dai Vertici Responsabili della Difesa, rappresentando in definitiva un ritorno al passato.
Questo sarebbe il "nuovo che avanza"?
Rimane inaccettabile il metodo sbrigativo ed acefalo che pur di raggiungere il risultato, si passi sopra anche a casi di disperazione umana, a considerazioni elementari di sensibilità, che fa parte o dovrebbe far parte della nostra civiltà. Citare la formula di rito “ entro e non oltre 90 giorni” non fa altro che terrorizzare e angosciare famiglie già provate da altre intuibili ed ovvie privazioni.

CHIEDIAMO QUINDI A CROSETTO
On.le Sottosegretario, le chiediamo pertanto che nella formulazione che riterrà percorribile, di sospendere di fatto tali avvisi di recupero negli effetti pratici e comunque di entrare nel merito delle singole situazioni, in virtù dell’esercizio dell’Autorità Politica che le compete. CASADIRITTO si mette fin da ora a disposizione con documentazione riguardante i fatti esposti. Come sempre.

Stralcio della mozione 1-559
“In ogni caso, non si procederà al recupero degli alloggi nelle aree ove non sussistano impellenti esigenze non altrimenti risolvibili.”
Sergio Boncioli

26 aprile 2011

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