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ALLOGGI DIFESA ANALISI INFORMAZIONE E ISTRUZIONE PER L'USO

DA “INSOSTENIBILE” A “DISSUASIONE” QUESTO E’ "IL NUOVO (VECCHIO) CORSO"
Canoni di mercato e vendite, norme "barbare" decreti paralleli, strategia unica

Per non dimenticare
Emergono sotto gli occhi di tutti ed a proprie spese, ormai che i giochi sembrano fatti, le ombre e poi le nitide figure dei personaggi che in quattro anni (2008 – 2011) a modo loro hanno dato il via al “Nuovo Corso” e che ritengono in qualche modo di aver chiuso la questione alloggi, con due Decreti in qualche modo storici (in senso negativo):
- Decreto Ministro della Difesa del 18 maggio 2010, riguardante il Piano e le vendite incorporato poi nel Codice di Ord. Militare n. 66 del 15 marzo 2010 e successive modificazioni e nel D.P.R. n. 90 del 15 marzo 2010;
- Decreto M. Difesa del 16 marzo 2011, anch’esso incorporato.

2008 - Inizia il percosso della bozza del piano dei 51.000 alloggi nuovi, una beffa, rilevatasi foglia di fico per coprire le vergogne delle modalità di vendita ed introdurre il principio dei canoni di mercato.
Utilizzando in maniera “strumentale” la legge 244 che dava mandato all’Amministrazione di varare il Regolamento per realizzare il Piano abitativo e al cui interno dovevano trovare posto le dismissioni dei primi alloggi della Difesa, si è ottenuto un primo appariscente, risultato:
- stupire la truppa con effetti speciali con quell’incredibile Piano per la costruzione di 51.000 alloggi per le esigenze alloggiative delle Forze Armate. Ricordiamo quell’altrettanto appariscente ma incredibile spesa preventivata di 5 miliardi e mezzo di euro occorrenti per la sua realizzazione. Quei conti e quelle ipotesi solo di scuola, ma facenti parte integrante del Decreto, non hanno mai convinto nessuno.

Naturalmente non era vero, ne poteva esserlo. Quei conti e quel Piano, erano solo delle paline falso scopo di qualche buontempone. Non avevano subito convinto: ne quelle vecchie volpi dell’Organo di Rappresentanza, che non diede mai il parere a quel Piano, malgrado che in calce al Decreto il parere risultava per acquisito, ne il Parlamento con una precisa richiesta voleva cambiare il concetto delle assegnazioni ASI, - rimasto comunque inascoltato – quando la V Commissione Bilancio della Camera si espresse sul concetto di “Sede di Servizio”, poi allegramente eluso in autorevole sede, ne la Corte dei Conti, ne hanno convinto il severo Consiglio di Stato. Manu militari disponendo, il Decreto è stato “finalmente” approvato. CASADIRITTO si dannò per quasi due anni per mettere in evidenza tutte le “barbarie” nella parte inerente alle vendite, in esso contenute:
- redditi gonfiati;
- metodologia per formulare il prezzo di vendita;
- eliminazione sostanziale delle tutele vere per le famiglie con redditi medi e medio bassi.

I silenzi e le omissioni sul regolamento "BARBARO"
A quelli di memoria corta, non certo chi non era informato, ma quelli che sapevano e rimasero in silenzio, ricordiamo l’assoluta mancanza di presenza di segnali di vita, di cui diedero prova quelli che ora scoprono con finta meraviglia i prezzi alti, i redditi gonfiati e le case non accatastate da 50 anni ed ora classificate A2 su proposta “del Sig. Padrone” e il conto saldato a spese degli utenti. Tutte cose vere, ma perché siamo stati i soli a combattere contro quel Decreto di quel Ministro ed i soci di cui qualcuno si vantava avere vicinanze e frequentazioni? Che dicono ora questi “conoscenti”? Che si fa adesso per richiamare alle loro responsabilità chi ha posto la sua firma su quei provvedimenti?

Agli “storici” poi ricordiamo che quel terribile decreto fu firmato formalmente il 18 maggio 2010 dal Ministro La Russa, quando già si era in qualche modo sotto l’influenza dei segni di una crisi recessiva italiana e mondiale. Cominciavano a manifestarsi i segnali più evidenti, anche a livello familiare e molti di noi sentivano il problema dell’occupazione dei figli e quello di arrivare alla quarta settimana (oggi siamo alla seconda). Come arrivare cioè alla fine del mese era già un problema. Ma si sa CASADIRITTO parlava solo per i poveracci, quelli del “a noi che ce frega?” osservavano con distacco.
Poi i morsi della crisi economica hanno colpito e stanno colpendo un pò tutti, meno una certa casta. Dentro questa crisi seppure all’inizio della criticità, ecco che “IL NUOVO CORSO” mette nero su bianco 51.000 alloggi per 5 miliardi e mezzo, e un sistema di vendita immorale, frutto di sadismo e vendetta, a prezzi inaccessibili.
Quella mossa appagò la truppa che imperversava eccitata sui blog e su alcuni siti internet insultando a mani basse CASADIRITTO. Alcuni chiedevano pure di spartirsi i soldi derivanti dai canoni impossibili. Poi a livello COCER intervenne qualcuno che ancora conservava un po’ di lucidità e mise fine all’idea così sconsideratamente proposta sul periodico del COCER Esercito, ma subito rimossa. Ma in 180.000 si sentirono accontentati. Anche se alcune migliaia di sine titulo erano in servizio e ne avrebbero pagato le conseguenze. Era il momento topico dell’attacco.

Noi, lui e loro
Un Alto Personaggio cercò di intimidirci e zittirci, parlando LUI, come diceva in un documento inviatoci, a nome delle Forze Armate. Basta con questi abusivi! Boncioli, non devi parlare. Prima va dal notaio, comprati una casa, poi parla. Allontaniamoli dalle Cerimonie, scrissero nelle LORO linee guida pubblicando l’editto sui lori platinati siti. Era la parola d’ordine che girava, tra i generali e gli “attendenti”. NOI imperterriti a parlare di famiglia e di casa. NOI a parlare di pericolo di “default” familiare, quando questa strana parola ancora non era sulle prime pagine dei giornali. NOI che tirammo fuori questo termine da Crosetto, nel dicembre 2010, quando proponemmo, vi ricordate, il quoziente familiare, poi naufragato. NOI zittiti. NOI senza più forze. NOI, quasi soli, anche se eravamo convinti della giustezza delle nostre proposte. Il silenzio dei “conoscenti” continuava. Nessun cenno di solidarietà. Silenzio anche quando nel Regolamento delle vendite apparve un codicillo all’art. 3 punto 3, che annunciava, qualche giorno prima dello schema della Finanziaria, il colpo grosso dei canoni di mercato, con obbligo di rilascio (ideato dalle volpi eccellenti dell’Obiettivo 9). NOI di CASADIRITTO ad informare con i nostri volantini, scritti che costavano fatica, preziosi e costosissimi, i soli che potevano informare ed aprire gli occhi. Poi qualcuno che ora ci “rimprovera”, ne rimaneva, allora pure seccato, e li stracciava per disprezzo. Lo sappiamo perché sono stati sorpresi sul fatto. Ma sempre inadeguata era l’informazione , perché pochi erano i mezzi finanziari, messi da NOI stessi con sacrificio e con continui appelli. Ma NOI ancora con la schiena diritta e ancora in grado di stabilire un tavolo di trattativa con LORO.

Quel “Piano” e quel Regolamento “barbaro” e ideologico perché inamovibile come una convinzione ideologica di cui si era fermamente convinti, e non si recede, appunto, per ideologia, era invece una illusione nei contenuti per la quantità di alloggi da costruire ed era una beffa per i prezzi di vendita, che vengono ora alla luce man mano che arrivano le lettere, ma che già erano intuibili, dalla lettura del Regolamento. Tutto era prevedibile e già scritto, ben due anni prima delle lettere.

La legge 244 non prevedeva quel piano elefantiaco, ne prezzi gonfiati delle case, ne rigonfiamenti artificiali dei redditi familiari, ne eliminazione delle vere tutele in caso di vendita, ne canoni di mercato. C’era un’idea di creare le condizioni, per un circuito virtuoso:
- vendere le case non più strettamente necessarie per la Difesa;
- utilizzare le risorse ricavate per le nuove costruzioni.

Ma per scrivere le regole occorrevano personaggi altrettanto virtuosi. Quella si che è stata una illusione. Vennero i Nuovi Prepotenti e tutto quello che veniva presentato, passava in Parlamento con il voto di Fiducia. Il Popolo era Sovrano! Così, come abbiamo visto, c’è stata una strategia unica, che ha legato, nel male, il Decreto delle vendite a quello dei canoni di mercato. La stessa VIS ideologica che avevano prima premeditato. Gli spazi per CASADIRITTO erano pressoché inesistenti, seppure supportati da Membri di Commissione Difesa e da altri Parlamentari che proponevano modifiche su modifiche, ma senza avere i numeri per far passare le modifiche stesse.

Il "Nuovo Corso" vinceva e trionfava
Anche se vessati, piegati e moralmente distrutti riuscimmo, con tante famiglie, a farci sentire e conquistammo una zattera di salvataggio. Per 4.000 famiglie si riuscì ad avere una sorta di salvacondotto per escludere dai canoni di mercato redditi medi, redditi medio bassi e famiglie con portatori di grave handicap, che non erano escluse, originariamente da quel provvedimento. Anche in quella battaglia terribile l’8 febbraio 2011 i “conoscenti” si tennero alla larga. Poi il 16 marzo 2011, Crosetto firmò il Decreto. Ne la zattera, ne una ciambella di salvataggio, fu possibile lanciare agli utenti per quanto riguarda le vendite. Le piccole garanzie messe, non rispecchiano le garanzie totali a chiare lettere inserite nella legge 244, ma non nel Regolamento attuativo. Speriamo che in queste ore, almeno le garanzie per l’usufrutto “protetto” venga riconosciuto anche al coniuge.

Ora sembriamo essere soli: chi contro i canoni di mercato, chi contro i prezzi alti delle vendite e chi contro tutti e due
“ Il Nuovo Corso” (sono loro che così amano chiamarsi) sembra ora dispiegarsi in tutte le sue deformazioni. Chi ha potuto, pagandosi l’avvocato, ed accettando il rischio, ha fatto ricorso al TAR contro i canoni di mercato ed anche contro i prezzi delle vendite, che si sono evidenziati già con le prime lettere. Altri hanno abbandonato il campo, per insostenibilità conclamata. Altri, con enorme sacrificio hanno accettato il canone, aspettando poi di verificare le proposte di vendita. Situazioni come si vede non omogenee.
Per le vendite:
- i prezzi sono altissimi, senza che sia riportata l’origine e la tracciabilità. Non viene allegata nessuna scheda, ma viene semplicemente dichiarato nel testo della proposta, che gli stessi sono stati concordati d’intesa con l’Agenzia del Demanio. Si chiede un atto di fede;
- sono invece esposti, con maniacale dettaglio, i costi altissimi dovuti per l’accatastamento, tariffa Notaio, tariffa dismissione, compensi mutuo, relazione catastale.

Non vengono menzionati riferimenti per :
il tasso del mutuo, l’assicurazione obbligatoria per coprire i rischi del mutuo, equivalente ad un altro mutuo, i costi delle spese di Registro, ed i costi delle eventuali opere di urbanizzazione di alloggi fantasma verso i Comuni.

Ricordiamo poi i due punti di IVA in aumento previsti per il prossimo mese di ottobre. Insomma per fare il conto della serva, circa 15.000- 20.000 euro in più e in contanti.
Nulla viene accennato sulle ventilate ipotesi di convenzioni effettuate da parte della Difesa, con banche convenzionate o semplicemente contattate.

No al tanto peggio, tanto meglio
In questa situazione, nella migliore tradizione di CASADIRITTO, dobbiamo uscire dalla filosofia del tanto peggio, tanto meglio, anche se è forte la tentazione. Bisogna ritagliare spazi di legalità, confrontandoci in un habitat ostile. Tutto si sta ora concentrando su ciò che è possibile fare , non come una questua ma come un diritto, acquisendo man mano altri spazi. In questo senso vanno tutti quei contatti, anche a livello non ufficiale che stiamo portando avanti dentro o fuori dal Parlamento, con un gran senso della morale, prima di tutto. Ma da alcuni. Altri Parlamentari si stanno aggiungendo a quelli “storicamente” vicini con auspicate aperture. Ma manca ancora il necessario coordinamento e quello che più preoccupa, il tempo. Il prossimo periodo festivo e il prossimo periodo elettorale, non giovano all’operatività parlamentare.

Variazioi in corso d'opera (Lettere già spedite)
Nel bel mezzo delle prime lettere già inviate con le proposte di vendita, già si è ottenuta una prima significativa modifica. Quella dell’allegato C che riguarda la caparra, in caso di scelta dell’usufrutto che prevede il 20% del reddito. Ebbene quel tipo di caparra, già prevista nel primo tipo di lettera originariamente previsto non c’è più. Insistiamo ancora, malgrado l’episodio della risposta data dal Sottosegretario in Commissione Difesa, nel corso di una Interrogazione a Deputati PD su l’estensione dell’usufrutto anche a favore del coniuge superstite, in caso di decesso dell’originario usufruttuario. Siamo decisi su quello che abbiamo proposto e continuiamo a chiederlo nelle trattative a tutti i livelli.
In una fase drammatica quale è quella che conosciamo, dove ogni famiglia deve fare i conti con una difficile crisi di gestione delle proprie disponibilità (ad eccezione di qualche casta o pseudo casta) uscire dalla morsa del: o compri a questi prezzi o ti caccio, possa rappresentare almeno per alcuni, un alternativa salvandosi da una tragedia familiare. Estendere quindi l’usufrutto all’altro coniuge potrebbe essere di valido aiuto. Ma ciò non basta anche perché questa facoltà non può essere utilizzata da tutti.

Per questo che continuiamo gli incontri
Questa è la ragione che ci spinge a continuare gli incontri e l’interlocuzione con tutti i Gruppi Parlamentari. Cercando di incoraggiare parte dei Responsabili della Difesa, che riconosciamo onesti e dignitosi. Di grande aiuto sono e saranno gli appelli inviati ai singoli Parlamentari da parte delle famiglie e dei singoli utenti. In stretto coordinamento con tanti abitanti e amici di Bolzano in questi giorni abbiamo fatto incontri con un importante esponente del PDL, di cui abbiamo dato abbondantemente notizia, l’on.le Michaela Biancofiore. Si tratterà di seguirne gli sviluppi, possibilmente coordinando le intenzioni dei vari Gruppi. E’ un lavoro difficilissimo, quello da evitare sono atti estemporanei e non organicamente collegati tra di loro.

Dissuadere i dissuasori, la soluzione
Unica deve essere quindi, la risposta delle famiglie di contrastare entrambi i provvedimenti. Ma per DISSUADERE I DISSUASORI, come è stato recentemente definito “dissuasivo” da un dissuasore quel provvedimento, c’è un’unica strada: Il Parlamento, cominciando anche da norme che sembrano marginali, se queste attraverso il paradosso che pongono i Regolamenti, servono a meglio evidenziare la “barbarie” e le assurdità che gli stessi Regolamenti contengono. Questa dovrà essere la nuova MISSIONE di CASADIRITTO e solo allora anche noi potremo parlare del vero NUOVO CORSO.

Sergio Boncioli

10 aprile 2012

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