Facebbok  Ι  
Sul Web Nel sito

ALLOGGI DIFESA ANALISI INFORMAZIONE E ISTRUZIONE PER L'USO

condividi         

RIMINI: FINISCE TUTTO IN MANO AL TRIBUNALE
D5 o B5. Vogliono 80 mila euro in più, la differenza che tutto travolge, tutti gli utenti dei 110 alloggi fanno ricorso malgrado la "buona volontà" della Direzione Generale del Demanio Militare

Non trasformiamo le vendite ed i canoni in una polveriera

Come ben si ricorderà, il caso era venuto fuori nei primi giorni di marzo, come ben evidenziato dal Report di CASADIRITTO “FOLLIE A RIMINI, ESERCITO E AERONAUTICA NON SI PARLANO” (vedi articolo precedente)

Villaggio Azzurro – 13 Palazzine di cui una dell’Esercito le altre dell’Aeronautica, in tutto circa 110 alloggi, tutti nella lista delle vendite.

Ubicato tra un incredibile crocevia compreso tra la Strada Statale 16 Adriatica, la Via Flaminia, l’Autostrada E 55 e la SS 258, il Villaggio Azzurro non si può dire che stia in una zona di eccellenza. Niente a che fare con la Rimini delle vacanze, il cui stereotipo viene subito in mente. L’albergo Grand Hotel di felliniana memoria è su un altro pianeta. Come poi vedremo, quello della localizzazione, semiperiferia D5 o semicentrale B5 è alla base di quello che è accaduto.

CHE COSA ERA SUCCESSO?
PRIMO TEMPO

ESERCITO, proprietario di una palazzina, valuta gli alloggi. Arrivano a destinazione le lettere/proposta, con tanto di obbligo di risposta entro i 60 gg. previsti. Naturalmente obbligo di allegare una caparra o polizza fideiussoria, pari al 10% della valutazione, in caso di adesione all’acquisto proposto e come proposto.

Le famiglie interessate, abitanti l’unica palazzina dell’Esercito, poco meno di dieci, aderiscono ed inviano, sulla base del prezzo dichiarato dal venditore, la caparra obbligatoria, con valore compromissorio.

AERONAUTICA, proprietaria delle restanti palazzine, valuta a sua volta i propri alloggi, partono le lettere/proposta, chiedono la risposta entro 60 gg. e la relativa caparra in caso di adesione alla vendita. Le quasi cento famiglie interessate, si parlano ed incredule, si accorgono che i prezzi, per un alloggio identico per metratura e caratteristiche, sono superiori come minimo di 70 - 80 – 90 mila euro rispetto a quelli dell’Esercito.

Cominciano i dubbi ed i perché, si riuniscono, chiamano il Legale per studiare il da fare. Non c’è dubbio. Della stessa situazione si è dato una valutazione diversa, ma visto l’enorme divario, il risultato è allarmante. Sono stati attribuiti valori diversi alla stessa situazione, in maniera ingiustificata e macroscopica, senza una apparente ragione.

Partono i ricorsi al TAR, anche perché a prescindere, i prezzi, nei dintorni, per immobili con caratteristiche superiori, sono notevolmente più bassi.

SECONDO TEMPO – prima parte

ESERCITO, le lettere di adesione all’acquisto, intanto arrivano a Roma, vengono esaminate, vagliate, controllato la validità della documentazione richiesta, se ne accerta la validità, approvate ed in data 25 febbraio 2013 (vedi allegato) arriva sempre da Roma la lettera che da l’ok, con la precisazione e l’indicazione del prezzo finale di vendita, al netto degli sconti, cui in maniera soggettiva si ha diritto, accompagnando il tutto da una precisazione certosina fino al centesimo “……, 30” del prezzo di vendita, da cui verrà naturalmente detratta la caparra, già versata in precedenza, all’atto dell’adesione.

Inoltre, in maniera scrupolosa, si raccomanda di prepararsi a pagare le spese notarili (non si sa mai) nonché imposte e tasse di Registro, come da normativa. La missiva prosegue con un augurale “...sarà reso noto il nominativo del Notaio”.

SECONDO TEMPO – seconda parte

ESERCITO, ma ecco che succede l’inverosimile. Con lettera del 7 marzo 2013 (vedi allegato). Da Roma arriva una raccomandata. Non è l’indirizzo del Notaio. Tra l’altro si comunica che: “ nell’ambito di taluni approfondimenti condotti…. è emerso che il verbale etc etc. riporta erroneamente l’ubicazione dell’alloggio in esame nella zona D5 anziché in B5. In poche parole il valore attribuito all’alloggio, in questo caso, sale da 215.967,00 a 290.040,00. 75.000 euro in più perché si va da D5 a B5.

TRA AUTOSTRADE, TANGENZIALI, E STRADE STATALI E CAMPAGNE IN ABBANDONO

Ecco perché ci siamo soffermati all’inizio della localizzazione della Via Marecchiese, una lunga strada, prima di campagna, ora di media periferia, in pieno entroterra, ove è situato il Villaggio Azzurro. Niente a che vedere con la Rimini città, ne tantomeno con la Rimini delle vacanze, dove il mare e la tintarella dei turisti sono distinti e distanti.

Appare quindi poco convincente che, seppure a Rimini, sulla Costa Adriatica , ove un Comune si sussegue all’altro, senza soluzione di continuità, non è convincente dicevamo che esista una media periferia o una estrema periferia, ma sempre periferia, che possa quotare una simile differenza abnorme di prezzo. Solo per la localizzazione. In quella situazione, di autostrade, con enormi svincoli, incroci di Strade Provinciali, la Strada Statale Adriatica SS 16, con i suoi volumi infernali di traffico e smog di TIR, soprattutto e forse di ex campagna ma ancora con zanzare infestanti, su quegli alloggi si possa “sparare” una simile cifra, tenendo conto della merce (guardiamo attentamente quelle foto) si possa quotare quasi il costo di un’altra casa, solo per la differenza di una Zona censuaria adiacente.

I 75.000 euro in più ed oltre, messi in ballo, sono una enormità non giustificabile da qualunque aspetto si esamini.. C’è ancora qualcuno che affermi ancora che i prezzi pieni proposti, sono già scontati del 30% prima del conteggio degli “sconti previsti? Di quei “venditori” autori del Decreto, non ci siamo mai fidati, ma quanto accade a RIMINI era impossibile solo pensarlo.

Le 8 foto che erano riportate nell’articolo sempre su Rimini citato prima, parlano da sole. Le riportiamo in allegato, per rinfrescare la memoria (FOTO). Quando scattano certi automatismi, inseriti nel Decreto sulle vendite, su una macchina già deficitaria di suo, il funzionamento non può che impazzire.

COME FINIRA’ ? E’ GIA’ TUTTO IN TRIBUNALE.

ESERCITO Nella lettera “romana” del 7 marzo 2013, viene esplicitato che “laddove la S.V., in considerazione della mutata situazione, non confermasse l’opzione per l’acquisto della piena proprietà, questa Direzione dichiara fin d’ora la disponibilità ad avviare con immediatezza gli atti finalizzati alla restituzione della caparra versata

SE QUESTA E’ LA REALTA’ MUORE UNASPERANZA, IL BLUFF DELLE VENDITE

A Rimini, si è entrati ormai in CAOS CALMO, dove vengono alla luce tutte le contraddizioni, che CASADIRITTO aveva prefigurato, alla luce delle bozze di LA RUSSA, fin dal 2008 e poi confermato dalla stesura definitiva del 2010. Ma non fino a questo punto. In questo caso non un caos calmo ma una bolgia da cui risulta:
Le famiglie, facenti parte della Palazzina dell’Esercito, non accettano più i prezzi cambiati ed aumentati fino a 90.000 euro in più, rifiutano la restituzione della caparra loro offerta in restituzione, per adire alle vie legali;
Le famiglie facenti parte delle Palazzine dell’Aeronautica, non accettano i prezzi direttamente esagerati, e si rivolgeranno anche loro in Tribunale;
L’intero progetto legato ad una legittima aspirazione di comperare una casa, pensato da GENTE PERBENE, viene distrutto. Per 110 famiglie svanisce una speranza e li getta in un baratro. Se quelle case verranno proposte a quei prezzi, qualora confermati, si arriverà ad una asta e tutti saranno sbattuti fuori.

CHI PERDE (E CHI VINCE)

LA DIFESA di quelli che....
Di quelli che avevano progettato quel trappolone, non praticabile ed al limite dell’immaginabile, che ora sono spariti, non possono certo vantarsi dei guai che hanno combinato, ma se chiamati in causa, possono solo arrossire.

Tutti ormai li conoscono. In primis le famiglie colpite. Quei cervelli costruttori di niente ma capaci di tutto hanno firmato con il loro Decreto del 18 maggio 2010, un atto contrario ad ogni logica. Anche se uno solo ne portava la firma, gli sponsors erano altri. Forse il solo che ha vinto è stato l’Obiettivo 9 che con le sue proposte oscene aveva dettato la linea, rivelatasi vincente.

LA DIFESA di quelli che...
Quelli che a posteriori, hanno solo applicato il Decreto del 18.5.2013. Sono i meno responsabili, in quanto meri esecutori. Non si possono attribuire particolari colpe alla DIREZIONE GENERALE DEL DEMANIO MILITARE, UFFICIO DISMISSIONI (quelli che, per intendersi, inviano le proposte di vendita) in quanto tra norme impossibili anche nella semplice applicazione e altre risibili e creative (c’è poco da ridere sulle penalizzazioni) cercano di barcamenarsi, tergiversare e talvolta vanno persino incontro alle famiglie che si rivolgono al Palazzo Marina a Roma., come personalmente abbiamo avuto modo di sapere.

Cercano persino di aprire un dialogo, che alla situazione data, appare incredibile. E CASADIRITTO lo riconosce e ringrazia. Abbiamo assistito una famiglia nell’interlocuzione con la Direzione Generale per cercare una possibile soluzione. E quella soluzione è stata trovata. Ma riteniamo che per quanto certi atteggiamenti possono favorire il clima, anche tante persone che operano con responsabilità all’interno di funzioni importanti, hanno perso, poiché sono costretti a portare avanti un lavoro ingrato che di fronte a certi drammi familiari cui si trovano a far fronte, provino rimorso ed imbarazzo, anche se non manifesto.

LA DIFESA di quelli che....
C’è poi la Difesa di quelli che potevano fare diversamente, ci hanno provato e non ci sono riusciti, La Difesa che noi azzardiamo a chiamare perbene. Avevano capito ma non hanno potuto…

LA DIFESA delle...famiglie della Difesa
A parte qualche paperone o “pesce grosso”, che magari ha comprato ed affittato il giorno dopo, chi perde, sono le famiglie della Difesa.

80.000 EURO DI RIMINI, LA DIFFERENZA CHE TUTTO TRAVOLGE
Ora la somma di 80.000 euro, al di la di quanto è accaduto a Rimini, rappresenta la cartina di tornasole di che cosa si è riusciti a combinare nel cosiddetto Programma di vendite. Riuscirà lo scandaloso episodio di RIMINI a coinvolgere le Istituzioni, cominciando dal Ministro della Difesa Sen. MAURO ed il nuovo Parlamento a riflettere e comprendere su quanto sta succedendo, su canoni e vendite, in direzione di una sospensione di quell’insieme di Decretazioni fatte con evidente spirito di vendetta e di rivalsa?

Gli utenti sono stati fatti oggetto di facile bersaglio,impiegando armi proibite. Le grottesche vendite e gli assurdi canoni, portate avanti da potenti non più tali e frange estremistiche, hanno mostrato ormai tutta la loro virulenza. Alla luce dei fatti, riconosceremo a tutti, Ministro attuale compreso, e fino a prova del contrario, la possibilità di porre rimedio. Facciamo notare che sono a loro disposizione dati e situazioni inconfutabili.

PER I CANONI
Molte centinaia di utenti, hanno dovuto abbandonare gli alloggi in tutta Italia e soprattutto nelle grandi città. Gli alloggi, solo a Roma, per effetto del Decreto CROSETTO, raggiungono le 250 unità a cui si dovranno aggiungere quelli che, con spietato accanimento, presumibilmente dovranno lasciare gli alloggi quando saranno completate le operazioni di notifica, appena iniziate, di rideterminazione dell’importo dei canoni mensili. Altrettante erano già vuote.

L’operazione è appena cominciata a Roma ed il dispiegamento di forze messe sul campo, somiglia ad una operazione militare. Decine e decine di notificatori a tempo pieno stanno suonando presso i nostri recapiti. Non c’è stato ripensamento di sorta. Ora alla superficie calcolata per il canone di affitto è stata aggiunta anche quella delle mura perimetrali e dei muri divisori.

Un alloggio medio viene aumentato anche del 25% nella superficie lorda. L’UNICA DIFESA PER ORA, A TANTA PROTERVIA, DOVRANNO ESSERE I RICORSI. MA NON SI PUO’ VIVERE CON I RICORSI CHE VANNO E VENGONO. Come dimostra l’esperienza, un toro infuriato può andare a sbattere, con gravi danni.

Dopo la prima sentenza del TAR Lazio la Difesa presenta un conto economico disastroso. Non si riscuotono più nemmeno i canoni maggiorati del 50% per gli utenti che avevano abbandonato senza fare ricorso, ne si riscuotono tantomeno i canoni di mercato, che erano stati annullati. Ora ci riprovano, ed il rischio di un nuovo annullamento è nelle cose, anche se in maniera auspicabile. Non dobbiamo tralasciare il fatto che i nostri canoni complessivi, che prima del disastro ammontavano a circa 28. milioni di euro, occorrono soprattutto per il mantenimento degli alloggi ASI, che come noto, non sono fonte di canone, ma solo di un piccolo contributo di 1,60 euro al metro quadrato. Ora quelle entrate sono crollate.

Ma ben maggiore è il danno esistenziale unito a quello economico delle famiglie. Molte sono state letteralmente smembrate nei componenti.

PER LE VENDITE
Siamo in grado di fornire altri dati. SU circa 1000 proposte di vendita finora spedite (1600 il totale previsto, in quanto 1400 sono vuoti):
– le adesioni all’acquisto sono circa 380;
– le adesioni all’usufrutto, sub-judice, protetto circa 150;
– le adesioni alla permanenza di 5 anni, circa 250.

I rimanenti non hanno potuto fare nessuna di queste opzioni non potendo comprare per vari motivi (no concessione di mutuo per mancanza di pur minimi requisiti) oppure non potevano salvarsi con norme cosiddette protettive.

Queste famiglie riceveranno o hanno già ricevuto la lettere di previsto rilascio dell’alloggio entro 90 giorni. Altri hanno lasciato l’alloggio spontaneamente, visto i contenuti delle lettera. Altre 600 famiglie attendono ancora la loro sorte o perché gli alloggi ancora non sono stati accatastati, o perchè sono in corso le valutazioni. Altri ancora saranno direttamente messi all’asta perché ritenuti di pregio.

Nel dato di Rimini vediamo quello che è successo, 110 proposte, 110 ricorsi. In altro dato parziale ma illuminante lo riscontriamo a CIAMPINO, alloggi della Marina su 149 alloggi in vendita:
– 40 comprano;
– 59 optano per 5 anni o usufrutto sub-judice;
– 50 costretti ad andar via.

E c’è ancora chi afferma: è un successo, strilla un Comunicato Ufficiale. Si sul totale complessivo, il 38% compra, il 62% ha l’alloggio messo all’asta, risponde CASADIRITTO.

UN MINISTRO SEDUTO SU UNA POLVERIERA TRA CANONI INSOSTENIBILI E VENDITE FOLLI
Vendite e canoni, una polveriera

Al Ministro Sen. MAURO, ai suoi collaboratori di tutti i livelli, compresi gli “SHERPA” facciamo notare che stanno gestendo una polveriera su cui insistono non cose, ma case con famiglie con bambini, vedove, anziani, militari in servizio. Sono in grado di rendersi conto di quello che sta accadendo?

Non c’è bisogno di altri elementi con titoli sui giornali, che prima o poi potrebbero arrivare. Possono capire e valutare. I Decreti causa del disastro li hanno sotto gli occhi, ed in modo obiettivo, possono esaminare fin d’ora i risultati ad un anno e mezzo dalla loro applicazione è ora di fermare la macchina.

CASADIRITTO li aiuterà se vorranno essere aiutati a trovare una via d’uscita. Aiuteremo chiunque voglia saperne (basta la loro buonafede) e faremo loro comprendere come cambiare strada, anche se necessita una conversione a U.

Ma dal Ministro deve arrivare un segnale forte, UN INCONTRO A BREVE, SARA’ IL SEGNALE GIUSTO ED I FAX VANNO IN QUESTO SENSO. SE POI I FAX SARANNO TANTISSIMI, COME GIA’ SI ANNUNCIA, SI CAPIRA’ ANCORA PRIMA. A ROMA SCENE DI ORDINARIA FOLLIA: IL MINISTERO DELLA DIFESA VUOLE 3.500 EURO AL MESE PER ALLOGGI FATISCENTI, (MA FATISCENZA DEL CENTRO, DICONO I GENERALI ESPERTI NEL MATTONE). LE NORME PURAMENTE TEORICHE, DEBBONO POI ESSERE MEDIATE DALLA RAGIONE. QUESTO NON E’ ACCADUTO CON I CONTENUTI DEI DECRETI LA RUSSA E CROSETTO.

A VITTORIA, RAGUSA, QUALCUNO SI DA’ FUOCO
Mentre scriviamo queste note, qualche giorno prima, ci è giunta una notizia sconvolgente. Una vendita all’asta, una famiglia deve uscire per sempre da casa, un nuovo proprietario accompagnato da un avvocato, deve entrare. La Polizia controlla, poi il fuoco. Una soluzione? NO, la disperazione non può mai giustificare un tale gesto. Un caso limite, ove possono concorrere varie concause. Ma chi ancora può e ancora deve, sa che cosa è una casa e che rappresenta, dare una risposta urgente con cognizione di causa. CASADIRITTO non vuole la luna, ma leggi normali e non vendicative.

QUEI DUE, nei loro Decreti, non ne avevano la minima cognizione

Sergio Boncioli

4 giugno 2013


Per mantenere un livello civile della conversazione, verranno eliminati tutti i commenti che contengono: turpiloquio, offese, violazioni della privacy, istigazioni alla violenza o al razzismo, minacce ecc. Si prega di mettere il nome anche se si entra come ospite.

Se non sei registrato: puoi entrare come "Ospite" ma il tuo commento dovrà essere approvato da un moderatore. Per commentare senza approvazione, loggati con uno dei servizi disponibili.

Chi sta utilizzando un vecchio browser, per poter commentare deve effettuare l'aggiornamento a Flash 10 o Internet Explorer 8

SOSTIENI CASADIRITTO

IOSSA TEMISTOCLE con causale CASADIRITTO

ADNKRONOS