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CASADIRITTO ALLA MINISTRA DELLA DIFESA SENATRICE ROBERTA PINOTTI :
SEMPLICE MA SENSATO SUGGERIMENTO, “VALUTI IL RIPRISTINO DEI CONTENUTI DELL’ART.286 COMMA 4, ALLO SCOPO DI ELIMINARE INCERTEZZE APPLICATIVE” DIRETTAMENTE NEL PROSSIMO SCHEMA DEL DECRETO DEL 31 MARZO 2015
Ministro della Difesa Sen. Roberta Pinotti

QUEL PENSATOIO CREATIVO, UN COLPO DA MAESTRO, LORO IL CERVELLO, GLI ALTRI IL BRACCIO

Sono molto note agli addetti ai lavori, in speciale modo a quelli del pensatoio del V Reparto di SMD di Via XX Settembre, vera fucina e crogiolo di idee innovative in materia di alloggi, le circostanze e le modalità di quel passaggio volutamente inserito in maniera soft tale da non destare sospetto, come sempre quando ci sono svolte “epocali” che si era deciso di adottare tenendo un profilo basso, per cancellare dal Testo Unico dell’Ordinamento Militare l’art. 286 comma 4.

Era lo stesso pensatoio da cui era partito l’Obiettivo 9, di cui l’attuale iniziativa è parte, è nel documento del Gruppo di Lavoro Interforze del 2008 e questo ci preoccupa

CHI ERA IL TACCHINO DI NATALE? Lo scenario era quello Parlamentare. Inserire quanto escogitato nel pensatoio, all’interno dell’Atto di Governo n. 32. L’occasione era ghiotta: si era alla vigilia del Natale, il Governo Letta (a cui dicevano di essere sereno) aveva i giorni contati. I senatori, come tutti gli umani, avevano fretta di concludere e si riunivano alle 8 del mattino, ed i trolley con i regali per ritornare a casa nei giorni di festa, erano già stati preparati anche se gli argomenti erano importanti. In quella occasione si decise in poche parole chi doveva essere il tacchino.

LA MAGIA E L’IGNORANZA Il giorno 19 dicembre 2013 alla Commissione Difesa del Senato si doveva concludere in ogni caso. Su quell’Atto di Governo n.32 ove si esprimeva il parere addirittura su “Disposizioni in materia di revisione in senso riduttivo dell’assetto strutturale e riorganizzativo delle Forze Armate” , unitamente all’altro Atto di Governo n.33, una pietra miliare nell’organizzazione delle FF.AA. Il tutto, tempi morti compresi, come riporta lo stenografico del Verbale di Seduta del 19 dicembre 2013, dalle ore 8,05 orario di inizio, alle ore 8,55, termine della seduta, 50 minuti tutto compreso.

Naturalmente, tra gli altri, erano presenti l’allora Sottosegretaria di Stato per la Difesa Senatrice Roberta Pinotti (attualmente Ministra della Difesa), il Relatore Sen. Vito Vattuone e il Presidente della Commissione Difesa Sen. Nicola Latorre. Ricordiamo, non si sa per mano di chi (dagli Atti non risulta, ma presumiamo da ben determinati ambienti “pensanti”) ma sta di fatto che in quella sede e in quelle circostanze appena descritte, diciamo veloci, come si usa da qualche tempo, la norma, quella norma, l’art.286 comma 4 del Testo Unico, una norma che aveva avuto sopportare negli anni vari attacchi, ma resistente a Governi, Ministri, e generazioni di SMD da 23 anni, è evaporata all’improvviso.

Viene in mente quel tardo pomeriggio del dicembre del 1993, dalla tribuna per il pubblico la Segreteria di CASADIRITTO seguiva i lavori all’interno della Camera dei Deputati, dove, dopo anni di battaglie, il Comitato CASADIRITTO ebbe un risultato tangibile: si approvò la legge 537, l’art 9 comma 7 della legge Finanziaria ove veniva stabilito quel canone, che ora, senza vergogna, alcuni componenti delle Istituzioni, assolutamente avulsi dalle reali necessità delle famiglie, non minimamente comparabili certamente con l’on.le Trabacchini, che di quel problema se ne fece promotore e artefice, hanno materialmente cancellato. E’ l’ignoranza dei problemi che ci duole soprattutto. E la magia è stata tale che nessuno se ne era accorto. Il Presidente Latorre , suo malgrado erede parlamentare di quel deputato benemerito del Viterbese (Quarto Trabacchini, ciao Quarto) la mise in approvazione, sotto la strana formulazione:

“ valuti il Governo l’opportunità di sopprimere il comma 4. Dell’art.286 comma 4 del dlgs n.66 al fine di eliminare incertezze applicative….” Incertezze riscontrabili solo nella loro testa e nella protervia.

In poche parole vuole dire cancellare l’applicazione di un canone pari a l’equo canone come norma scritta, per i redditi medio bassi.

IL PRANZO E’ SERVITO Senatrice Pinotti (allora, il 19 dicembre 2013 era Sottosegretaria ora Ministra), Sen. Vattuone, Relatore, Presidente Latorre, quell’art.286 comma 4, non era una incertezza. Al contrario era una certezza . Rappresentava, quella norma scritta che voi avete soppresso, una certezza per migliaia di famiglie, al di la delle chiacchiere, che poi si pronunciano, quando va bene, a posteriori per salvarsi l’anima e fare una bella figura, come in appendice al Decreto del 7 maggio 2014. Vorremmo non illuderci nel pensare che questo feeling si sia interrotto per ritornare in poco tempo nell’abisso. La verità che emerge è che in questa Legislatura ci troviamo davanti ad un personale svogliato, all’oscuro della semplice memoria non del passato ma addirittura del recente, dove tutto è guardato e valutato a secondo delle convenienze, personali del proprio ego o di arrivismo.

Una cosa è certa: affrontare seriamente una materia come quella sugli alloggi, è impegnativo, è molto impegnativo. Vuol dire innanzitutto mettere in discussione una verità e proviene da una ben determinata parte e, sappiamo di quale parte. Per far ciò ci vorrebbero delle competenze. E ciò è sconveniente per chi fa parte della maggioranza, ma è altrettanto sconveniente per chi dovrebbe opporsi su temi concreti e complessi perché implicherebbe, se almeno li si condividesse, una conoscenza meno superficiale di quella che passa il convento. Dall’altra parte, quella del pensatoio di Via XX Settembre, abbiamo davanti un gruppo agguerrito, formato e con le idee chiare, idee che si perpetuano da decenni, che però non giovano alla stessa Difesa e portano alla rovina, come ad esempio quel Gruppo di lavoro interforze, che attraverso un diabolico piano “ingegneristico” ha costruito le sue fortune sulla distruzione di tante famiglie. Ma il piatto viene presentato naturalmente come ”doveroso”, unica condizione per adempiere ai doveri d’Istituto.

Ma guarda caso su quel piatto non ci sono mai proposte costruttive, innovative (vedi il disastroso e umoristico Piano Pluriennale di La Russa e Crosetto, dovevano costruire 50.000 case con 5 miliardi di euro, non ne hanno fatta una. Non è dato sapere una cosa: Il pensatoio, quello di cui sopra, aveva fatto quel piano perché ci credeva, perché costretto o perché già da allora voleva prendere in giro i militari in servizio, il Parlamento, la Corte dei Conti, Il Consiglio di Stato, che a vario modo in sequenze successive, sono stati chiamati in causa? Nessuno di loro comunque, a cinque anni dall’approvazione, ne ha chiesto conto, nemmeno gli Organi Politici interni alla Difesa, dai Ministri in giù. Ce ne sono stati almeno altri tre. Bella prova di serietà, emblematica di come sono andate e vanno le cose.

Fantomatica poi è la presenza nella vicenda del COCER che quel piano era chiamato a controllare. Non una delibera, non una richiesta di un loro incontro con il Ministro, non un contatto con CASADIRITTO, niente, tutto è svanito, tutto è evaporato. Ma quale credibilità di una Rappresentanza che vede svanire una possibilità per i militari in Servizio, quelli che ora alla scadenza del titolo vengono semplicemente depredati da enormi canoni o semplicemente cacciati via malgrado gli alloggi vuoti, oltre che la propria credibilità? ma è un piatto freddo, indigeribile per le famiglie: è il solito tacchino natalizio o agnello pasquale, rappresentato da quello che il “pensatoio” considerava, ma continua a considerare, nel loro “parlamento privato” di Via XX Settembre, quello che fra di loro continuano a chiamare nel loro essenziale e rozzo linguaggio ABUSIVI .

E se ci sono delle leggi da 23 anni che resistono, basta cancellarle. Quale è il problema? Cara Rosa e caro Aldo, ma quando vorremo iniziare di nuovo a ragionare su i veri problemi degli alloggi? Quando poi la pietanza viene servita in Parlamento, tutto è già fatto. (vedere quanto è successo al Senato il 19 dicembre 2013 alla Commissione Difesa). Lo diciamo alle anime belle che ogni volta cadono dalle nuvole e ci accusano di non portare avanti le proposte con la dovuta fermezza. La norma che si è soppresso rappresentava una sicurezza per i militari, anche in servizio, pensionati vedove, con redditi e pensioni anche da fame per alcuni, una norma che per 23 anni li ha salvati, assieme alle famiglie con portatore di handicap grave, almeno da questo versante, dando loro un minimo di tutela. Era la ragione fondante di CASADIRITTO e tale, come norma scritta, deve ritornare. Per le ragioni di queste famiglie che è nato e poi si è ampliato per nuovi diritti CASADIRITTO. Non basta che continui ad essere applicata la norma se poi non è scritta. Quali sarebbero le garanzie giuridiche ? I magheggi e gli imbrogli non li vogliamo. E le famiglie hanno tutto il diritto di non fidarsi. Non ci dovrebbero essere ragioni valide che possano prescindere da un principio basilare, quello della salvaguardia del patrimonio, quello di assegnare gli alloggi per motivazioni d’Istituto e quello di una conduzione economica legata ad una sopportabilità dei canoni per le famiglie con titolo concessorio scaduto, i cui denari servono, appunto, per reggere il sistema alloggiativo di tutti. Mantenendo comunque le tutele per certe fasce di reddito. Sappiamo che poi, caduta questa norma, tutto verrà giù, l’intera impalcatura crollerà per tutti.

Sen. Nicola Latorre

L’ATTEGGIAMENTO A DIR POCO SINGOLARE, DEL SEN. NICOLA LATORRE. In questa atmosfera non è il caso di fare altre filippiche ma vogliamo spenderci sul perché il Senatore Nicola Latorre, senatore pugliese da ben 4 legislature, ma da una sola presso la Commissione Difesa, raggiunto da migliaia di e mail e fax (ci risulta che ne sono stati fatti oltre 3.000 inviati ai suoi recapiti del Senato) che in definitiva chiedono di dare seguito ad una richiesta di incontro con una delegazione di CASADIRITTO, cosa di per se normale in un Paese normale o di audire in Commissione Difesa l’Associazione CASADIRITTO, cosa che è accaduta decine di volte. Al Presidente non appare conveniente? Ma se occupa una carica, non si può scegliere lui cosa è o non è conveniente per se stesso, se è formulata da tante famiglie. Semplicemente tenta di ignorare tale iniziativa, che per la prima volta nella sua vita, viene chiamato in causa da tante famiglie per un problema vero e drammatico. Ma il senatore non risponde, adotta la tattica di fare il muro di gomma, forse credendo immotivatamente di stare di fronte ad una massa di scalmanati. Si informi quel senatore, magari dalla stessa Ministra Pinotti, che da tante legislature ha frequentato, essendone membro, le Commissioni Difesa, dove CASADIRITTO, qualunque Governo era in carica, ha trovato sempre attenti interlocutori, sia in Parlamento che presso gli stessi Ministri della Difesa, Martino, Parisi, Mauro o loro sottosegretari.

Qualcuno sembra ancora credere che sia un rapporto tra eletti e sudditi, senza accorgersi che purtroppo tutto si sta sfaldando e che sarebbe bene mettere i piedi per terra. E’ nell’interesse delle Istituzioni semmai ricostruire un rapporto di fiducia. E’ del tutto evidente che il Senatore Nicola Latorre sembra avere personali idee sul rapporto che deve intercorrere tra le Istituzioni ed i cittadini, quando almeno 3.000 famiglie scrivono. Non farlo, forse lo tiene fuori da impegni, ma sicuramente non aumenta il giudizio verso la persona e non dimostra certo di avere gran che da dire o da ascoltare. Un bruttissimo esempio.

L’ALTRO “PENSATOIO”, QUELLO DI CASADIRITTO A questo punto vorremmo, in tutta modestia, avanzare alla Ministra Sen. Roberta Pinotti, una nostra proposta.

Visto quanto è accaduto presso i Comandi Militari, incaricati di applicare i canoni, dopo l’approvazione, insensata e immotivata, visto quanto poi lo stesso Ministero è stato chiamato a spiegare e delucidare, per quanto possibile, anche con interventi diretti e scritti da parte dell’Ufficio Legislativo della Difesa, al caos che si è creato tra un levare e ripristinare lo stesso canone, caos che dura tuttora, CASADIRITTO suggerisce che nel prossimo adempimento che andrà in discussione, in ottemperanza a quanto previsto dall’art. 306 comma 2 del Testo Unico, (che dovrà essere presentato alle Commissioni entro il 31 marzo p.v.), venga inserito nello schema di Decreto, la riformulazione della norma soppressa dell’art.286 comma 4, Dlg. 66 vale a dire

“ il ripristino, al fine di eliminare incertezze applicative sulla già complessa disciplina del pagamento dei canoni degli alloggi di servizio recata predetto Decreto Legislativo”.

Ricordiamo che una soluzione in questo senso è auspicata anche dall’interrogazione Parlamentare presentata alla Ministra Roberta Pinotti, sullo stesso tema, dal sen. Aldo Di Biagio, e in qual che modo dall'on.le Rosa Villecco Calipari ed altri alla Camera, che noi totalmente condividiamo.

CI RIVOLGIAMO ALLA PARTE PENSANTE: CHE RIMARRA’ DI QUANTO AVRETE FATTO? Alle tante famiglie che ci scrivono e ci inviano in copia i fax, diciamo di non demordere. CASADIRITTO tra mille difficoltà non lo ha fatto mai, almeno fin qua. Non siamo arrabbiati, non siamo per il tanto peggio tanto meglio, siamo ragionevolmente incavolati e predisposti ad una interlocuzione su obiettivi possibili, siamo anche consapevoli delle nostre debolezze, che qualsiasi interlocuzione deve tenere conto dei due soggetti Istituzionali Parlamento e Difesa, non siamo visionari, siamo o crediamo di essere tante cose, ma non crediate di prenderci in giro. Alla parte pensante “per bene” della Difesa, ai Deputati e Senatori che comprendono le nostre ragioni, in special modo a chi da sempre ce lo dimostra, chiediamo loro di adoperarsi in modo straordinario, poiché alla fine del loro mandato e della loro attività, rimarrà almeno un sorriso e la riconoscenza di tanti, e non l’arcigno atteggiamento di qualcuno.

A tutti diciamo che non ci faremo chiudere in un bunker, con richieste e proposte impossibili ma saremo sempre alla ricerca, seppure drammatica, di una via d’uscita. A voi l’intelligenza di capirlo.

Sergio Boncioli

9 marzo 2015

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