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ALLOGGI DIFESA ANALISI INFORMAZIONE E ISTRUZIONE PER L'USO

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INCREDIBILE NEI DATI, INOPPORTUNO NELLE FORME E PER QUESTO CENSURABILE
Il comunicato apparso sul portale della Difesa, alla vigilia di Natale, rappresenta uno schiaffo per tante Famiglie

Sugli alloggi c'è un obbligo alla serietà, evitare di scendere nella propaganda, ragioniamo invece sulle cose da modificare dopodichè faremo insieme un “vero” comunicato stampa

Non si conoscono le vere motivazioni, ma un Comunicato Stampa Ufficiale, comparso sul sito della Difesa, come “Comunicato Stampa n. 53” sugli alloggi, sfugge ad ogni considerazione almeno nell’opportunità oltrechè nell’uso dei dati e nell’uso enfatico nei toni.

La storia a noi è nota, quello delle vendite è un argomento di cui la Difesa non può certo vantarsi, ma solo difendersi dalle molte colpe, fatto sta che il giorno 19 dicembre è apparso il Comunicato Stampa di cui alleghiamo copia. Di una cosa si è sicuri: non proviene da Marte.

Crediamo con questa replica, di fare un servizio agli utenti e non certo all’estensore dell’anonimo comunicato, che pur non essendo firmato, è da attribuire ad Ambienti Ufficiali ed autorizzati della Difesa. In sua difesa (del Responsabile) potremmo solo dire che non gli è riuscito bene. Se invece tutto era calcolato, non rimane che pensare ….. Non perché si voleva dare una informazione, ci risulta che è la prima volta che c’è un comunicato sulle vendite degli alloggi, (ricordiamo che quel Decreto-Regolamento La Russa risale al 18 maggio 2010 e la G.U., riportante gli elenchi sulle vendite con gli alloggi individuati è datata da 20 mesi) quindi ci domandiamo quale era lo scopo di quel comunicato, così tardivo nell’informare in merito alle vendite, informazione che non c’è mai stata, così sbrigativo nel rassicurare che tutto quello che prima di allora si era taciuto, prosegue ora nel migliore dei modi. Quasi delle “excusationes non petite” un tirare le mani avanti.

Per ben due anni e mezzo niente, nessuno doveva sapere. Ne il Decreto sulle vendite, il famoso Piano Pluriennale, ne la legge finanziaria del 2010, ed aggiungiamo poi anche il Decreto sui canoni di mercato, di che cosa si aveva paura quindi se quel bel Decreto La Russa era così bello da creare meravigliosi frutti, frutti che il comunicato che sembra essere autoreferenziale e quasi di propaganda, vanta?

Era meglio non rischiare nella informazione a caldo e quindi si è deciso: lasciateci lavorare (o meglio lasciate che vi lavoriamo ben bene) e poi, a giochi fatti con cifre che sembrano strane, vedrete gli effetti speciali, noi siamo bravi in questo, noi abbiamo studiato.

Una specie del Gatto e la Volpe. Fidatevi, tanto voi non avreste capito niente di tutti quei commi e articoli, che vi proporremo solo all’atto della vendita e in appena 60 giorni voi ci direte di si o di no. Una specie di signorsì o signornò, come si conviene all’ambiente. Senza farvi soffrire tanto, con notizie e comunicati preventivi. Il comunicato ve lo facciamo adesso, ma solo per la stampa, non per il personale, scarno ed essenziale come si conviene a noi che siamo bravi.

Ma chi era in contatto con Casadiritto, tante famiglie tirate in ballo, lo sapeva, e lo sapeva bene, tanto che in questi mesi come da Crosetto, con incontri presso il suo Ufficio da Sottosegretario, o presso la Commissione Difesa, nelle Assemblee, negli incontri con le famiglie, sul sito, non abbiamo fatto altro, prima con calma poi quasi con la forza della disperazione, al fine di porvi rimedio.

Lo ha saputo il TAR con i ricorsi, la Commissione Difesa, con tante Risoluzioni approvate dal Parlamento Sovrano e rimaste ancora in attuate. Il Sottosegretario MILONE, pur senza entusiasmo, una volta, ad aprile, ha impegnato il Governo e ha accolto (nella Risoluzione dell’estensione al coniuge del diritto all’usufrutto) e l’altra volta si è rimesso all’esito della votazione, nell’occasione della Risoluzione De Angelis – Rugghia del 18 dicembre 2012, appena approvata, ove viene precisato che il reddito da prendere in considerazione per quel tipo di usufrutto è il reddito mensile netto. Avremmo visto volentieri un Comunicato della Difesa che annunciasse l’introduzione delle Norme nell’Ordinamento Militare. Esaminiamo quindi i contenuti del Comunicato della Difesa.

DOCUMENTO IN ESAME “Comunicato Stampa n.53”

Il tono Sembra quello di un Comunicato di qualche Vittoria, tanto che inizia con un enfatico “Dopo Firenze e Catania …. La macchina organizzativa della Difesa….” ci ricorda la “invincibile macchina da guerra”. Il tutto per rifilare ad un ignaro lettore, che legge magari riportato da Agenzie di stampa amiche e compiacenti comprese quelle “a chiamata” di seconda linea, che non avendo mai trattato il problema riportano ciò che leggono, e lo rifilano poi a qualche giornale di provincia, con quei dati su cui ora, vogliamo esprimere le osservazioni di Casadiritto.

LA NOTIZIA ED I DATI

La Notizia. Dicono i nostri, che “è stata confermata” dal TAR del Lazio, con le recenti sentenze, la validità relativa al contenzioso promosso da alcuni utenti, proprio così. Ebbene noi sappiamo invece che il TAR del Lazio ha bocciato quei prezzi, propinati in malo modo, ed ha intimato alla Difesa, ha provvedere ad loro un ribasso.

Non erano alcuni, i ricorrenti, come viene riportato, ma tanti. E dopo Ostia, tanti altri, con i ricorsi ancora in corso, se ne sono aggiunti, di conseguenza la Difesa è stata obbligata a rimuovere addirittura dal Regolamento, quel curioso e stravagante articolo che scaricava sulle spalle degli utenti, l’intero onere riguardate l’accatastamento, da 700 euro a 1.200 euro ad immobile, a cui la Difesa, per questa certamente, oltre che curiosa ma anche mala norma, sarà costretta a fare retro marcia, pagando in prima persona, come si suol dire cash, in contanti alla competente Agenzia del Territorio, una media di 1.000 euro ad alloggio per 3.000 alloggi, sono 3 milioni di euro, che ora la Difesa deve pagare e subito. Brucerà cosi l’intero “monte caparra” già incassato che la Difesa dichiara invece di impiegare subito per gli altri alloggi in manutenzione (audizione Commissione Difesa). Ma che conti sono?

Questo è il risultato di anni e anni di sciatterie e menefreghismo dei Comandi Periferici ed i loro Gestori che avrebbero dovuto, negli anni, provvedere ad accatastare regolarmente gli alloggi, così come le regole dello Stato impongono a tutti. Ciò rappresentava un obbligo e non un optional, ne tantomeno “una consuetudine” come generosamente e in modo cameratesco è stato riferito alla Camera nel tentativo pur comprensibile di mettere una giustificazione ad una osservazione di un Parlamentare della Commissione Difesa. Norma cancellata che ricordiamo in origine porta il nome e cognome di un Ministro, La Russa, l’autore del Decreto, per la precisione, che voleva far pagare oltretutto pure questa incombenza alle famiglie. I giudici giustamente hanno strabuzzato gli occhi, e di conseguenza norma e prezzi sono stati cassati. Una certa differenza nei fatti veri con quanto asserito da quel comunicato. Oppure abbiamo sognato?

I dati

1. Era stata data notizia da fonte ufficiale, in audizione in Commisione Difesa, che sul totale di 3.022 alloggi, 1.800 erano occupati e 1.200 erano liberi. Ora, dal Comunicato, si apprende che gli occupati, scripta manent, diventano 1.700 e quindi i liberi 1.300. Una vera magia, ad appena un mese di distanza. Domanda: i 100 mancanti occupati, dove sono finiti? Per dovere di informazione.

2. Veniva riferito, sempre alla Camera dei Deputati in audizione Ufficiale, che allora, a quella data, su 393 proposte di vendita, restituite e compilate, erano così dettagliate:
180, avevano accettato i prezzi di vendita esposti;
95, si erano rifugiati nei 5 anni;
25, si erano rifugiati nell’usufrutto protetto;
1, forse, nell’usufrutto legale;
per un totale di 301.

Quindi ben 92 rimanenti, ma la cifra non viene pronunciata dal Relatore ma è conseguenza di un elementare calcolo aritmetico, non avevano potuto, ed in pochissimi casi, voluto, fare alcuna opzione (Gaetano e Francesco di Ciampino, militari in Servizio, per esempio). Avevamo già messo in evidenza che 92 su 392 rappresentano quasi il 24% del totale che è destinato immediatamente allo sgombero entro i 90 gg. dalla data della “mancata” (per colpa di chi?) opzione, come recita il Decreto La Russa.

Ora come ci racconta il Comunicato Stampa della Difesa, che il campione preso in esame è di 600, compreso quindi i 393, ed apprendiamo che i casi che si riferiscono ai non optanti scende all’improvviso dal 24% ad un insignificante 5%. Ma non è credibile, dal momento che se supponiamo per ipotesi che tutti i nuovi casi, per assurdo, non avessero presentato nessuna mancanza di opzione, rimangono i famosi 92 della prima tranche che su un totale di 600, rappresenterebbero ancora un sostanzioso 15,66% e non il 5%. Dicono che in guerra la prima vittima sia la verità. Ma le famiglie con chi sono in guerra? Questo dato ci accompagna ai successivi.

REPARTO VENDITE Vendite e …..para vendite.

Ma dove si opera con astuzia e malizia, peraltro facilmente smascherabile, è quando ci si avventura nel “reparto” vendite. Infatti per avvalorare una adesione entusiastica ai prezzi esposti nelle lettere, viene accorpato in un unico dato, e viene quantizzato al 65%, quello che in effetti è un biasimevole trucco da giocolieri dilettanti. Il dato in esame, comprende, non si sa perché gli è venuta questa stravagante idea, quella dell’accorpamento, in modo che siano di unificate:
– le vendite;
– il diritto all’usufrutto, quello delle categorie protette, con dei vincolanti requisiti, i cui possessori non sborsando una lira, nemmeno la caparra (abolita da Casadiritto) “comprano” virtualmente il loro diritto quello dell’usufrutto, pagando un mensile fino al 20% del proprio reddito. Ma questo caso non si può accorpare alle vendite l’usufrutto protetto, sic et simpliciter. Di questo passo poi la stessa casa dopo verrà venduta una seconda volta. L’unica, quella vera, è quando sarà messa all’asta vendendo la nuda proprietà. Solo a questo punto sarà considerata vendita.

Come tutti i nostri e i loro bambini sanno, si sceglie l’usufrutto, a quelle particolari condizioni, proprio perché non ce la si fà per età, condizioni di reddito, mutui non concessi, ad arrivare e onorare la somma richiesta per la vendita. Magari con altra gente e con altri prezzi e altre condizioni, come per esempio in Italia, con tutte le altre Amministrazioni Pubbliche, che non avevano avuto la fortuna di incontrare sulla loro strada un Crosetto ed un La Russa ai loro servigi, avrebbero potuto magari coronare un sogno della loro vita. Invece…. Invece prendono, quegli utenti, un'ancora di salvezza relativa (l’usufrutto comporta grandi obblighi) e poi si trovano inseriti nel Comunicato della Difesa tra i compratori. Il danno e la beffa.

Si potrebbe supporre che il grande comunicatore abbia voluto inserire quella che in gergo giornalistico si chiama con un nome che nessun operatore dell'informazione prenderebbe per un complimento. Il brutto è che questo escamotage permette poi, a quel tipo di comunicazione, di vantare un sontuoso 65% di vendite. Per poi sbandierare il successo. Il bello è che il gioco senza Casadiritto sarebbe pure riuscito, ma hanno la sfortuna di trovare nella loro strada Casadiritto, ed è per questo che in fondo ci vogliono bene.

5 e 9 ANNI, ALTRO ACCORPAMENTO CHE NON LA RACCONTA GIUSTA.

Dove poi, si pesca nell’equivoco, e non è un dato secondario, è quello che risulta essere il 30% che “chiede” di continuare la conduzione dicono, per 5 o 9 anni. Ci si domanda: quanti di questi hanno usufruito della richiesta di 9 anni? Chissà, ma lo immaginiamo, dal momento che per usufruirne bisognerebbe avere un reddito lordo non superiore a 19.000 per l’intero nucleo familiare o di 22.000 se ultra 65 enne o con familiare con portatore di handicap ART. 7 punto 14 a .- sempre del Regolamento-Decreto La Russa del 18 maggio 2010.

Più realisticamente il dato fornito dall’euforico Comunicato si riferisce quasi totalmente ai 5 anni, e non ai 9, concessi a chi possiede i requisiti di cui al Decreto annuale art. 7 punto 14 – b. Certo, è impressionante , avere circa un terzo delle famiglie che saranno cacciate da casa entro 5 anni alle quali si aggiungono quel 20 o quasi 20% che non hanno altro che i 90 gg. E allora perché ci domandiamo, uscire con questo comunicato? Rincorrere Casadiritto sul terreno dei risultati fallimentari e tramutarli in un successo, occorrerebbe l’opera di un grande affabulatore, ma sempre numeri veri rimarrebbero ed alla fine quel boomerang verrebbe fuori, come anche i grandi affabulatori sanno.

Per quanto ci si affanni e lo staff che ha emesso il “COMUNICATO STAMPA n.53” possa impegnarsi, a fantasia, difficilmente potrà superare comunque le eccellenze raggiunte, nei fatti e non con le parole, da chi da “cardinale” quei Decreti li ha approvati prima in un allegro concistoro, e poi li ha condotti in porto. Una sorta de il braccio e la mente ai quali ora si aggiunge una nuova figura: quella del divulgatore che vuole essere scientifico, ma è smentito dai fatti. Nell’epoca di internet o più semplicemente del passa parola quel tipo di divulgazione mostra tutte le sue gambe corte.

Sarebbe bene invece abbandonare toni enfatici e dati incerti. Rimettere mano invece, dato il poco tempo a disposizione, a quello che il Parlamento, Sovrano, ha già ha approvato il 18 dicembre 2012 e che la Difesa si spera, provveda ad inserire nel Codice di Ordinamento Militare. Far credere con Comunicati Stampa una realtà che non esiste, non conviene a nessuno.

Uscendo da quel modo di fare, aspettiamo ancora una seria riflessione ed una rapida introduzione di quelle norme, che per ora, ci sembra l’unica cosa ragionevole da fare. Diamo coraggio alle tante persone di buona volontà che anche all’interno della Difesa, dimostrano continuamente con il loro impegno, che i doveri si possono coniugare con i diritti, e in tanti casi con diritti e normative di tutela di chi non può. Condivideremo, allora, volentieri un auspicato Comunicato n. 54.

Casadiritto intanto rimane con tutte le famiglie che ritengono che i Decreti su vendite e canoni sono da modificare profondamente nella prossima legislatura. Intanto GAETANO, FRANCESCO e VINCENZO di tutti Italia, le famiglie delle grandi e piccole città, fra le tante, di ROMA o TRIESTE, di NAPOLI, di TARANTO, ALBENGA, BRESCIA, MACERATA, SESTO FIORENTINO, RIMINI, CONEGLIANO VENETO o di SPOLETO, gli alloggi “normali” e quelli di FAVARO VENETO, una vera “anticamera” attaccata al Cimitero, in macerie con tetto sfondato, sanno che non saranno lasciati soli.

Sergio Boncioli

Allegati:
   Ministero Difesa – comunicato stampa n.53

2 gennaio 2013


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