IL GIALLO DELL’ESTATE, “I MISTERI DELLA PINETA”
Le due casette nel bosco
Le due casette nel bosco
- Dopo 12 mesi l’alloggio ASI Aeronautica, è ancora vuoto;
- Da 12 anni un “mostro” si aggira in pineta.
1° MISTERO – ADIACENZE PINETA DI ROMA – OSTIA
Non suscitò scalpore, a Roma, nel luglio 2010 , quando appena terminata la tregua sugli sfratti, richiesta ed ottenuta per legge da CASADIRITTO, prevista dalla 244, e che è durata tre anni , fu spiccato ordine di recupero coatto (il primo in tutta Italia) ove veniva ordinato da parte del Comando Aeronautica – Roma, l’immediato rilascio di un alloggio assegnato come ASI, in Zona Ostia – Roma. Un alloggio decoroso, per Ufficiali di un certo livello, forse oltre la media, degli alloggi su piazza, con giardinetto, ai margini ( un centinaio di metri) dalla Pineta . Si pensava, che quel Comando, sommerso da richieste di alloggi, potesse fare a meno del sostanzioso canone ( circa 1.100 euro al mese, oltre le spese comuni.) per dare una immediata risposta ad un altro pretendente in lista d’attesa. La cosa sembrava tanto urgente che alla famiglia in uscita, non venne concessa nemmeno quella piccola dilazione dei termini di qualche giorno, dieci o quindici, occorrenti a chi in pieno agosto, deve affrontare una situazione d’emergenza almeno per confezionare pacchi pieni e straboccanti di tutto quello che possiamo immaginare, medaglie e benemerenze comprese. No, lex dura lex, sed lex. Lo sgombero doveva essere immediato, senza tante storie. In un certo senso ci ricorda l’assoluta durezza nei confronti di una persona fragile e provata dalla vita, di un episodio avvenuto alla vigilia di Pasqua di qualche anno fa .( Natale Pasqua e Ferragosto sono ricorrenti) In presenza di analogo provvedimento, speculare solo per l’urgenza asserita, seppure in circostanze del tutto diverse, fu disposto lo sfratto di una persona bisognevole di particolare assistenza. L’episodio toccante avvenne a Roma, in Via Luchino dal Verme, alloggi dell’Aeronautica.
CASADIRITTO si fece interprete come al solito del caso umano, ai quali diamo sempre priorità perché non è un difetto ma è nel DNA DI TUTTE LE PERSONE PER BENE.
Chiedemmo non di annullare lo sfratto, ma di segnalare a cura del Comando, quel giovane bisognevole di cure, a qualche Ente Pubblico per non abbandonarlo in mezzo alla strada, data la particolarità del caso. La mattina arrivarono come stabilito, gli addetti che a malincuore fecero il proprio dovere (qualcuno, un maresciallo quasi piangeva, ma il dovere era il dovere) e l’appartamento venne liberato. Chi era presente sa che quelle immagini rimarranno per sempre come episodi importanti che segneranno ogni successivo comportamento. Un valore di cui i presenti ne andranno orgogliosi, almeno di aver dimostrato la loro solidarietà con la loro presenza. Altri temendo non si sa che cosa, preferirono l’indifferenza. Qualcuno, non ebbe timore di piangere. Il giorno dopo quel ragazzo venne ricoverato: si era rotto le ossa cadendo da un recinto della Chiesa, ove un prete caritatevole, quella sera l’aveva ospitato. Non si chiedeva la luna, ma solo una segnalazione autorevole. Nessuno intervenne, solo CASADIRITTO con una decina di persone per testimoniare solidarietà e pochissimi vicini. Un caso umano, che dette a chi come noi ha intrapreso questa battaglia, nuove convinzioni: Naturalmente era tanto urgente il recupero che l’alloggio rimase vuoto per più di un anno. Sarebbero bastati pochi giorni. Ma ritorniamo nella Pineta.
Quella persona, normalissima in tutti i sensi, non era moroso, non aveva avuto questioni con nessuno, non aveva bisogno dei servizi sociali del Comune, aveva svolto la sua carriera con onore, dignità e sacrificio, ma ora gli si chiedeva di andare via. E lui obbedì.
PARLEREMO IN SEGUITO DELLE CASE BLU, che non è il colore della tinteggiatura di particolari abitazioni, in altra occasione.
Ora, a distanza di un anno, ci siamo informati. Un rapido sopralluogo e fare una “capatina” in loco. L’alloggio è vuoto. Il giardinetto è abbandonato. Se assegnato in tempi brevi (l’alloggio era in buone condizioni) l’Amministrazione Difesa avrebbe incassato almeno 1,60 euro al metro quadro; 1,6O x 120 alle attuali tariffe per un totale di 192 euro al mese. Forse pochi. Per CASADIRITTO gli ASI dovrebbero pagare almeno l’equo canone. Di questi tempi la CASA BLU sa di casta. Ma lo faremo in seguito.
Ma se con le attuali regole, l’alloggio di Ostia fosse stato assegnato ancora all’incarico particolare, perché non si sono trovati aspiranti ASI in tutto questo tempo? Siamo a Roma, ove dicono, che è un Comune ad alta richiesta di alloggi. Se così fosse stato, mancanza di richieste, poteva essere assegnato come AST alla prima graduatoria utile, ad un canone convenzionale di 1, euro e 95 centesimi al metro, per un importo di 234 euro ad un ufficiale, sottufficiale o caporalmaggiore.
Non ci è dato sapere di più. Ma allora perché fare a meno di circa 13.200 euro all’anno di un canone precedente ed accollarsi pure le spese generali per l’alloggio vuoto? E perché fare a meno anche dei canoni ASI previsti? O in subordine dei canoni AST altrettanto previsti?
2° MISTERO NEL BOSCO: BIFAMILIARE ALL’INTERNO DELLA PINETA – OSTIA ROMA - AERONAUTICA
Villaggio Azzurro, preesistenza di vecchi shipston cosiddetti inglesi. Da più di 10 anni, forse 12 ormai, un bel villone bifamiliare fatto costruire dai “ Responsabili” del settore di quegli anni sempre dell’Aeronautica, fa mostra di se, quasi ultimato, ma non terminato, appena dentro la bella Pineta di Roma Ostia, una fascia di oasi di verde. Qualcuno allora pensò che quella costruzione, in quel posto, non avrebbe potuto o dovuto esserci, e che quindi, non fossero del tutto a posto le carte. Un caso come tantissimi, dato che, sembra, in Italia tutto funzioni così. Prima costruisco, poi condono. Senonchè alcuni cittadini italiani, benemeriti, chissà chi, mandati forse dalla Provvidenza, che qualcuno li benedica, curiosi ed attenti, segnalarono alla Procura della Repubblica quel maldestro tentativo e la Magistratura intervenne. I lavori per qualche tempo andarono ancora avanti, ma poi arrivarono i gendarmi con i sigilli. Furono sospesi i lavori. Sono passati gli anni ma il “ Mostro “ edilizio è ancora li, spettrale. I lavori non sono andati avanti, malgrado tentativi, ne il “mostro” è stato raso al suolo, come avremmo preferito. Non conosciamo a distanza di tutti questi anni quale è, allo stato, l’iter giudiziario e a carico di chi, ma quello spreco, allora di 500 – 600 milioni o forse più, procurò un sicuro danno, per l’Amministrazione Difesa, per le famiglie, oltrechè per la natura e l’ambiente. Quei denari potevano essere impiegati sicuramente altrove, e altre case potevano essere assegnate. Ora il “mostro di Ostia”, al di la della paura, lascia solo da riflettere.
PERCHE’ CASADIRITTO METTE IN LUCE TUTTO CIO’?
Sappiamo che molte mattine, di buon ora, in quella Via così importante di Roma centro ed in altre Vie sia a Roma, a Milano ed altrove, accedono sul sito di CASADIRITTO, Addetti ai Lavori e Comandi, anche prima della rassegna stampa. Ne siamo orgogliosi come CASADIRITTO per l’autorevolezza e per la qualità dell’informazione e delle proposte, dei diritti e dei doveri che portiamo avanti delle richieste sempre ragionevoli e di buon senso e mai vuote e non motivate, informando continuamente e parallelamente delle vittorie e delle sconfitte.
LE PIU’ BELLE VITTORIE PER TUTTI
- aver ottenuto, su nostra richiesta, circa tre anni addietro, l’estensione anche agli ASI del diritto alla continuazione dell’alloggio se si è in presenza di un portatore di handicap così come già previsto per gli AST; questa norma è il segno più evidente dello spirito di solidarietà umana e materiale che ci guida.
- aver dato agli utenti una dignità giuridica (le leggi 537 e 724) che hanno dato per anni legittimità anche giuridica e non solo di fatto, eliminando gli inutili piagnistei tanto cari a che vuole un rapporto di sudditanza fatto di piaceri, di conoscenze magari presunte, di perdita di dignità, ma fatto invece di diritti e di doveri, con regole, soprattutto quelle, e di onestà, e hanno permesso, anche a quelli cui noi non siamo simpatici o peggio, di rimanere e difendere la loro casa.. e le recentissime:
-esclusione della fascia protetta, dall’applicazione dai canoni di mercato;
- ricerca estenuante ed in molti casi vittoriosa, di introdurre le norme di tutela, in special modo per le categorie protette, (in modo parziale per l’usufrutto) e migliorato le altre, valide per tutti, in quanto famiglie , frutto di una decennale linea d’azione che ci ha sempre guidato;
- contestualità, per tutti, PER TUTTI, della decorrenza dei canoni di mercato.
Questi risultati li porteremo nel cuore, comunque vada, qualunque situazione il futuro ci riserverà. Quando qualcuno che ha fattivamente contribuito con CASADIRITTO ad ottenere almeno uno di questi risultati, ricorderà con una vena d’orgoglio questo pur sofferto periodo della sua esistenza, allora penserà alla sua vita ed al significato che ha voluto dargli. Naturalmente nei limiti che tutti noi abbiamo. Uno stato d’animo che non si può capire se non se ne è stati partecipi. Quello che duole, ma non per nostra colpa, è che nella fase ancora decisiva, c’è chi si prende il lusso dell’insulto. Oltre che ingiusto, denotano tutti i limiti caratteriali, la povertà d’animo, la grettezza e l’individualismo delle loro posizioni.
RITORNIAMO AI MISTERI DELLA PINETA
Noi rivolgiamo un invito alla nostra Amministrazione Difesa anche partendo dai due casi della Pineta di Roma – Ostia.
Non vogliamo essere fraintesi, CASADIRITTO non grida al fattarello in maniera qualunquista o peggio scandalistica, così per attirare l’attenzione e spargere fumo. Questi episodi, i misteri che nasconde la pineta, che non sono tanto misteriosi, sono fatti, che noi sottoponiamo all’attenzione della Difesa proprio per cercare di eliminarli, per evitare che siano fatti rientrare nella “normalità”. Non si possono fare affermazioni così come sono state fatte, inserire nelle liste dei recuperi da fare gli alloggi situati nelle città ad alta tensione abitativa militare, quando poi avvengono episodi del genere. Non vogliamo fare altri esempi, ma se proprio volete… Inserire la lista delle città di cui è persistente la richiesta, e poi vedere che accadono certi fatti, è un lusso che non ci si può permettere. Si chiede in definitiva di assegnare tutti gli alloggi vuoti e non tenerli inutilizzati. Ce ne sono molti di richiedenti che farebbero i lavori a loro spese. Perché non autorizzarli, magari anche cambiando il nuovo Regolamento, rimborsando successivamente le spese sostenute e scalandole dal canone dovuto? I tempi stanno per cambiare e vi dovete dare una mossa. Prima che entri in funzione la Cellula operativa e si applichino quei coefficienti. La tensione abitativa si esaurisce se quelle migliaia di case vuote trovassero un assegnatario. Roma, Milano, Torino, Firenze Napoli e Palermo ed altre sono a rischio di quel coefficiente, non alto ma altissimo. Fuori e dentro il Parlamento si è sempre invocato lo sfratto come necessario, perché il famoso colonnello di Napoli, veniva tutti i giorni da Napoli a Roma in treno, la mattina alle cinque, così come dichiarava sul giornale “Metro” un alta personalità, del Comando Aeronautica con una serie di interviste. E probabilmente era vero. Poi è stato fatto vedere in una nota trasmissione televisiva su LA 7 (EXIT) presente il Ministro della Difesa, presente anche un curioso e strano personaggio. Fu messo in luce un caso ove un caporal maggiore la cui sede di servizio era in Toscana, e la moglie era costretta a risiedere in Puglia per mancanza di alloggi. La storia metteva in evidenza quel dramma. . E era vero. Però al Coordinatore di CASADIRITTO, in quella trasmissione, era stata censurata la frase dei 4.000 alloggi vuoti e del perché lo erano.
E anche questo era senz’altro vero. E quelle situazioni continuano a persistere.
Ma allora perché quella casa di Ostia – Roma vicino alla Pineta, abitata fino ad un anno addietro da un Ufficiale senza titolo, che versava 13.200 euro l’anno e su cui è caduta con i requisiti legittimi di urgenza, la mannaia dello sfratto, perchè assieme alle altre migliaia di alloggi, quella casa è ancora desolatamente vuota?
Sergio Boncioli
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- Da 12 anni un “mostro” si aggira in pineta.
Non suscitò scalpore, a Roma, nel luglio 2010 , quando appena terminata la tregua sugli sfratti, richiesta ed ottenuta per legge da CASADIRITTO, prevista dalla 244, e che è durata tre anni , fu spiccato ordine di recupero coatto (il primo in tutta Italia) ove veniva ordinato da parte del Comando Aeronautica – Roma, l’immediato rilascio di un alloggio assegnato come ASI, in Zona Ostia – Roma. Un alloggio decoroso, per Ufficiali di un certo livello, forse oltre la media, degli alloggi su piazza, con giardinetto, ai margini ( un centinaio di metri) dalla Pineta . Si pensava, che quel Comando, sommerso da richieste di alloggi, potesse fare a meno del sostanzioso canone ( circa 1.100 euro al mese, oltre le spese comuni.) per dare una immediata risposta ad un altro pretendente in lista d’attesa. La cosa sembrava tanto urgente che alla famiglia in uscita, non venne concessa nemmeno quella piccola dilazione dei termini di qualche giorno, dieci o quindici, occorrenti a chi in pieno agosto, deve affrontare una situazione d’emergenza almeno per confezionare pacchi pieni e straboccanti di tutto quello che possiamo immaginare, medaglie e benemerenze comprese. No, lex dura lex, sed lex. Lo sgombero doveva essere immediato, senza tante storie. In un certo senso ci ricorda l’assoluta durezza nei confronti di una persona fragile e provata dalla vita, di un episodio avvenuto alla vigilia di Pasqua di qualche anno fa .( Natale Pasqua e Ferragosto sono ricorrenti) In presenza di analogo provvedimento, speculare solo per l’urgenza asserita, seppure in circostanze del tutto diverse, fu disposto lo sfratto di una persona bisognevole di particolare assistenza. L’episodio toccante avvenne a Roma, in Via Luchino dal Verme, alloggi dell’Aeronautica.
CASADIRITTO si fece interprete come al solito del caso umano, ai quali diamo sempre priorità perché non è un difetto ma è nel DNA DI TUTTE LE PERSONE PER BENE.
Chiedemmo non di annullare lo sfratto, ma di segnalare a cura del Comando, quel giovane bisognevole di cure, a qualche Ente Pubblico per non abbandonarlo in mezzo alla strada, data la particolarità del caso. La mattina arrivarono come stabilito, gli addetti che a malincuore fecero il proprio dovere (qualcuno, un maresciallo quasi piangeva, ma il dovere era il dovere) e l’appartamento venne liberato. Chi era presente sa che quelle immagini rimarranno per sempre come episodi importanti che segneranno ogni successivo comportamento. Un valore di cui i presenti ne andranno orgogliosi, almeno di aver dimostrato la loro solidarietà con la loro presenza. Altri temendo non si sa che cosa, preferirono l’indifferenza. Qualcuno, non ebbe timore di piangere. Il giorno dopo quel ragazzo venne ricoverato: si era rotto le ossa cadendo da un recinto della Chiesa, ove un prete caritatevole, quella sera l’aveva ospitato. Non si chiedeva la luna, ma solo una segnalazione autorevole. Nessuno intervenne, solo CASADIRITTO con una decina di persone per testimoniare solidarietà e pochissimi vicini. Un caso umano, che dette a chi come noi ha intrapreso questa battaglia, nuove convinzioni: Naturalmente era tanto urgente il recupero che l’alloggio rimase vuoto per più di un anno. Sarebbero bastati pochi giorni. Ma ritorniamo nella Pineta.
Quella persona, normalissima in tutti i sensi, non era moroso, non aveva avuto questioni con nessuno, non aveva bisogno dei servizi sociali del Comune, aveva svolto la sua carriera con onore, dignità e sacrificio, ma ora gli si chiedeva di andare via. E lui obbedì.
PARLEREMO IN SEGUITO DELLE CASE BLU, che non è il colore della tinteggiatura di particolari abitazioni, in altra occasione.
Ora, a distanza di un anno, ci siamo informati. Un rapido sopralluogo e fare una “capatina” in loco. L’alloggio è vuoto. Il giardinetto è abbandonato. Se assegnato in tempi brevi (l’alloggio era in buone condizioni) l’Amministrazione Difesa avrebbe incassato almeno 1,60 euro al metro quadro; 1,6O x 120 alle attuali tariffe per un totale di 192 euro al mese. Forse pochi. Per CASADIRITTO gli ASI dovrebbero pagare almeno l’equo canone. Di questi tempi la CASA BLU sa di casta. Ma lo faremo in seguito.
Ma se con le attuali regole, l’alloggio di Ostia fosse stato assegnato ancora all’incarico particolare, perché non si sono trovati aspiranti ASI in tutto questo tempo? Siamo a Roma, ove dicono, che è un Comune ad alta richiesta di alloggi. Se così fosse stato, mancanza di richieste, poteva essere assegnato come AST alla prima graduatoria utile, ad un canone convenzionale di 1, euro e 95 centesimi al metro, per un importo di 234 euro ad un ufficiale, sottufficiale o caporalmaggiore.
Non ci è dato sapere di più. Ma allora perché fare a meno di circa 13.200 euro all’anno di un canone precedente ed accollarsi pure le spese generali per l’alloggio vuoto? E perché fare a meno anche dei canoni ASI previsti? O in subordine dei canoni AST altrettanto previsti?
2° MISTERO NEL BOSCO: BIFAMILIARE ALL’INTERNO DELLA PINETA – OSTIA ROMA - AERONAUTICA
Villaggio Azzurro, preesistenza di vecchi shipston cosiddetti inglesi. Da più di 10 anni, forse 12 ormai, un bel villone bifamiliare fatto costruire dai “ Responsabili” del settore di quegli anni sempre dell’Aeronautica, fa mostra di se, quasi ultimato, ma non terminato, appena dentro la bella Pineta di Roma Ostia, una fascia di oasi di verde. Qualcuno allora pensò che quella costruzione, in quel posto, non avrebbe potuto o dovuto esserci, e che quindi, non fossero del tutto a posto le carte. Un caso come tantissimi, dato che, sembra, in Italia tutto funzioni così. Prima costruisco, poi condono. Senonchè alcuni cittadini italiani, benemeriti, chissà chi, mandati forse dalla Provvidenza, che qualcuno li benedica, curiosi ed attenti, segnalarono alla Procura della Repubblica quel maldestro tentativo e la Magistratura intervenne. I lavori per qualche tempo andarono ancora avanti, ma poi arrivarono i gendarmi con i sigilli. Furono sospesi i lavori. Sono passati gli anni ma il “ Mostro “ edilizio è ancora li, spettrale. I lavori non sono andati avanti, malgrado tentativi, ne il “mostro” è stato raso al suolo, come avremmo preferito. Non conosciamo a distanza di tutti questi anni quale è, allo stato, l’iter giudiziario e a carico di chi, ma quello spreco, allora di 500 – 600 milioni o forse più, procurò un sicuro danno, per l’Amministrazione Difesa, per le famiglie, oltrechè per la natura e l’ambiente. Quei denari potevano essere impiegati sicuramente altrove, e altre case potevano essere assegnate. Ora il “mostro di Ostia”, al di la della paura, lascia solo da riflettere.
PERCHE’ CASADIRITTO METTE IN LUCE TUTTO CIO’?
Sappiamo che molte mattine, di buon ora, in quella Via così importante di Roma centro ed in altre Vie sia a Roma, a Milano ed altrove, accedono sul sito di CASADIRITTO, Addetti ai Lavori e Comandi, anche prima della rassegna stampa. Ne siamo orgogliosi come CASADIRITTO per l’autorevolezza e per la qualità dell’informazione e delle proposte, dei diritti e dei doveri che portiamo avanti delle richieste sempre ragionevoli e di buon senso e mai vuote e non motivate, informando continuamente e parallelamente delle vittorie e delle sconfitte.
LE PIU’ BELLE VITTORIE PER TUTTI
- aver ottenuto, su nostra richiesta, circa tre anni addietro, l’estensione anche agli ASI del diritto alla continuazione dell’alloggio se si è in presenza di un portatore di handicap così come già previsto per gli AST; questa norma è il segno più evidente dello spirito di solidarietà umana e materiale che ci guida.
- aver dato agli utenti una dignità giuridica (le leggi 537 e 724) che hanno dato per anni legittimità anche giuridica e non solo di fatto, eliminando gli inutili piagnistei tanto cari a che vuole un rapporto di sudditanza fatto di piaceri, di conoscenze magari presunte, di perdita di dignità, ma fatto invece di diritti e di doveri, con regole, soprattutto quelle, e di onestà, e hanno permesso, anche a quelli cui noi non siamo simpatici o peggio, di rimanere e difendere la loro casa.. e le recentissime:
-esclusione della fascia protetta, dall’applicazione dai canoni di mercato;
- ricerca estenuante ed in molti casi vittoriosa, di introdurre le norme di tutela, in special modo per le categorie protette, (in modo parziale per l’usufrutto) e migliorato le altre, valide per tutti, in quanto famiglie , frutto di una decennale linea d’azione che ci ha sempre guidato;
- contestualità, per tutti, PER TUTTI, della decorrenza dei canoni di mercato.
Questi risultati li porteremo nel cuore, comunque vada, qualunque situazione il futuro ci riserverà. Quando qualcuno che ha fattivamente contribuito con CASADIRITTO ad ottenere almeno uno di questi risultati, ricorderà con una vena d’orgoglio questo pur sofferto periodo della sua esistenza, allora penserà alla sua vita ed al significato che ha voluto dargli. Naturalmente nei limiti che tutti noi abbiamo. Uno stato d’animo che non si può capire se non se ne è stati partecipi. Quello che duole, ma non per nostra colpa, è che nella fase ancora decisiva, c’è chi si prende il lusso dell’insulto. Oltre che ingiusto, denotano tutti i limiti caratteriali, la povertà d’animo, la grettezza e l’individualismo delle loro posizioni.
RITORNIAMO AI MISTERI DELLA PINETA
Noi rivolgiamo un invito alla nostra Amministrazione Difesa anche partendo dai due casi della Pineta di Roma – Ostia.
Non vogliamo essere fraintesi, CASADIRITTO non grida al fattarello in maniera qualunquista o peggio scandalistica, così per attirare l’attenzione e spargere fumo. Questi episodi, i misteri che nasconde la pineta, che non sono tanto misteriosi, sono fatti, che noi sottoponiamo all’attenzione della Difesa proprio per cercare di eliminarli, per evitare che siano fatti rientrare nella “normalità”. Non si possono fare affermazioni così come sono state fatte, inserire nelle liste dei recuperi da fare gli alloggi situati nelle città ad alta tensione abitativa militare, quando poi avvengono episodi del genere. Non vogliamo fare altri esempi, ma se proprio volete… Inserire la lista delle città di cui è persistente la richiesta, e poi vedere che accadono certi fatti, è un lusso che non ci si può permettere. Si chiede in definitiva di assegnare tutti gli alloggi vuoti e non tenerli inutilizzati. Ce ne sono molti di richiedenti che farebbero i lavori a loro spese. Perché non autorizzarli, magari anche cambiando il nuovo Regolamento, rimborsando successivamente le spese sostenute e scalandole dal canone dovuto? I tempi stanno per cambiare e vi dovete dare una mossa. Prima che entri in funzione la Cellula operativa e si applichino quei coefficienti. La tensione abitativa si esaurisce se quelle migliaia di case vuote trovassero un assegnatario. Roma, Milano, Torino, Firenze Napoli e Palermo ed altre sono a rischio di quel coefficiente, non alto ma altissimo. Fuori e dentro il Parlamento si è sempre invocato lo sfratto come necessario, perché il famoso colonnello di Napoli, veniva tutti i giorni da Napoli a Roma in treno, la mattina alle cinque, così come dichiarava sul giornale “Metro” un alta personalità, del Comando Aeronautica con una serie di interviste. E probabilmente era vero. Poi è stato fatto vedere in una nota trasmissione televisiva su LA 7 (EXIT) presente il Ministro della Difesa, presente anche un curioso e strano personaggio. Fu messo in luce un caso ove un caporal maggiore la cui sede di servizio era in Toscana, e la moglie era costretta a risiedere in Puglia per mancanza di alloggi. La storia metteva in evidenza quel dramma. . E era vero. Però al Coordinatore di CASADIRITTO, in quella trasmissione, era stata censurata la frase dei 4.000 alloggi vuoti e del perché lo erano.
E anche questo era senz’altro vero. E quelle situazioni continuano a persistere.
Ma allora perché quella casa di Ostia – Roma vicino alla Pineta, abitata fino ad un anno addietro da un Ufficiale senza titolo, che versava 13.200 euro l’anno e su cui è caduta con i requisiti legittimi di urgenza, la mannaia dello sfratto, perchè assieme alle altre migliaia di alloggi, quella casa è ancora desolatamente vuota?
Sergio Boncioli
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13 agosto 2011