APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
in questo momento particolare, forte è l’enorme considerazione dei cittadini verso il loro Presidente e le Istituzioni che Lei rappresenta. E questa enorme considerazione, ci porta a rivolgerci a Lei. Accade talvolta però che una Legge passi quasi inosservata o non abbastanza valutata negli effetti reali che essa provoca nella vita dei cittadini, specialmente quando sulla stessa Legge, per il meccanismo dei voti di fiducia, non è proprio possibile apportare una correzione giusta. Come nel caso drammatico che ora, sta accadendo a migliaia di famiglie di militari in servizio, pensionati e vedove abitanti degli alloggi della Difesa.
E’ successo che nelle pieghe della Legge del 30 luglio n. 122 all’art. 6 -21 quater, veniva varata una norma la quale prevede per gli utenti degli alloggi della Difesa, il cui titolo concessorio risulti scaduto, il pagamento di un canone di mercato definito di occupazione con l’obbligo di rilascio, da attuarsi mediante l’emissione di un Decreto Ministro Difesa, emesso poi il 16 marzo 2011. Ciò metteva termine ad un periodo in cui queste famiglie, avevano usufruito di Leggi importanti a cui Lei Signor Presidente, aveva contribuito a dare un importante contributo. Era accaduto che nel periodo che svolgeva l’altissimo ruolo di Presidente della Camera dei Deputati, ricevendo una Delegazione dell’Associazione CASADIRITTO, che il sottoscritto rappresenta da moltissimi anni, aveva preso l’impegno di far calendarizzate una Proposta di Legge di iniziativa popolare a norma della Costituzione, dopo che i cittadini avevano raccolto 30.000 firme in tutta Italia per dare una definitiva soluzione attraverso l’emanazione di una Legge che avrebbe dato le giuste risorse alla Difesa e risolvendo a livello normativo la situazione degli utenti di questi alloggi, dando piena soddisfazione agli utenti anche dal punto di vista della dignità.
Infatti in Parlamento, con la Legge 537 del dicembre 1993 e successivamente con la Legge 724 del dicembre 1994, furono approvate quelle norme. Tale quadro giuridico rimase operante per tutto questo periodo, durante il quale la Difesa ha introitato ogni anno, proveniente dai canoni previsti, circa 36 milioni di Euro. Tutto ciò fino alla Legge 112 del 30 luglio 2010, con l’applicazione dell’art.6 21 quater. Ora, che il Regolamento previsto è stato emanato dal Ministero della Difesa il 16 marzo 2011, in questi giorni stanno arrivando migliaia di lettere raccomandate che notificano canoni inverosimili e, soprattutto non sostenibili. Infatti, applicando parametri previsti dall’Agenzia del Territorio e dal suo Osservatorio OMI, vengono recapitati importi spaventosi, tali da provocare veri e propri drammi. Con decorrenza immediata all’atto della notifica e, con prelievo automatico in busta paga o presso l’Ente Previdenziale INPDAP, alle famiglie, circa 3.000 e concentrate soprattutto nelle grandi città di Roma, Milano, Genova, Torino, Venezia, Firenze e Bologna, ed in parte a Napoli e Caserta e Bari vengono comunicati canoni di 2.500, 2.000, 1.500 Euro al Mese. Le lettere hanno cominciato ad arrivare già da alcun giorni ed interessano tutta l’Italia.
Autentici drammi familiari si stanno consumando nella assoluta indifferenza delle Autorità e gli appelli che giungono alla nostra Associazione lo testimoniano. Vengono colpiti maggiormente gli utenti residenti nelle città capoluogo del Centro-Nord ove per marescialli con pensione o stipendio di 1.800 - 2.000 Euro, i nuovi canoni raggiungono importi di 800 - 2.000 ed anche 2.500 Euro. Ma anche stipendi più consistenti, ne rimangono inevitabilmente colpiti. Vale a dire, sono superiori in taluni casi all’intero stipendio o pensione. In un caso a noi noto di 2.640 euro su uno stipendio di 1.200 euro.
Contemporaneamente al Senato si sta cercando di portare avanti quattro Mozioni presentate da tutti i gruppi parlamentari PDL, PD, TERZO POLO e IDV, in un tentativo di mediare su alcuni punti. La seduta riguardante le Mozioni sugli alloggi della Difesa è stata sospesa il 28 settembre u.s. e riprenderà nelle prossime sedute, cercando di arrivare ad una mediazione. Ma in questa incertezza, una cosa è certa: i canoni notificati già hanno validità immediata agli effetti pratici. In taluni casi sono superiori al totale dello stipendio o pensione disponibile, e verranno trattenuti automaticamente.
Signor Presidente,
Le chiedo un suo diretto interessamento anche a nome di tante famiglie che hanno servito il Paese fino in fondo, e che ora sembra che si voglia voltare loro le spalle, Le chiedo, che attraverso i suoi Uffici Giuridici voglia voler fare esaminare il problema al fine di valutare particolari aspetti giuridico-sociali riguardanti le conseguenze pratiche dell’applicazione di quel Decreto Ministero Difesa del 16 marzo 2011 e dei risvolti che esso sta provocando. Ci sono all’interno, delle norme che ci appaiono inverosimili.
Ora, come nel lontano 1992, quando personalmente consegnai a Lei nei suoi austeri Uffici della Camera dei Deputati di cui Lei era Presidente, scatoloni pieni di firme, in noi rimane intatta la nostra fiducia, anche se le speranze di allora e le Leggi conseguenti, sono ormai un ricordo, Le rinnovo rispettosamente la richiesta di far valutare ai suoi Uffici Giuridici preposti gli effetti pratici che sta avendo la nuova Regolamentazione.
Nel saluto che ora Le porgo, anche a nome delle famiglie dei militari in servizio, in quiescenza interessate a questo doloroso sviluppo che riveste la problematica degli alloggi militari, unisco un augurio per questa nostra bella ed amata Italia, che sembra aver smarrito l’essenza stessa del diritto: almeno il diritto a vivere.
Sergio Boncioli
Coordinatore Nazionale Casadiritto
21 ottobre 2011