LA RABBIA E LA RAGIONE
I canoni notificati sono fuori mercato On. Crosetto, anche per lei, bisogna fermare quella mostruosità.
I canoni notificati sono fuori mercato On. Crosetto, anche per lei, bisogna fermare quella mostruosità.
"Obiettivo 9" "L.112 del 30 luglio 2010 art.6.21 quater" "D.M.D. del 16 marzo 2011" Secondo la Difesa la colpa è di Boncioli
Ma come abbiamo sempre detto l’avvocato rappresenta l’estrema ratio. Prima CASADIRITTO ha portato a casa, con una operazione di salvataggio in un mare già in tempesta, alcune migliaia di naufraghi comprese centinaia di naufraghi particolarmente non abilissimi, le famiglie con portatori di handicap, che ancora poche ore prima dell’8 febbraio 2011 (mozione 1-559) avevano poche chance per resistere. La risacca li avrebbe trascinati al largo e non avevano il salvagente. Molti non lo sanno ancora, ma è meglio così. Servirebbe soltanto a gloriarsi inutilmente. Ma altrettante migliaia di famiglie sono ora vittime di chi, portando avanti un progetto incredibile quanto inusuale per una Pubblica Istituzione, quello di buttare le famiglie fuori casa attraverso un piano studiato a tavolino, di applicare un canone insostenibile, (sappiamo di che cosa parliamo, ma nessuno ce ne chiede le spiegazioni, che siamo vogliosi di poterle esporre), e di chi, all’interno del Parlamento ha votato, con o meno consapevolezza, quel progetto oscuro preordinato.
CHE COSA STA SUCCEDENDO. Si svuotano gli alloggi. Si riempiranno a colpi di 100 Euro al mese.
Il day after, il giorno dopo lungo ormai da giorni, si sta verificando. Ad agosto le prime avvisaglie, poi un numero ormai a tre cifre, man mano che venivano diffuse da alcuni zelanti addetti ai lavori notizie di lacrime e sangue attraverso la solita inutile funzione quella del dileggio che si esercita presso gli Organi Periferici in tutti i sensi, poi quattro conti in famiglia e decisioni rapide, forse sotto un’emozione e una trepidazione mai provata: si doveva sbaraccare “volontariamente” senza carabinieri, prima dell’arrivo della lettera. Poi la lettera e la conferma: quello scenario più volte paventato da CASADIRITTO , quando ancora trattative ed incontri erano in piedi, si evidenziava: 2.500, 2.000, 1.500, 1.000, 800 sta rivelandosi lo snocciolamento di un triste rosario, con l’apertura di quelle buste.. Poi sempre più in fuga: a Roma, già più di cento, zona Amba Aradam, via Garibaldi, poi, all’Aeroporto dell’Urbe, Monte Mario, Talenti, Val Padana, Flaminia Vecchia, man mano che le lettere arrivano, da due giorni è cominciato il diluvio alla Cecchignola…..Santa Rosa Le case si svuotano. Vengono così stravolti, affetti e ricordi, unitamente ai singoli drammi. Contemporaneamente a Roma, Milano, Torino, Venezia, Bologna, Firenze e in molte altre località, ove gli indici OMI relativi al costo canone per metro quadro raggiungono anche 30 Euro, consistenti fette di gettito vengono a mancare facendo di conseguenza soffocare le già scarse dotazioni delle Direzioni Genio e Reparti Infrastrutture, ridotte a desolanti astanterie.
QUOZIENTE FAMILIARE: CHE FINE INGLORIOSA. Alla luce di quello che sta accadendo:
- impossibilità di pagare certi canoni;
- prevedibile minor gettito reale per la Difesa in derivazione dei nuovi canoni.
La soluzione doveva essere il quoziente familiare, seppure articolato. Era in definitiva l’uovo di Colombo, che conduceva alla sola soluzione soddisfacente, se le persone sedute a quel tavolo a Via Napoli, quelle dalla parte del muro, dietro la scrivania, l’avessero voluto: la parola chiave era SOSTENIBILITA’ in base al reddito, ma pur sempre sostenibilità. CASADIRITTO presentò quella sera un progetto, semplice chiaro, senza veli. L’on.le Crosetto ed i suoi collaboratori non lo esclusero, anche il COCER e un delegato singolo lo proposero, se ricordiamo bene. Trovammo ovunque consensi convinti.
Si partiva da un imponibile familiare per arrivare al canone, ma comunque un canone sostenibile. Tra le tante tabelle e tabelline alcune delle quali creative e esilaranti, (multe), comunque di difficile applicazione (i canoni provvisori ne sono la prova) inserite poi nel Decreto del 16 marzo 2011, il quoziente familiare aveva il pregio facile dell’applicazione e della comprensione, e ovviamente della sostenibilità.
Ma allora il coefficiente 0,30? Arrivare a definire un canone, avendo applicato un coefficiente correttivo qualunque esso sia, non raggiunge il risultato che a chiacchiere si voleva raggiungere. Infatti se si applica il coefficiente più vantaggioso, per i redditi più miserrimi da 0 a 19.000, come ad esempio per pensioni minime o stipendi e pensioni da fame, (vecchie anzianità e reversibilità ASI – ASGC) redditi saltuari, familiari superstiti o altro, ed applicando preventivamente i coefficienti OMI, si può raggiungere un canone di 500 – 800 euro al mese, superiore all’intero reddito mensile. Per i redditi medi ed elevato, aumentati della penalizzazione, si raggiungono coefficienti correttivi intorno al 0,80 e per le zone anche periferiche si raggiungono 1.500 – 2.000 e anche 2.500 euro al mese. Naturalmente nelle grandi città del Centro-nord si trova il grosso degli utenti.
Il Ministro La Russa Ricordiamo rispettosamente le sue dichiarazioni in Parlamento: Abbiamo previsto di apportare riduzioni fino al 70%. E’ vero, ma con redditi da 0 a 19.000 si può prendere anche 800 euro e anche meno al mese, e diventa difficile pagare un canone di 600. Per stipendi e pensioni di 2000 e anche 3000 euro, come si può pagare 1.500 o 2.000.? Una cosa è sicura: i coefficienti correttivi sono inadeguati o sono solo una parvenza per salvarsi l’anima da parte dei ” Responsabili”. La realtà è che i canoni sono INSOSTENBILI. Residence per singoli per chi può, o “buen retiro” nelle case appenniniche dei nostri vecchi per chi ne può disporre, non rappresentano certo una soluzione.
MA ALMENO CI SARANNO GLI ALLOGGI PER GLI ASI? Solo sulla carta. Come noto, quelle case che ora sono o saranno abbandonate dalle famiglie in fuga, dovranno essere sistemate per accogliere una nuova famiglia. Opere di ristrutturazione o semplici investimenti impegneranno risorse che non ci sono e non ci saranno sempre più, così come è accaduto per migliaia di alloggi vuoti in attesa perennemente di lavori. Le case che si potranno riassegnare per lo più ASI, quelle delle grandi città, daranno gettiti irrisori di 1,60 al metro quadro (100 m. 160 Euro), che non saranno sufficienti per rientrare nelle quote accise, spese riparazione caldaie e ascensori, figuriamoci per le manutenzioni e riparazioni, per Regolamento spettanti all’Amministrazione.
Chi paga il conto? Non certamente quella pattuglia avanzata dell’ingegno umano, definitasi “obiettivo 9 “ che in modo scientifico ma crudele ha realizzato l’operazione. Quei “deputati zelanti” come qualcuno ha definito in modo irriguardoso, chi, di tutte le parti politiche che negli anni, attraverso varie Leggi avevano costruito qualcosa di umano e che altri ”deputati o Senatori” non zelanti e non pensanti, e non si sa che cos’altro, hanno abbattuto, ora faranno un passo indietro, dal momento che Pantalone non c’è che possa ripianare quel danno economico, ne di ripianare tantomeno quello umano. Si sono perfino dimenticati che il canone di mercato applica canoni OMI su un Patrimonio alloggiativo di servizio, rientrante nei parametri di tipo economico d (Legge 497 -18 agosto 1978), cosa di per se incredibile, anche per chi non abbia specifica cognizione in materia giuridica.
Debito/deficit Ritornando ai 100 Euro futuri, non ci sarà più barba di Istituzione che potrà appianare sia debito annuale che deficit accumulabile tra entrate e uscite, conseguenza diretta derivante da una sommatoria di fuga dal mercato selvaggio (sfratti artificiosi più sfratti naturali). L’intero sistema allora potrebbe collassare. Paura, panico, terrore con tutti gli “ismi” del caso, stanno scaricandosi. CASADIRITTO ha fatto la sua bandiera prima cercando di far sopprimere quell’emendamento del luglio 2010 (6-21 quater) e poi cercando di rendere meno oppressiva la norma. E in parte riuscendoci.
LA RAGIONE Ora che si è ormai all’epilogo e l’unica difesa potrebbe essere il TAR, ecco che ancora, l’Aula del Senato che si riunirà non appena la strada della mediazione si intravederà, se si intravederà, potrebbe prevalere la ragione.
Facciamo che il Senato, sia il vero traguardo A questo tenue filo ci sentiamo legati o meglio ci vogliamo sentire legati. All’on.le Crosetto, nel bene e nel meno bene ci sentiamo in qualche modo vincolati per quella carica di umanità e di buon senso unita ad indubbia capacità. Ci siamo sbagliati? Vorremmo dire di no. Più incontri con lui ed il suo staff ci hanno permesso man mano di abbattere barriere e diffidenza, poi sono venuti alcuni risultati. Cercare di chiudere la partita, intravedendo il traguardo finale come un traguardo vittorioso da tagliare “quello che costi quel che costi a tutti i costi”, non ha certo agevolato l’ultima fase. Ma ora che l’evidenza dei fatti sta abbattendosi, con articoli e commi iniqui sulla testa delle famiglie stravolte, questo scenario i cui echi e non solo, sono giunti anche sui tavoli del COLLE PIU’ ALTO, le Mozioni che ancora attendono al Senato, potrebbero risultare l’arma Istituzionale ancora una volta necessaria, e l’Aula del Senato con la mediazione richiesta possa rappresentare il vero traguardo.
Sergio Boncioli
31 ottobre 2011