DECRETO ANNUALE REDDITI 2010
Continua il mistero del decreto firmato il 15 marzo 2011 e mai arrivato alla Corte dei Conti. Qualcuno se ne è accorto?
Continua il mistero del decreto firmato il 15 marzo 2011 e mai arrivato alla Corte dei Conti. Qualcuno se ne è accorto?
CHE NE E’ STATO POI DI QUEL DECRETO?
CASADIRITTO, in considerazione dell’importanza di quel Decreto che aggiorna il limite di reddito portandolo a 40.810,22 per l’anno 2010, è importante soprattutto perché attualizza per la prima volta la precedente normativa proveniente dalle Leggi conquistate da CASADIRITTO ( 537 e 724) che per la prima volta estendevano i diritti agli utenti senza più il titolo concessorio, anche a chi per la verità continua il suo soliloquio o il suo mutismo semestrale o annuale che sia, malgrado che da quelle leggi ed altre, ha potuto mantenere, come altri, con il blocco degli sfratti richiesto ed ottenuto allora da CASADIRITTO, la continuazione della conduzione del suo alloggio. Naturalmente, nei modi come poi sappiamo, era intervenuto il Gruppo denominato “Obiettivo 9” con i canoni folli il suo progetto e la sua supina approvazione, concretatasi nel corso della Finanziaria del 30 luglio 2010, ad opera di quella Maggioranza e tutto quello che sta accadendo di conseguenza, cui le raccomandate di questi giorni sono la crudele ma logica conseguenza, mangiandosi la “ragionevole” norma che aumentava del 50% l’equo canone, sostituendola con la pura follia in derivazione dell’art. 6 21 quater.
IN UN PAESE NORMALE
Una Amministrazione “normale” in un Paese normale, avrebbe preso atto di quanto comunicato dalla Presidenza della Camera, come risulta dal carteggio, e avrebbe dovuto trasmettere il Decreto, già firmato, alla Corte dei Conti, per la registrazione per poi aspettare la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Così non è stato, o almeno non risulta. Già in data 27 luglio 2011, fatti i dovuti accertamenti, CASADIRITTO, attraverso un “BREAKING NEWS”, apparso sul sito, fece un invito informale all’UFFICIO LEGISLATIVO del Ministero della Difesa affinchè desse delle informazioni e comunque si adoperasse per provvedere alla registrazione per evitare che, in conseguenza dell’ingiustificato ritardo, venissero poi applicati canoni in maniera indebita, per gli aventi diritto con redditi a margine, e ci si appropriasse in definitiva, di denaro non dovuto. Non è pensabile con i tempi che corrono, che ancora qualcuno pensi di tirare a campare e faccia ricadere colpevoli ritardi sulle spalle delle famiglie. A maggior ragione se riveste incarichi di grande responsabilità. Può essere che ci siano state delle ragioni che ci sfuggono. Basterebbe dirlo. Ripetiamo: siamo in presenza di un Decreto firmato il 15 marzo e rimasto nel cassetto di qualcuno.
IN COINCIDENZA CON LE DIMISSIONI DEL GOVERNO
In questa particolare fase, che assieme all’intera compagine governativa, ha visto dimissionario l’ex Ministro La Russa, da informazioni aggiornate, assunte presso la Corte dei Conti, ci è stato confermato che quel Decreto, ormai fantomatico, non ha ancora percorso quell’ultimo miglio. Mentre ci chiediamo chi nelle Difesa, guida quella inusuale procedura , ricordiamo all’Ufficio Legislativo, che conosciamo come scrupoloso e attento, quali già potrebbero essere le conseguenze:
- errata ed indebita applicazione dei canoni OMI (Decreto del 16 marzo 2011) in quanto, non esistendo il Decreto riguardante i redditi del 2010, il limite di reddito relativo all’esclusione dai canoni folli parte dopo i 40.167,54 (redditi 2009) e non già d 40.810,22 (redditi 2010). Ricordiamo che sul filo di quell’importo passa la “linea del Piave” anche per la differenza di 1 centesimo di euro;
- quello che riteniamo non ammissibile, è che, per colpa di quel ritardo grave, non viene riconosciuta come valida, la nuova documentazione presentata per la prima volta dalle famiglie, riguardante il verbale accertante lo stato di grave handicap, di cui alla legge 104 art 3 comma 3, con impressionante ricaduta sul canone applicato;
- avvio di interminabili procedure giuridico/amministrative, con costi notevoli per l’Amministrazione Difesa;
- ancora più gravosi costi sostenuti dalle famiglie per vedersi riconoscere diritti sacrosanti, con ricadute sul bilancio familiare, per ottenere la restituzione di somme indebitamente prelevate dallo stipendio pensione, recuperandole poi chissà come e chissà quando.
Ricordiamo soltanto che fra circa due mesi, saranno in distribuzione, prima dall l’INPDAP e poi dai singolo Uffici Amministrativi, i mod. CUD relativi ai redditi del 2011. E noi siamo a calcolare i nostri parametri con il 2009.
UN INVITO AL NUOVO MINISTRO DI PAOLA
Con la nomina dell’Ammiraglio Giampaolo Di Paola a Ministro della Difesa, CASADIRITTO coglie l’occasione affinchè si instauri un nuovo modo di affrontare l’emergenza abitativa e quella dei canoni e ragionare nel complicato settore degli alloggi, a cominciare proprio dagli atti dovuti e dal rispetto delle scadenze di legge. Questo ed altre cose, rappresenterà un test per ridare prestigio e maggiore credibilità all’Istituzione Difesa, come uno Stato di diritto impone, costituendo questi semplici atti dovuti una precondizione per affrontare i più gravosi impegni di cui gli alloggi costituiscono una delle emergenze.
Sergio Boncioli
7 dicembre 2011