E SE POI SI SCOPRISSE CHE ACCATASTARE NON SI PUO'....
Cose dell'altro mondo
Il mondo degli alloggi della Difesa
Cose dell'altro mondo
Il mondo degli alloggi della Difesa
I REPORT DI CASADIRITTO
Perchè la Difesa non ha accatastato gli immobili fantasma?
Perchè non provvede immediatamente e si cancella la norma prevista all'art. 7 punto 18 del regolamento?
Ecco perchè siamo "leggermente indignati"
PREMESSA. Come ci capita spesso, nell’esporre i casi più paradossali riguardanti gli alloggi, tra notizie commentate e fatti reali, l’esperienza ci suggerisce che su un fatto non è sufficiente ribadirlo una, ne due volte. Capita quindi che dopo aver affrontato un argomento, in incontri diretti con le Istituzioni, nelle trattative che riusciamo ad ottenere, dopo che persino i Regolamenti sono passati attraverso i controlli del Parlamento attraverso i previsti Pareri, dopo che il COCER bene o male li affronta con i suoi scarsi poteri, dopo e malgrado tutto questo, alcuni aspetti più clamorosi benché emersi o fatti emergere
da CASADIRITTO prima dell’ufficializzazione di un Testo, rimangano tranquillamente nei dispositivi finali e pronti per far scattare la trappola.
E’ tale l’architettura pseudo-para-barocca che ancora costituisce l’assemblamento degli alloggi della Difesa, nell’intera filiera, su cui si sono radicate intere carriere, fior da fiore, talvolta pervase da un misto fatto da una benevolenza nel concedere una concessione, quasi fosse un atto di generosità, compensata poi da una faccia fattasi feroce nel momento del “dagli all’abusivo”. Per poi cambiare idea, magari da parte della stessa persona, per evidente opportunità, nel momento giusto. Ecco quindi, che su questo habitat e brodo di coltura, parlare in modo pragmatico, esplicito e propositivo diventa difficile, quasi impossibile. A volte capita invece che con una informazione più precisa, attenta, chirurgica quasi, senza sparare nel mucchio, CASADIRITTO riesca almeno a suscitare l’indignazione. E’ ciò che è avvenuto nei due Report, riguardanti i canoni di mercato e le vendite, su cui recentemente ci siamo addentrati.
PERCHE’ INDIGNATI. IL” CALCIO DEL SOMARO “?
La norma: Regolamento del 18 maggio 2010. (art. 7 punto 18)
“… omissis Le spese di stipula e registrazione dei contratti, nonché quelle relative alle procedure d’asta e di eventuale accatastamento degli alloggi da alienare, sono a carico degli acquirenti…..omissis”
Quindi, in caso di acquisto di un immobile non accatastato, l’utente si impegna a sostenere le spese di accatastamento. E aggiungiamo noi anche le spese eventuali di urbanizzazione, attacco rete fognante, Legge Bucalossi, da versare ai Comuni che sono connesse alla richiesta di accatastamento.
COMITIVA DI GIURECONSULTI. La “faccia tosta” a dir poco, di chi a preteso di inserire tale norma, non ha limiti. Questa crema di studiosi giureconsulti, una razza inestinguibile, stanziale solitamente sulla riva “gausche” del Tevere, anziché leggere le carte ed esaminare il problema, riconoscere responsabilità attuali e pregresse, fare il mea culpa, con tutto il rispetto per quello religioso, radunare le scartoffie e correre al più vicino CATASTO, che ha fatto?
Invece di risalire alle cause del perché negli anni non ha provveduto, all’atto di un acquisizione di un immobile, o al frazionamento di un immobile già esistente, a regolarizzarlo, sia da un punto di vista fiscale che urbanistico, ha omesso tale incombenza, commettendo un comportamento almeno censurabile ed omissivo. Con il risultato che molti alloggi sono sconosciuti al catasto e quindi non esistono. Tanto è vero che nel Regolamento è stata inserita quella norma. Si è creduto di tagliare per la tangente per rimediare alle proprie inefficienze, scaricando sulla testa degli utenti già enormemente penalizzati per altri aspetti noti, una tale costosa e complicata incombenza.
CASADIRITTO LO EVIDENZIO’ GIA’ NEL 1995. Già all’indomani della Legge 537 e 724 che prevedevano come punto di partenza l’equo canone o la maggiorazione dello stesso, tale calcolo doveva essere effettuato avendo come punto di partenza un certificato catastale, per avere almeno un punto fermo di attendibilità certo. Una carta vera, quella del certificato catastale, che solo il Catasto può rilasciare, era una occasione buona per regolarizzare il caos. Ciò non fu fatto. L’equo canone fu applicato “all’italiana” con autoattribuzioni casarecce di categorie catastali, provocando contenziosi e ricorsi ed enormi danni di spese giudiziarie e ricorsi e restituzione di somme a carico della Difesa. In un paio di notti, a Roma, furono precettati gli incaricati e furono attribuiti, a tavolino, migliaia di A/2. La Guardia di Finanza, giustamente pretendeva, dopo più di due anni, almeno l’applicazione di quella legge, sempre mal digerita dall’Amministrazione.
Chi seguì i suggerimenti di CASADIRITTO a Roma ed altrove, costrinse la Difesa, senza ricorso ma segnalando semplicemente quella prassi al competente Ufficio del Catasto, quella prassi sciagurata, a raccogliere in fretta le carte e rotoli di carta lucida, bussare alla porta del Competente Funzionario ed uniformarsi alle Regole. Ricordo ai nuovi entrati che l’immobile di Via Garibaldi, costruito nel 1541, come Convento dei Carmelitani Scalzi, acquisito da Garibaldi nella battaglia del 1848 per la Difesa della Repubblica Romana, passato poi dallo Stato Pontificio allo Stato Italiano nel 1870 con l’entrata dei Bersaglieri a Porta Pia, divenuto nel tempo Distretto Militare di Roma fino al dopoguerra (1950) poi frazionato da quella data in alloggi, fino al 1996, era sconosciuto al Catasto in quanto alloggi. Risultava un alloggio per guardiano ed alcuni magazzini. L ‘iniziativa degli utenti, coordinata manco a dirlo da CASADIRITTO, allora, portò all’emersione dal nulla, di circa 40 alloggi ed altrettanti posti macchina. Fu restituito in molti casi, quanto indebitamente percepito e tornò la legalità. Qualcuno fece una pessima figura, senza peraltro soffrirne molto. Tutto proseguì poi, nella massima trascuratezza e indifferenza, salvo pagare qua e là spese giudiziarie di qualche causa e onerosi rimborsi.
ESCE LA LEGGE 244. Senonchè con l’uscita della legge 244, l’Amministrazione è stata messa, per legge, nelle condizioni di approntare un Regolamento alle vendite, unitamente ed un elenco di alloggi da alienare e quindi da vendere.
DIFFICOLTA’ DI REPERIRE GLI ALLOGGI “PULITI”. Pensiamo che il tempo trascorso per l’individuazione degli alloggi, la dice lunga circa la difficoltà di individuare alloggi “puliti” cioè oltre che non più utili alle esigenze della Difesa, anche presentabili, in qualche modo, in grado di avere un minimo di legalità normativa. Questa difficoltà di conciliare i due aspetti, trova forse una spiegazione per il tempo trascorso. C’è poi lo scoglio di superare in alcune zone, il problema delle servitù militari, il problema, tutto della Sardegna dell’art. 14 dello Statuto Regionale, etc.
Ci continuiamo a ripetere del perché numerosi alloggi della CECCHIGNOLA – Roma, di CESANO, di VITERBO, di NAPOLI, di BOLOGNA, di BARI PALESE, di FIRENZE e poi di MILANO, PALERMO e CATANIA, MESSINA, VERONA, PADOVA, TORINO e di altre città non siano state inserite in una misura comprensibilmente significativa o escluse del tutto. Forse perché quelle carte non sono del tutto esigibili di fronte ad un Notaio? Dovranno essere sanate da quel punto di vista?
Se questa è la vera ragione, allora la si dica. E SI ACCOLGA LA PROPOSTA, APPENA LANCIATA DA CASADIRITTO di sospendere ogni forma di recupero coatto sino all’uscita di nuovi elenchi. Contemporaneamente si provveda ad eliminare da Regolamento forzature (penalità inventate, mancanza di tutele) eticamente discutibili.
ECCO POI, IL COLPO DI SCENA. “Il fisco scopre 2,2 milioni di immobili fantasma”. Confrontando le foto aeree con le mappe catastali.
FASE UNO. Dal 2007 l’Agenzia del Territorio ha provveduto, su tutto il territorio nazionale, ad effettuare una rilevazione aerea per far emergere l’evasione immobiliare e stanare le case nascoste, per regolarizzarle e recuperarne il gettito, comunicando poi quanto emerso ai Comuni per riscontrarne l’eventuale rispondenza ai piani urbanistici. Sono state quindi sovrapposte le fotografie satellitari fornite dall’AGEA con le mappe informatiche fornite dalla SOGEI. Si è dato tempo ai trasgressori per la regolarizzazione ed il tempo concesso, fino al 30 aprile 2011, è ora scaduto.
Dei 2,2 milioni di immobili irregolari, si sono conclusi 1.065.484 accertamenti. Di questi si sono presentati spontaneamente 560.837 ex fantasmi, così ripartiti:
35% sono case;
29% magazzini;
21% box, garage etc.;
Il resto manufatti vari.
Molti di questi immobili, sono stati dichiarati non accatastabili, non avendone i requisiti.
SCATTA ORA LA FASE DUE. Ora l’Agenzia del Territorio controllerà i restanti 1.162.652 immobili. Chi cadrà nella rete?
I Tecnici, con la collaborazione di Comuni e Guardia di Finanza, batteranno palmo a palmo quello che le sovrapposizioni integrate satellite/mappe già indicano e l’operazione in corso, si concluderà fra tre anni.
Dice l’Agenzie del Territorio: In caso di emersione dell’immobile non accatastato, le regolarizzazioni fin qui effettuate regolarizzano la sola posizione fiscale, ma non rappresentano una sanatoria urbanistico-edilizia, che riguarda i Comuni. Parole ammonitrici che pesano e aleggiano come uno spettro sugli alloggi della Difesa. L’aspetto della regolarizzazione urbanistico edilizia è stata presa in esame?
E chi paga? Tutti noi conosciamo, almeno per sommi capi, cosa vuol dire . Opere di urbanizzazione, allaccio fogne, Legge Bucalossi , hanno significati ben precisi.
– Nota: i dati numerici sono stati forniti da articoli giornalistici apparsi sulla stampa quotidiana del 2 giugno 2011.
BENE ANZI MALE. Accade ora che nel Regolamento sulle vendite, l’art.7 punto 18 “scarica” sull’utente/acquirente, che, in caso (?) di mancato accatastamento, dovrà pagare lui, tale importante balzello. In maniera retorica, ci chiediamo: e perchè?
Forse quelle intere generazioni di giureconsulti Addetti e Direttori sempre Addetti, in anni di affaccendamenti per pratiche importantissime (sicuramente Annibale era alle Porte) di mancate risposte a specifiche richieste degli utenti, dal 1995, non ne hanno colpa, avendo omesso di adempire ad un loro compito d’Ufficio? Che fine anno fatto le lettere che richiedevano l’accatastamento?
Ora, se come abbiamo letto, l’immobile non sempre risulta sanabile, o magari se sanabile fiscalmente, non è detto che l’immobile sia in regola per il Comune riguardo alle leggi urbanistiche. Sappiamo che la Difesa può acquisire o costruire immobili se considerati strutture atte per la Difesa Nazionale, (come sono gli alloggi di Servizio) in deroga a tutte le leggi. Ma quando questo immobile viene reso cedibile a terzi, la deroga decade. Cosa succederà in questo caso? Senza la regolarità totale della vendita e delle carte, chi potrà acquisire un immobile non regolare? Possibile, che metaforicamente parlando, quelli della bozza del giugno 2008, non lo sapevano e volevano dare solo il calcio del somaro?
CASADIRITTO E LA BOZZA DI REGOLAMENTO. CASADIRITTO, questo aspetto dell’accatastamento già lo aveva posto ai suoi interlocutori il giorno 9 luglio 2008 , in un incontro ufficiale tra un Rappresentante del Ministro della Difesa, ben prima quindi della delega all’On.le Crosetto per gli immobili che è datata settembre 2008. A luglio, formulammo una proposta in un documento, che trattava tra l’altro, anche il problema degli accatastamenti. Ma ormai sono passati due anni.
SI PUO’ ANCORA RIMEDIARE. Prima che si arrivi alla stipula dell’Atto di compravendita dal Notaio, per i 3.020 alloggi individuati, passeranno molti mesi. L’on. CROSETTO, in virtù della delega che la legge gli conferisce, imponga al suoi Organi Tecnici, primo fra tutti la Direzione Generale del Demanio e Organi Tecnici sottoposti, di provvedere immediatamente presso gli Organi dell’Agenzia del Territorio, a sanare questa anomala situazione. Naturalmente cancellando la norma di cui all’art. 7 punto 18 del Regolamento, inserito appunto, per essere utilizzato.
Sarebbe un bene per tutti, a cominciare dalla credibilità che ne avrebbe l’Amministrazione della Difesa, che ne uscirebbe aumentata e a testa alta. Il tempo c’è, tanto più che altri elenchi potrebbero venire alla luce. Naturalmente, assieme a questa modifica, continuiamo a ripetere, sempre nel Regolamento, l’ampliamento delle tutele previste dalla legge 244 e non inserite.
PER GLI ADDETTI AI LAVORI. CASADIRITTO, attraverso gli approfondimenti, che in qualche caso derivano da contatti durante le trattative, da audizioni in Parlamento, dal continuo contatto con gli utenti (incontri, conferenze, convegni) e semplicemente dall’enorme lavoro di catalogo e archivio ed esperienza, non ha lo scopo ne di fare uno scoop giornalistico, ne fare del sensazionalismo fine a se stesso. E’ semplicemente la ricerca continua di una soluzione possibile, supportata, talvolta, da una sacrosanta indignazione che nessuno ci potrà mai togliere, specialmente in presenza di casi limite e paradossali. Pensiamo anche che l’indignazione nasca proprio dall’immensa fiducia che abbiamo per le Istituzioni, che ci spinge partendo da certi episodi clamorosi, ad essere attori in prima persona e saperci esporre, avendo come fine di correggere o tentare di correggere aspetti iniqui di cui noi, utenti ma cittadini, siamo le prime vittime , ma nello stesso tempo “aiutare” l’Amministrazione Difesa, talvolta carnefice e vittima di se stessa, a porvi rimedio.
Sergio Boncioli
Perchè la Difesa non ha accatastato gli immobili fantasma?
Perchè non provvede immediatamente e si cancella la norma prevista all'art. 7 punto 18 del regolamento?
Ecco perchè siamo "leggermente indignati"
E’ tale l’architettura pseudo-para-barocca che ancora costituisce l’assemblamento degli alloggi della Difesa, nell’intera filiera, su cui si sono radicate intere carriere, fior da fiore, talvolta pervase da un misto fatto da una benevolenza nel concedere una concessione, quasi fosse un atto di generosità, compensata poi da una faccia fattasi feroce nel momento del “dagli all’abusivo”. Per poi cambiare idea, magari da parte della stessa persona, per evidente opportunità, nel momento giusto. Ecco quindi, che su questo habitat e brodo di coltura, parlare in modo pragmatico, esplicito e propositivo diventa difficile, quasi impossibile. A volte capita invece che con una informazione più precisa, attenta, chirurgica quasi, senza sparare nel mucchio, CASADIRITTO riesca almeno a suscitare l’indignazione. E’ ciò che è avvenuto nei due Report, riguardanti i canoni di mercato e le vendite, su cui recentemente ci siamo addentrati.
PERCHE’ INDIGNATI. IL” CALCIO DEL SOMARO “?
La norma: Regolamento del 18 maggio 2010. (art. 7 punto 18)
“… omissis Le spese di stipula e registrazione dei contratti, nonché quelle relative alle procedure d’asta e di eventuale accatastamento degli alloggi da alienare, sono a carico degli acquirenti…..omissis”
Quindi, in caso di acquisto di un immobile non accatastato, l’utente si impegna a sostenere le spese di accatastamento. E aggiungiamo noi anche le spese eventuali di urbanizzazione, attacco rete fognante, Legge Bucalossi, da versare ai Comuni che sono connesse alla richiesta di accatastamento.
COMITIVA DI GIURECONSULTI. La “faccia tosta” a dir poco, di chi a preteso di inserire tale norma, non ha limiti. Questa crema di studiosi giureconsulti, una razza inestinguibile, stanziale solitamente sulla riva “gausche” del Tevere, anziché leggere le carte ed esaminare il problema, riconoscere responsabilità attuali e pregresse, fare il mea culpa, con tutto il rispetto per quello religioso, radunare le scartoffie e correre al più vicino CATASTO, che ha fatto?
Invece di risalire alle cause del perché negli anni non ha provveduto, all’atto di un acquisizione di un immobile, o al frazionamento di un immobile già esistente, a regolarizzarlo, sia da un punto di vista fiscale che urbanistico, ha omesso tale incombenza, commettendo un comportamento almeno censurabile ed omissivo. Con il risultato che molti alloggi sono sconosciuti al catasto e quindi non esistono. Tanto è vero che nel Regolamento è stata inserita quella norma. Si è creduto di tagliare per la tangente per rimediare alle proprie inefficienze, scaricando sulla testa degli utenti già enormemente penalizzati per altri aspetti noti, una tale costosa e complicata incombenza.
CASADIRITTO LO EVIDENZIO’ GIA’ NEL 1995. Già all’indomani della Legge 537 e 724 che prevedevano come punto di partenza l’equo canone o la maggiorazione dello stesso, tale calcolo doveva essere effettuato avendo come punto di partenza un certificato catastale, per avere almeno un punto fermo di attendibilità certo. Una carta vera, quella del certificato catastale, che solo il Catasto può rilasciare, era una occasione buona per regolarizzare il caos. Ciò non fu fatto. L’equo canone fu applicato “all’italiana” con autoattribuzioni casarecce di categorie catastali, provocando contenziosi e ricorsi ed enormi danni di spese giudiziarie e ricorsi e restituzione di somme a carico della Difesa. In un paio di notti, a Roma, furono precettati gli incaricati e furono attribuiti, a tavolino, migliaia di A/2. La Guardia di Finanza, giustamente pretendeva, dopo più di due anni, almeno l’applicazione di quella legge, sempre mal digerita dall’Amministrazione.
Chi seguì i suggerimenti di CASADIRITTO a Roma ed altrove, costrinse la Difesa, senza ricorso ma segnalando semplicemente quella prassi al competente Ufficio del Catasto, quella prassi sciagurata, a raccogliere in fretta le carte e rotoli di carta lucida, bussare alla porta del Competente Funzionario ed uniformarsi alle Regole. Ricordo ai nuovi entrati che l’immobile di Via Garibaldi, costruito nel 1541, come Convento dei Carmelitani Scalzi, acquisito da Garibaldi nella battaglia del 1848 per la Difesa della Repubblica Romana, passato poi dallo Stato Pontificio allo Stato Italiano nel 1870 con l’entrata dei Bersaglieri a Porta Pia, divenuto nel tempo Distretto Militare di Roma fino al dopoguerra (1950) poi frazionato da quella data in alloggi, fino al 1996, era sconosciuto al Catasto in quanto alloggi. Risultava un alloggio per guardiano ed alcuni magazzini. L ‘iniziativa degli utenti, coordinata manco a dirlo da CASADIRITTO, allora, portò all’emersione dal nulla, di circa 40 alloggi ed altrettanti posti macchina. Fu restituito in molti casi, quanto indebitamente percepito e tornò la legalità. Qualcuno fece una pessima figura, senza peraltro soffrirne molto. Tutto proseguì poi, nella massima trascuratezza e indifferenza, salvo pagare qua e là spese giudiziarie di qualche causa e onerosi rimborsi.
ESCE LA LEGGE 244. Senonchè con l’uscita della legge 244, l’Amministrazione è stata messa, per legge, nelle condizioni di approntare un Regolamento alle vendite, unitamente ed un elenco di alloggi da alienare e quindi da vendere.
DIFFICOLTA’ DI REPERIRE GLI ALLOGGI “PULITI”. Pensiamo che il tempo trascorso per l’individuazione degli alloggi, la dice lunga circa la difficoltà di individuare alloggi “puliti” cioè oltre che non più utili alle esigenze della Difesa, anche presentabili, in qualche modo, in grado di avere un minimo di legalità normativa. Questa difficoltà di conciliare i due aspetti, trova forse una spiegazione per il tempo trascorso. C’è poi lo scoglio di superare in alcune zone, il problema delle servitù militari, il problema, tutto della Sardegna dell’art. 14 dello Statuto Regionale, etc.
Ci continuiamo a ripetere del perché numerosi alloggi della CECCHIGNOLA – Roma, di CESANO, di VITERBO, di NAPOLI, di BOLOGNA, di BARI PALESE, di FIRENZE e poi di MILANO, PALERMO e CATANIA, MESSINA, VERONA, PADOVA, TORINO e di altre città non siano state inserite in una misura comprensibilmente significativa o escluse del tutto. Forse perché quelle carte non sono del tutto esigibili di fronte ad un Notaio? Dovranno essere sanate da quel punto di vista?
Se questa è la vera ragione, allora la si dica. E SI ACCOLGA LA PROPOSTA, APPENA LANCIATA DA CASADIRITTO di sospendere ogni forma di recupero coatto sino all’uscita di nuovi elenchi. Contemporaneamente si provveda ad eliminare da Regolamento forzature (penalità inventate, mancanza di tutele) eticamente discutibili.
ECCO POI, IL COLPO DI SCENA. “Il fisco scopre 2,2 milioni di immobili fantasma”. Confrontando le foto aeree con le mappe catastali.
FASE UNO. Dal 2007 l’Agenzia del Territorio ha provveduto, su tutto il territorio nazionale, ad effettuare una rilevazione aerea per far emergere l’evasione immobiliare e stanare le case nascoste, per regolarizzarle e recuperarne il gettito, comunicando poi quanto emerso ai Comuni per riscontrarne l’eventuale rispondenza ai piani urbanistici. Sono state quindi sovrapposte le fotografie satellitari fornite dall’AGEA con le mappe informatiche fornite dalla SOGEI. Si è dato tempo ai trasgressori per la regolarizzazione ed il tempo concesso, fino al 30 aprile 2011, è ora scaduto.
Dei 2,2 milioni di immobili irregolari, si sono conclusi 1.065.484 accertamenti. Di questi si sono presentati spontaneamente 560.837 ex fantasmi, così ripartiti:
35% sono case;
29% magazzini;
21% box, garage etc.;
Il resto manufatti vari.
Molti di questi immobili, sono stati dichiarati non accatastabili, non avendone i requisiti.
SCATTA ORA LA FASE DUE. Ora l’Agenzia del Territorio controllerà i restanti 1.162.652 immobili. Chi cadrà nella rete?
I Tecnici, con la collaborazione di Comuni e Guardia di Finanza, batteranno palmo a palmo quello che le sovrapposizioni integrate satellite/mappe già indicano e l’operazione in corso, si concluderà fra tre anni.
Dice l’Agenzie del Territorio: In caso di emersione dell’immobile non accatastato, le regolarizzazioni fin qui effettuate regolarizzano la sola posizione fiscale, ma non rappresentano una sanatoria urbanistico-edilizia, che riguarda i Comuni. Parole ammonitrici che pesano e aleggiano come uno spettro sugli alloggi della Difesa. L’aspetto della regolarizzazione urbanistico edilizia è stata presa in esame?
E chi paga? Tutti noi conosciamo, almeno per sommi capi, cosa vuol dire . Opere di urbanizzazione, allaccio fogne, Legge Bucalossi , hanno significati ben precisi.
– Nota: i dati numerici sono stati forniti da articoli giornalistici apparsi sulla stampa quotidiana del 2 giugno 2011.
BENE ANZI MALE. Accade ora che nel Regolamento sulle vendite, l’art.7 punto 18 “scarica” sull’utente/acquirente, che, in caso (?) di mancato accatastamento, dovrà pagare lui, tale importante balzello. In maniera retorica, ci chiediamo: e perchè?
Forse quelle intere generazioni di giureconsulti Addetti e Direttori sempre Addetti, in anni di affaccendamenti per pratiche importantissime (sicuramente Annibale era alle Porte) di mancate risposte a specifiche richieste degli utenti, dal 1995, non ne hanno colpa, avendo omesso di adempire ad un loro compito d’Ufficio? Che fine anno fatto le lettere che richiedevano l’accatastamento?
Ora, se come abbiamo letto, l’immobile non sempre risulta sanabile, o magari se sanabile fiscalmente, non è detto che l’immobile sia in regola per il Comune riguardo alle leggi urbanistiche. Sappiamo che la Difesa può acquisire o costruire immobili se considerati strutture atte per la Difesa Nazionale, (come sono gli alloggi di Servizio) in deroga a tutte le leggi. Ma quando questo immobile viene reso cedibile a terzi, la deroga decade. Cosa succederà in questo caso? Senza la regolarità totale della vendita e delle carte, chi potrà acquisire un immobile non regolare? Possibile, che metaforicamente parlando, quelli della bozza del giugno 2008, non lo sapevano e volevano dare solo il calcio del somaro?
CASADIRITTO E LA BOZZA DI REGOLAMENTO. CASADIRITTO, questo aspetto dell’accatastamento già lo aveva posto ai suoi interlocutori il giorno 9 luglio 2008 , in un incontro ufficiale tra un Rappresentante del Ministro della Difesa, ben prima quindi della delega all’On.le Crosetto per gli immobili che è datata settembre 2008. A luglio, formulammo una proposta in un documento, che trattava tra l’altro, anche il problema degli accatastamenti. Ma ormai sono passati due anni.
SI PUO’ ANCORA RIMEDIARE. Prima che si arrivi alla stipula dell’Atto di compravendita dal Notaio, per i 3.020 alloggi individuati, passeranno molti mesi. L’on. CROSETTO, in virtù della delega che la legge gli conferisce, imponga al suoi Organi Tecnici, primo fra tutti la Direzione Generale del Demanio e Organi Tecnici sottoposti, di provvedere immediatamente presso gli Organi dell’Agenzia del Territorio, a sanare questa anomala situazione. Naturalmente cancellando la norma di cui all’art. 7 punto 18 del Regolamento, inserito appunto, per essere utilizzato.
Sarebbe un bene per tutti, a cominciare dalla credibilità che ne avrebbe l’Amministrazione della Difesa, che ne uscirebbe aumentata e a testa alta. Il tempo c’è, tanto più che altri elenchi potrebbero venire alla luce. Naturalmente, assieme a questa modifica, continuiamo a ripetere, sempre nel Regolamento, l’ampliamento delle tutele previste dalla legge 244 e non inserite.
PER GLI ADDETTI AI LAVORI. CASADIRITTO, attraverso gli approfondimenti, che in qualche caso derivano da contatti durante le trattative, da audizioni in Parlamento, dal continuo contatto con gli utenti (incontri, conferenze, convegni) e semplicemente dall’enorme lavoro di catalogo e archivio ed esperienza, non ha lo scopo ne di fare uno scoop giornalistico, ne fare del sensazionalismo fine a se stesso. E’ semplicemente la ricerca continua di una soluzione possibile, supportata, talvolta, da una sacrosanta indignazione che nessuno ci potrà mai togliere, specialmente in presenza di casi limite e paradossali. Pensiamo anche che l’indignazione nasca proprio dall’immensa fiducia che abbiamo per le Istituzioni, che ci spinge partendo da certi episodi clamorosi, ad essere attori in prima persona e saperci esporre, avendo come fine di correggere o tentare di correggere aspetti iniqui di cui noi, utenti ma cittadini, siamo le prime vittime , ma nello stesso tempo “aiutare” l’Amministrazione Difesa, talvolta carnefice e vittima di se stessa, a porvi rimedio.
Sergio Boncioli
6 giugno 2011