Gli interrogativi e le preoccupazioni a seguito di quanto accaduto a Senato
Il giorno 6 novembre u,s. si è concluso al Senato l’iter, dove è stata approvata, la Delega al Governo riguardante la “Revisione dello strumento militare” (Atto Senato 3271). Un tema importante ove vengono introdotte nuove norme riguardanti tutto il settore della Difesa. In questa Sede, nella seduta conclusiva di approvazione, sono stati discussi gli emendamenti presentati dai Senatori al testo base.
Il Senatore della LEGA NORD PADANIA, Giovanni Torri ha ripresentato il noto emendamento che in precedenza la Commissione Bilancio aveva provveduto a respingere, ma ciò evidentemente non è stato sufficiente, e a norma di Regolamento lo stesso Senatore ha provveduto a riformularne il testo.
Ricordiamo che Casadiritto con una opera di scandaglio e monitoraggio dei lavori, già nel giugno scorso aveva provveduto a renderne noto il testo e la presentazione dell’allora emendamento 2.1. all’articolo 2. , verso il quale in maniera davvero massiccia, migliaia di famiglie, tra giugno, luglio ed i primi di agosto, in piena ondata di caldo africano, anziché prendere paletta e secchiello, si erano impegnati a chiedere al Senatore, via e-mail, del perché ed il significato di quell’emendamento, che come noto, voleva “liquidare i sine titulo…”, speriamo solo metaforicamente, con un testo abbastanza curioso. Evidentemente tale iniziativa delle famiglie, ha colpito, tanto che il Senatore Torri ha ricordato l’episodio in piena seduta al Senato, riducendo vistosamente il quantitativo a “trecento-quattrocento” e-mail manifestando poca simpatia per l’aritmetica.
Ma quello che ci ha incuriosito e allo stesso tempo preoccupato è stata l’inusuale dialettica usata nella a dir poco, risentita replica che il Senatore ha ritenuto esternare, quando tra un “questi qua” (riferito ai sine titulo) ed i militari, lui sceglie i militari. Al Senatore non è dato sapere che tra i “questi qua” ci sono circa 2.000 militari in servizio. Non risulta, anche da quanto informa il Senatore, che lui si sia degnato di rispondere ad una sola di queste e-mail, centinaia o migliaia che fossero state, sarebbe stato subito informato. Ora, speriamo che lo apprenda. Al Senatore vorremmo rinnovare l’invito a meglio informarsi. Casadiritto si potrebbe mettere a sua disposizione per fornire ogni eventuale chiarimento e dettaglio, purchè lui lo voglia.
Ma ancora, sempre nella replica, piuttosto appassionata, afferma che l’esito della votazione (per lui negativa in quanto l’emendamento è risultato ulteriormente bocciato) dice che la cosa lo fa sorridere, in quanto con “questo emendamento, gestito 1.000 volte e poi bocciato“, si sente preso in “giro” e rivolgendosi direttamente al Ministro della Difesa, che in quella sede rappresenta il Governo e in quel momento esprime parere contrario, assieme al Relatore, afferma “che non possiamo giocare” e che “la rampogna gliela tengo in piedi”.
L’intero spezzone di questo appassionato “dialogo”, è riportato nel filmato della Seduta al Senato, che CASADIRITTO ha ritenuto opportuno immettere nel sito e nel nostro canale di You Tube, ove è possibile documentarsi e riflettere.
Ci viene subito una domanda: perché quel modo di esprimersi? Perché SI RIVOLGE al Ministro della Difesa in quel modo? Non abbiamo una risposta. Ma solo sconvolgenti pensieri, o meglio per associazione di idee, ma è solo un pensierino, vengono in mente altri simpatici episodi che QUELLA FAMOSA VOLTA un certo “giochetto” invece, riuscì perfettamente, sempre al Senato con l’approvazione dell’emendamento 6. 21 quater (finanziaria 2010).
Altri tempi, altri ministri, ma sempre lo stesso obiettivo, di quel “giochetto” ne stiamo pagando le conseguenze con i folli canoni di mercato e con gli alloggi abbandonati da abitanti in fuga. Allora quel gioco funzionò eccome, ora non è riuscito. Quello che non sappiamo esattamente è chi sono i giocatori occulti che lo conducono e chi ne sia l’arbitro.
Apriamo gli occhi e controlliamo che quello che è accaduto non si ripeta, nell’aula della Camera, ove dal 13 novembre inizia l’iter dello stesso provvedimento. Avvertiamo però gli aspiranti giocolieri che CASADIRITTO continuerà ha non abdicare alla sua funzione, continuando però sempre, non solo ad un mero compito di osservazione, ma facendosi parte e cercare di continuare ad interloquire ed a proporre. Ma la gara deve essere leale e quel tipo di “giochetti” non li tolleriamo.
I “QUESTI QUA” non giocano, non fanno trucchi, ma hanno solidi principi etici, e soprattutto argomentazioni e soluzioni. Casadiritto, interprete da sempre dei “questi qua”, ma anche delle giuste esigenze della Difesa, vorrebbe che altri, come si spera, facessero altrettanto.
Sergio Boncioli14 novembre 2012
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