Il Decreto Crosetto mantiene lo stesso indice correttivo per sempre e diventa così “Tombale” “me l'ha riferito l'Autorità Centrale” afferma il Comando
Secondo questa tesi , il reddito di un ex coniuge e di un figlio che lavora e che poi andrà via da casa, continuerà a gravare nel reddito complessivo familiare, mantenendo fisso per sempre il coefficiente correttivo iniziale..
Del Decreto Crosetto del 16 marzo 2011, CASADIRITTO ha già detto tutto, prima quando era una bozza, poi durante le cosiddette “trattative” presso il Ministero, poi dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Dal 2008 tutti sapevano, tutti sanno. Lo sanno in Parlamento, ove si è tentato di modificarlo, lo sanno i TAR che in qualche modo, attraverso la bocciature della applicazione della metodologia di calcolo astrusa e inapplicabile, in una certa misura ne stanno rallentando i malefici effetti. Prima o poi Parlamento e Difesa prenderanno atto dell’enormità perpetrata contro le famiglie e la stessa ragione, per giungere ad una conclusione logica, l’unica possibile. L’eliminazione del Decreto Crosetto. Nessun dubbio ci può essere. Le conseguenze stanno sotto gli occhi di tutti.
A distanza di più di due anni dalla sua applicazione, in molti si stanno rovinando assieme alle loro famiglie e prosciugano i loro piccoli risparmi, qualora li tengano, per pagare i canoni di affitto loro imposti dall’Obiettivo 9 ed i suoi esecutori, il Ministro della Difesa di allora La Russa ed il sottosegretario per la Difesa di allora Crosetto. Non ci stancheremo mai di ripeterlo. I tanti marescialli SCARPUZZA in tante città d’Italia, ne sono i testimoni e le vittime.
BOATOS DELL’ULTIMORA , ATTENTI AL COLPO GROSSO, SAREBBE BESTIALITA’ COMUNE
Già si pensa che qualcuno potrebbe ritornare a tentare di ripetere il tentativo di cancellare le Deroghe per le fasce protette, già tentato una volta e poi sventato da CASADIRITTO, previste ora dal Decreto Legislativo n.66 art. 286 e 306 del Codice di Ordinamento Militare. Sono solo voci ma stiamo all’erta. Approfittare della confusione esistente, anche a livello Parlamentare, sarebbe un buon motivo per certi ambienti oltranzisti tutt’ora operanti se non altro per motivi d’anagrafe, ( i soggetti che hanno “studiato quell’Obiettivo, sono tutti la) per cancellare nuovamente il diritto per gli utenti con minore capacità finanziaria, compreso i partatori d’handicap di cui al Decreto Annuale.
Sarebbe il colpo grosso, i cui prodromi erano già dettati nelle bozze di quei sciagurati documenti, datati 2008. Il tentativo venne poi sventato con la Risoluzione del febbraio 2011 alla Camera. Senza contare, che un simile tentativo, con l’ulteriore impoverimento delle famiglie e con l’aggravarsi della crisi economica, sarebbe un atto di bestialità comune, solamente tentare di farlo.
E’ nostro compito, visto di come vanno le cose in Italia e con gli smemorati anche in mezzo a noi utenti, di aprire i cervelli ed avere buone orecchie. Daltra parte di che meravigliarsi? Le bestialità, poi cancellate, le avevano già scritte. Nessuno di quelli, le ha poi reclamate, ma all’erta, quelli sono ancora nello stesso posto e comandano loro.
TORINO, UN CASO ISOLATO, PER ADESSO
Ritorniamo al Decreto Crosetto. Per molti il TAR ha temporaneamente sventato la prima applicazione, anche se molti non sono riusciti a presentare ricorso in tempo utile, tuttavia anche per i ricorrenti della prima ora è solo una vittoria transitoria. Quello che occorre è, appunto, l’eliminazione del Decreto contro il quale già i ricorsi stanno approdando presso il Consiglio di Stato. E poi c’è il Parlamento, in cui confidiamo, e stringeremo nuovamente i contatti con i vecchi ed i nuovi componenti non appena le note circostanze lo consentiranno.
In questo frattempo però, accadono fatti non pensati e impensabili, come quello accaduto ad un utente di LA SPEZIA per i modi e l’audacia con cui il COMANDO REGIONE MILITARE NORD di TORINO ha ritenuto rispondere ad una ISTANZA presentata al fine dell’applicazione di un nuovo coefficiente correttivo di cui al Decreto del 16.3.2011 art. 2 comma 4.
Detta istanza è stata presentata a seguito della mutata situazione sia familiare, che reddituale avvenuta nel seno del suo nucleo familiare nell’anno d’imposta 2011. Tale istanza è stata prodotta dall’interessato così come previsto all’art.3 punto 2 dello stesso Decreto del 16.3.2011 Crosetto.
DI CHE SI TRATTA?
All’atto della prima applicazione, così come recita il Decreto, sono stati considerati sia i componenti del nucleo familiare che i redditi degli stessi risultanti al 31.12.2010 (redditi 2009)
Sono stati esclusi dalla norma dei canoni di mercato, gli utenti rientranti alla stessa data, nei paradigmi del Decreto Annuale Ministero della Difesa.
Per tutti le condizioni richieste, sono documentate da autocertificazione.
In particolare per gli utenti rientranti nel Decreto Crosetto, dopo la prima applicazione, i singoli Comandi Periferici richiedono mediante lettera raccomandata, in autocertificazione:
– situazione dello Stato di famiglia;
– redditi;
–eventuale certificazione ai sensi della legge 104.
E’ evidente che la richiesta è finalizzata a verificare la persistenza o meno dell’utente nel precedente coefficiente correttivo, per l’applicazione dello scaglione di appartenenza nei vari parametri (0,30 – 0,40 – 0,50 – 0,60 – 0,70, - 0,80 – 0,90 – 0,95, - 1).
Una volta individuato il coefficiente di appartenenza, questo viene parametrato con le risultanze tecniche in conseguenza dell’applicazione dei coefficienti OMI, dall’incrocio di questi ultimi ed il coefficiente correttivo reddituale, ne scaturisce il canone di mercato da attribuire. Dopo questa necessaria descrizione, che purtroppo conosciamo bene, entriamo nello specifico del nostro amico di LA SPEZIA.
L’ISTANZA (Vedi allegato)
a) L’utente in questione, un maresciallo in servizio, all’atto della prima applicazione presentava un reddito familiare complessivo di 76.910 euro (compreso lui stesso, la moglie, ed un figlio con reddito, oltre ad un altro figlio a carico, studente). Gli viene applicato, come previsto dalle tabelle, un coefficiente correttivo di 0.90, corrispondente alla fascia di reddito compresa tra 75.001 e 90.000 euro (comprese le penalità di triste e famigerata provenienza).
b) Accade poi che per i redditi 2011 le cose cambiano. I coniugi divorziano, il figlio che lavora, va per la sua strada ed il maresciallo ASI senza titolo, rimane con l’altro figlio a carico, a costituire il nuovo nucleo familiare.
Di questa situazione nuova, “rimodulata” ne viene edotto il Comando, naturalmente con documentazione probante allegata (sentenza, nuovo Stato di famiglia, e nuova situazione reddituale) da cui risulta che per l’anno 2011 sono stati prodotti redditi per un ammontare complessivo di 34.992 euro.
Presenta Istanza a norma di Regolamento e chiede in conseguenza della nuova situazione familiare e del nuovo reddito prodotto (34.992 per il 2011) l’applicazione del nuovo coefficiente correttivo per lo stesso anno.
CASADIRITTO aggiunge che in questo caso, il coefficiente sia di 0.50 (redditi da 30.001 a 40.200) o coefficiente 0.60 qualora le penalità di Crosetto, sfondino il limite di 40.200 (penalità di 100, 150, 200 o 300 euro mese) e rientri nel coefficiente corrispondente di 0.60. Sembrerebbe tutto chiaro ma…….. così non è.
LA PRIMA RISPOSTA DEL COMANDO NORD DEL 18.2.2013 (Vedi allegato)
Il Comando Regione Militare Nord, di Torino, prende atto dell’istanza prodotta e sostanzialmente (punto 2) non è in grado di prendere una decisione in merito a quanto richiesto.
Demanda ad una non meglio specificata “Autorità Centrale” formula il quesito per ottenere “imprescindibili precisazioni” che evidentemente non intravede.
Rimane singolare che a distanza di più di due anni dal Decreto Crosetto del 16/3/2011, un Comando ancorché Periferico quanto si vuole, sia costretto a chiedere ad una autorità che chiama “Autorità Centrale” delucidazioni così basilari ed elementari e, più grave, che lo stesso Comando definisca le norme del Decreto “genericamente richiamate nel suddetto disposto normativo” giungendo ad affermare che “il suddetto disposto normativo non precisa quali siano le variazioni da prendere in considerazione” (punto 3 della risposta).
Due anni per chiedere una informazione sostanziale per una corretta gestione del Decreto, sembrano una negligenza gravissima, che rende bene l’idea dello stato dell’arte. Lo stesso Comando dichiara prudentemente “sembrerebbe che le istanze potrebbero essere non accolte” (punto 4).
Si chiede all’utente se è in possesso di documentazione giuridica-normativa. Ma dove si naviga a vista è laddove l’utente viene invitato “ad inviare le proprie osservazioni corredate eventualmente da documenti anche a carattere giuridico-normativo”....(punto 5). E aggiunge, con involontario umorismo “tassativamente entro 10 gg.” Vale a dire quello che ad un Comando non è dato decidere, in base alle sue capacità e competenze, (tanto che si deve rivolgere alla sua Autorità Centrale) da un utente vorrebbe entro 10 gg. che lui fornisca addirittura elementi giuridico-normativi in materia, e pure in maniera perentoria, entro 10 gg. Incredibile.
LA SECONDA RISPOSTA DEL COMANDO NORD TORINO del 28.3.2013 (Vedi allegato)
Il Comando invia una seconda lettera. Inizia, formulando una dotta ma inutile disquisizione circa il concetto ed il principio normativo di “carico familiare”, di cui nessuno sentiva il bisogno non essendo al centro della richiesta fatta con l’istanza, aggrappandosi addirittura all’Agenzia delle Entrate che nella questione c’entra come i cavoli a merenda, depistando la sostanza dell’Istanza inviata.
Nel merito del coefficiente correttivo scrive che “l’Autorità Centrale” (che continua a non chiamare con l’esatta denominazione) ha precisato che “la situazione infrastrutturale dell’alloggio che reddituale dell’occupazione “sine titolo” è quella che si “cristallizza” al momento in cui viene concluso il procedimento amministrativo di rideterminazione del canone ai sensi del D.M. del 16.3.2011”
In poche parole il COMANDO interpreta che se l’utente, secondo i redditi e la situazione familiare del 2009, all’atto della prima applicazione del Decreto, produceva redditi per 76.910 e veniva applicato un coefficiente correttivo di 0.90, quei dati se li porterà avanti negli anni per sempre. Quindi quel reddito prodotto nel 2011 di euro 34.992 diventa ininfluente, dato che il coefficiente correttivo non può scendere da 0.90 a 0.50 che corrisponde alla nuova situazione reddituale, in quanto la situazione, come comunicato “si cristallizza”.
CROSETTO, IL GRANDE FRATELLO, GLI INDICI TOMBALI , I CRISTALLIZZATORI , E I CRISTALLIZZATI.
Secondo il Comando, confortato da un parere del GRANDE FRATELLO di cui non si conosce il nome, denominato “Autorità Centrale” viene attribuito per sempre, in applicazione del Decreto Crosetto, un indice iniziale che cristallizza a vita, l’indice stesso.. Al “cristallizzatore” o chi per lui, poniamo allora un caso di dottrina, speculare a quello in esame, ma solo per fargli capire l’assurdità di quanto affermato.
PONIAMO CHE….ED APPLICHIAMO “LA TEORIA TORINO”
Se quanto comunicato è vero, si potrebbe verificare, paradossalmente il caso inverso, speculare e contrario al primo.
Se una famiglia nel 2009, documentava redditi per 34.992 e successivamente nel 2011, per effetto di mutate condizioni, documentasse redditi complessivi per un totale di 76.910 euro, applicando la “Teoria Torino” che è espressa nella lettera con cui il Comando Regione Militare Nord, S.M. Ufficio Affari Generali – Sezione Alloggi con Sede a Torino, Corso Vinzaglio 6, risponde picche all’Istanza, al caso di scuola che poniamo, applicando la “cristallizzazione dei coefficienti” si cristallizzerebbe la situazione reddituale del 2009, lo 0,50 in derivazione dei redditi del 2009 e questo coefficiente verrebbe trascinato per sempre anche per redditi che l’esempio indica per il 2011 di euro 76.910 che invece dovrebbero attribuire il coefficiente dello 0.90.
Ciò desterebbe quantomeno la curiosità della Corte dei Conti, che potrebbe pretendere dall’audace Comando, le dovute spiegazioni, e prevedibili, successivi e cospicui ritorni in denaro per danno erariale in caso che fosse accertata una bislacca applicazione. Ma per CASADIRITTO è preminente l’ulteriore vessazione che parrebbe in atto.
OPPURE...
Oppure potrebbe essere che il COMANDO abbia interpretato esattamente quanto CROSETTO voleva effettivamente intendere, e malgrado tutto CASADIRITTO aggiungerebbe un’altra “perla” alle tante già individuate e collezionate, in ordine ai drammatici danni e incongruenze che quel Decreto, che sappiamo e documentato come è nato e di chi è la colpa collettiva ed individuale di CROSETTO, che sta sfaldando intere famiglie.
FERMATEVI
Nel dubbio, a prescindere dall’aspetto pur grave trattato, e vista la nota e drammatica situazione socio-economica in Italia che sta colpendo da vari anni ma soprattutto adesso, che tutto sta travolgendo, diciamo semplicemente di fermarvi.
CASADIRITTO invita, chiunque sia in effetti questa “Autorità Centrale” a riflettere meglio circa l’interpretazione della norma. I Comandi Periferici, come si vede, non appaiono attrezzati ad applicare il Decreto Crosetto, come ben appare dalle titubanze trovate nella sua basilare applicazione dopo oltre due anni di vigenza, e come ben appare dal carteggio di cui diamo ampia trasparenza.
MA SE DOVESSE ESSERE CONFERMATO CHE QUELLA FORNITA E’ L’INTERPRETAZIONE AUTENTICA?
Il chiarimento che deve venire da Roma, deve essere fatto in fretta. Anche se per gli Affari Correnti c’è sempre qualcuno al vertice ed è nel pieno delle sue funzioni l’Ufficio Giuridico che può dare immediatamente una interpretazione autentica. Per il rispetto della famiglia a cui abbiamo dato voce, sia per le altre famiglie che incappassero in analoga situazione.
Più in generale questi fatti emblematici e tutto il Decreto Crosetto comunque, per i danni che già ha combinato, dovranno dare la forza ai vari attori di intervenire per una sua cancellazione.
In primo luogo ricostituire ed invitare ad attivarsi, con la collaborazione delle nostre famiglie con una opera di incessante di sensibilizzazione, presso la Commissione Difesa , sia Senato che Camera, quel gruppo di parlamentari convinti e partecipativi che nella passata legislatura, con capacità ed abnegazione (on. Calipari, sen. Di Biagio, e sen. Scanu e tanti altri che purtroppo non fanno parte di questa Legislatura Rugghia, De Angelis, Del Vecchio) ha continuamente portato all’Ordine del Giorno la questione degli alloggi della Difesa. Inoltre, confidiamo nel neodeputato on. Rossi, che abbiamo ben conosciuto quando era il Presidente del COCER. CASADIRITTO auspica che l’esperienza acquisita nel corso della sua attività, possa avere una benefica ricaduta in materia.
Altro fattore dovrà essere necessariamente trovato nel coinvolgere lo stesso Ministero ed i suoi diretti Responsabili. Ma abbiamo bisogno che l’Esecutivo funzioni attraverso l’elezione del nuovo Governo e il Parlamento svolga la sua piena attività con la nomina nelle rispettive Commissioni Difesa Camera e Senato.
Poi CASADIRITTO dovrà essere all’altezza della situazione, con la partecipazione di tante famiglie e di GENTE PERBENE, evitando che il fatalismo e l’inerzia, sempre in agguato tra di noi, possa far rallentare la nostra capacità di iniziativa per il cambiamento, partecipazione ed impegno che oltretutto potranno contribuire a creare le condizioni affinchè anche in CASADIRITTO possa crearsi un rinnovamento nelle persone e nelle idee che da tanti anni, forse troppi, gravano pesantemente e sempre in maniera al limite della sostenibilità nella difficile IMPRESA di difendere i diritti fondamentali ed inalienabili delle famiglie, partendo, sia ben chiaro, da chi è in più difficoltà.
Sergio Boncioli
15 aprile 2013
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