Decrosettizzare l'art. 6.21 quater e il decreto del 16 marzo 2011 sui canoni di mercato e modificare il decreto La Russa del 18 maggio 2010 sulle “vendite”, ma tutto, al momento appare quasi impossibile. Una battaglia contro il tempo. Poi c'è chi gioca a far melina
Ora che è nel pieno svolgimento la seconda fase del “tutti fuori” ovvero il progetto studiato a tavolino dalle menti occulte ma ormai note a tutti, di far sloggiare le famiglie dai propri alloggi attraverso l’imposizione di un canone allucinante previsto dal Decreto Crosetto ed in parte a causa del Decreto La Russa sulle vendite, (art.7), su CASADIRITTO piovono da tutta Italia le richieste di essere al corrente delle ultime novità, semmai ci fossero.
Si vuol sapere con telefonate ed e-mail quali possibilità ci siano per fermare quelle norme che stanno sconvolgendo oltre misura la vita di migliaia di utenti e loro familiari che per età o condizioni economicamente oggettive non potrebbero avere altre alternative se non l’alloggio in cui ora abitano, ma a cui si è reso impossibile poter far fronte a quel tipo di canone o a quel tipo di valutazione del prezzo di vendita. E non si vede se non a CASADIRITTO a chi altri lo potrebbero chiedere. Per quanto riguarda gli alloggi di competenza:
ESERCITO sono in corso di ultimazione, con inizio fine dello scorso mese di maggio, gli invii degli Atti di Notifica, quasi sempre con busta verde Atti Giudiziari con i quali vengono appunto, notificati, i CANONI DEFINITIVI, che sostituiscono i PROVVISORI, notificati in precedenza tra l’ottobre ed il novembre del 2011. Chi può, sia chi aveva vinto il ricorso, sia chi no, sta presentando di nuovo ricorso al TAR e la relativa richiesta di sospensione, entro i 60 gg. dalla notifica;
AERONAUTICA E MARINA non avendo previsto al momento dell’ottobre 2011, i CANONI PROVVISORI ma avendo notificato subito i DEFINITIVI, sono diventati immediatamente operanti per chi non aveva opposto ricorso. Sono in corso le nuove notifiche, solo per gli utenti che al momento, (ottobre 2011) avessero provveduto a presentare ricorso al TAR, avendone poi ottenuto in seguito l’annullamento del canone. Anche per questi valgono i 60 gg. di tempo per l’eventuale nuovo ricorso. Pertanto, in ogni caso, soltanto in presenza delle nuove notifiche che stanno arrivando o sono arrivate, si può presentare ricorso al TAR.
Ma al di la dei ricorsi, sui quali tutti sanno che risolvono solo temporaneamente, ma che nulla possono se non al di la di una corretta interpretazione delle norme. A questo proposito CASADIRITTO ringrazia sempre l’avv. Ciconte il suo Studio e quanti altri, per il loro impegno, non solo professionale, per quello che viene considerata una “missione”, tanta è l’abnegazione e la partecipazione ad avvenimenti e fatti incredibili e inimmaginabili, a cui si sono trovati protagonisti per dare giustizia a tante famiglie. A puro titolo di cronaca, si ricorda che, in tanti casi, anche in presenza di ricorsi vinti al TAR, è stato presentato un successivo ricorso al Consiglio di Stato, per chiedere l’annullamento dell’intero Decreto Crosetto. In caso di accoglimento, il Decreto e quindi i canoni, decadrebbero per tutti, anche per i non ricorrenti. Ma il Consiglio di Stato ha tempi lunghi.
CASADIRITTO, ha comunque sempre continuato a proseguire l’impervia strada del superamento dei due provvedimenti, prima con una sospensione e poi con una modifica, delle norme più marcatamente punitive ed in alcuni casi anche con forti dubbi di legittimità., attraverso una difficile trattativa. Gli incontri col il Ministro della Difesa ed il Sottosegretario con Delega agli alloggi, presenti Alti Esponenti militari, dopo l’invio di migliaia di fax, sono iniziati in un modo che è poco definire inaspettatamente non “amichevole”, con una inutile esibizione di arroganza da parte di uno degli astanti.
Ma nonostante ciò, quei contatti sono continuati, a tutti i livelli anche con e senza la nostra diretta partecipazione. Hanno riguardato sia Rappresentanti della Difesa che del Parlamento.
Motivi di non partecipazione diretta, in questa ultima fase, ci impediscono di definire i precisi contorni, e di valutare se siamo ad una svolta decisiva. Ma sentiamo lo stesso la necessità di parlarne, perché a volte il silenzio come si suol dire “uccide” e provoca ancora più angoscia, almeno per noi di CASADIRITTO che siamo da sempre abituati ad affrontare le situazioni direttamente, anche le più difficili.
Davanti a certe scene di famiglie che anche in questi giorni stanno abbandonando gli alloggi, noi non possiamo rimanere in silenzio, dopo aver letto, quelle lettere di notifica, averne esaminato i contenuti pseudo tecnici e talvolta non rispondenti alla verità, constatato le impossibili rideterminazione dei canoni riportate, aver visto e parlato con i destinatari, conoscendo le loro storie, partecipato alle loro situazioni irrimediabili. Se ci sarà uno sbocco positivo (immediata sospensione dei Decreti) o malauguratamente negativo, lo scenario sarà profondamente mutato. In quest’ultimo caso potrebbero essere messi a rischio anche situazioni ritenute ingiustificatamente “sicure”.
Aprendosi le paratie di sicurezza, poi l’onda lunga della marea nera costituita da “tutti fuori” dei Decreti tutto sommergerà.
OBBLIGO DI RILASCIO, A PRESCINDERE
Al di la dei canoni impossibili, vogliamo precisare, quello che non a tutti appare sempre sufficientemente chiaro. In quella pessima legge, che ha propiziato il Decreto Crosetto del 16 marzo 2011, vale a dire il Decreto legge 31 maggio 2010, n.78, convertito dalla legge 30 luglio 2010 n.122, all’art.6. 21 quater (ricordate l’emendamento Germontani tirata in ballo con inganno astutamente, come da lei rivelatoci) esiste un inciso: “.....con obbligo di rilascio.....” una frase che autorizza ad usare la stessa legge come una clava. Quale la logica? Prima provo con i canoni poi se resisti, ti caccio lo stesso avvalendomi di quella clausola dell’obbligo del rilascio.
Da questa trappola dobbiamo uscirne solo attraverso la “decrosettizzazione” del Regolamento e dello stesso art. 6. 21 quater, una bonifica cioè, di tutte quelle norme acriticamente recepite dall’allora Sottosegretario, gentilmente fornitegli da chi aveva scientemente pianificato ogni virgola o opera del suo personale ingegno poco interessa e purtroppo, poi puntualmente manifestatesi deleterie all’atto dell’applicazione del “suo” Decreto. Se questa bonifica non si verificherà, la marea nera tutto sommergerà anche quelli che per ora si ritenevano ingiustificatamente al sicuro.
Questo lo debbono intendere soprattutto tutti quelli di noi che, indifferenti e annoiati, in alcuni casi si rifiutano persino di saperlo. In questo modo depotenziano una partecipazione di tante famiglie che potrebbe contribuire a meglio e con maggior vigore, a risolvere il problema. Conoscenza e partecipazione sono gli ingredienti necessari per poter sperare ancora.
Per far capire agli altri la nostra situazione, e giustamente pretendere di modificarla, la dobbiamo saper conoscere noi, prima di tutto. Questo vale soprattutto in quelle fasce geografiche, specialmente al Sud dell’Italia, (parte della Sicilia, parte delle Puglie, parte della Sardegna e gran parte delle Campania e delle Marche) e in determinate sacche circoscritte del Nord Est (Treviso etc.) ove l’aspetto dei canoni di mercato, a parità di gettito familiare, non è particolarmente influente, anche perché, in generale, il problema della casa è più facilmente risolvibile. Ma allora ecco che, non avendo l’aumento dei canoni avuto l’effetto sperato, potrebbe scattare maggiormente l’applicazione “dell’obbligo del rilascio”, a prescindere. Questo è bene che tutti lo comprendano.
Ripetiamo, potremo essere alla vigilia di qualcosa di importante. Sentiamo che ci potrebbe essere la possibilità di una svolta e ci si sta tentando. Un altro elemento, non secondario, è il tempo che corre: gli effetti dei Decreti da modificare sono come un virus attivo di cui non c’è antidodo che tenga, che produce i danni giorno per giorno.
Per chi ne è colpito non c’è più terapia ed è inutile allestire poi la cura. Il paziente non ci sarà più. Chi si oppone al cambiamento, in special modo alcune gerarchie militari, gioca il facile gioco di far melina, tentando di far chiudere la pratica “ per estinzione del paziente”.
Come abbiamo già sottolineato la crisi politica aggiunge altre difficoltà. Questa malattia si può debellare solo con la sospensione immediata dei Decreti. CASADIRITTO invita ancora una volta le famiglie a scrivere nei modi che abbiamo più volte utilizzato con tutti i mezzi disponibili e utilizzare ogni mezzo mediatico, giornalistico, politico e anche contatti diretti con chi ha potere di intervenire. I nomi dei Parlamentari che si stanno adoperando si conoscono. Altri Parlamentari potrebbero essere coinvolti nel sostenerci. Tante volte hanno manifestato verso le nostre famiglie tutta la loro capacità e solidarietà. Ma guai ad illudersi contando solo sugli altri. Il contraccolpo sarebbe terribile anche per quelli che con sacrificio, ed abnegazione, continuano a resistere, e potrebbero essi stessi essere poi portati al disimpegno. E questo, proprio non ce lo possiamo permettere.
Leggi l’intero art. 6 comma 21 quater, così come riportato sulla notizia con commento quasi maledettamente “profetico” ma già allora realistico, nell’articolo del 30 luglio 2010. Ed anche allora, c’era chi non aveva capito.
Sergio Boncioli
16 settembre 2013