BOLOGNA E FIRENZE OLTRE L’IMMAGINARIO
SORPRENDENTI MA ILLUMINANTI DIALOGHI TRA COMANDI
Vetuste carte riciclate per 15 anni, girano tra l'Appennino ed oltre, semplici pareri d'annata diventano vangeli per nuove catechesi e nuovi catechisti.
Casadiritto: è ora di cambiare
Ma il Capo dell'ufficio Legislativo della Difesa ne è stato messo al corrente?
Il precedente Report su Bologna, su cui CASADIRITTO aveva concentrato l’attenzione, diffuso in migliaia di copie con immenso sacrificio per i costi derivanti e pubblicato sul sito, ha fatto centro. Sono uscite successivamente le vecchie carte utilizzate. Il Report si proponeva (vedi sito del 10 febbraio u.s. e allegati) di evidenziare le peripezie di un maresciallo dell’Esercito, abitante con la sua famiglia a Bologna, in via Sabotino. Dopo aver ristrutturato completamente a proprie spese l’alloggio, all’atto della assegnazione e della concessione, nel chiedere dopo tanti anni la sostituzione della caldaia interna, veniva ammonito e zittito, citando letteralmente una opinione dell’Avvocatura di Roma, non precisando ne data ne circostanze, ma solo con un esplicito: “l’utente sine titulo di un alloggio di servizio, non è legittimato ad evidenziare richieste....”.
E’ bene ricordare che il maresciallo “gode” ora felicemente dei frutti del Decreto del 16 marzi 2011 (canoni di mercato) e che per quella casa, ex stalla, ex scuderia, con tetto precario, con caldaia da acquistare a proprie spese, circondato da altre “case malconce”, in parte già dichiarate inabitabili per incuria anche da parte di chi avrebbe dovuto provvedere, come da testimonianze degli ex abitanti che sono stati fatti sloggiare, paga e “gode” con enorme felicità euro 1.150 al mese più spese comuni. Questo l’antefatto con gli inquietanti interrogativi che il Report del 10 febbraio ed i suoi allegati, proponevano.
QUALI LE REAZIONI DOPO L’ARTICOLO? All’indomani del Report di CASADIRITTO, il 6° Reparto Infrastrutture di Bologna, Uff. Lavori, Sez. Alloggi, scrive due lettere, con la stessa data del 20 febbraio 2014:
– La prima lettera, indirizzata a tutti i “Fiduciari” con un contenuto pieno di buonsenso, quasi di pacificazione, realistico, con la speranza di creare un effetto di calmare le acque, piuttosto agitate, ove in sostanza viene ribadita la scarsità di risorse economiche a disposizione e le conseguenti difficoltà di far fronte alle attività “sempre più numerose e onerose”.
Una lettera che condividiamo, perchè sincera e realistica, ma che non smentiva quanto affermato nella precedente lettera del 23 gennaio u.s. al maresciallo di Bologna richiedente i noti lavori, ove veniva riportato quanto l’Avvocatura dello Stato di Roma affermava ”l’utente sine titulo... etc.etc, non è legittimato....”. Cortesemente, con un elegante finale “vengono ringraziate LL.SS, le Loro Signorie, per comprensione e collaborazione”.
– La seconda lettera, sempre del 20 febbraio u.s., sempre del 6° Reparto Infrastrutture di Bologna, è di tutt’altro tenore e diversi contenuti, pur essendo in indirizzo i “Fiduciari” è indirizzata a FIRENZE, ISPETTORATO ESERCITO CENTRO e al COMANDO MILITARE ESERCITO EMILIA ROMAGNA. SIAMO IN PRESENZA DI UNA LETTERA NON RITUALE
UN PICCOLO PASSO INDIETRO, PRECEDENTEMENTE.... Si era provato in tutti i modi precedentemente di sensibilizzare altri Comandi, oltre quelli citati anche sentendo il parere de CME VENETO di PADOVA (4.6.2012), REGIOMILES NORD, ma la stessa risposta: “L’utente sine titulo di un alloggio di servizio non è legittimato ad avanzare richieste...” come un mantra. La caldaia rimaneva spenta, e se la voleva calda, se la doveva pagare. (pag.1). Qualora l’alloggio si rendesse inagibile questo Comando non autorizzerà nessun cambio di alloggio (pag.2). Il vangelo deve essere applicato. La catechesi della nuova dottrina deve essere diffusa tra i catechisti e i fedeli la debbono osservare.
SI RIPROVA QUINDI ANCORA A SCRIVERE Avendo ricevuto ancora innumerevoli messaggi, Infrastrutture Centro di Firenze (13.12.2013) risponde a Bologna, che non sussiste necessità di esprimere ulteriori pareri di sorta sulla caldaia. A pag.2 precisa poi, che linee guida sono state già diramate a ipotesi di interventi infrastrutturali su interventi di alloggi occupati dai sine titulo.
PER COMPLETARE L’OPERA Il Comando Infrastrutture Centro di FIRENZE, con lettera dell’8 febbraio 2013, scrive al Reparto di BOLOGNA, FIRENZE, ROMA, CAGLIARI, PESCARA, riportando il noto principio sui sine titulo, ma...
Ma riflettendo finalmente anche su l’esistenza di un obbligo per i Reparti Infrastrutture di mantenere comunque il “parco immobiliare”: Quella giusta considerazione che CASADIRITTO aveva comunque evidenziato con l’articolo e non risulta applicato, ribadisce che fino ad oggi, non sono pervenuti ulteriori aggiornamenti e/o variazioni in merito alle “linee guida”. Insomma un colpo al cerchio e uno alla botte. Ponzio Pilato ci aveva già pensato.
RITORNIAMO ALLA SECONDA LETTERA Il Comandante del 6° Reparto rileva: Si rammarica di improperi, personali minacce, insulti velati (assolutamente da biasimare) che evidentemente, scrive il Comandante, si ripercuotono sullo stato d’animo del personale preposto. Ricorda poi ai suoi interlocutori, la notevole riduzione dei fondi (dal 2009, afferma, sono calati del 60-70%) che non consente nemmeno di intervenire per le situazioni ritenute gravi.
SONO FORSE LE CONSEGUENZE DELL’OBIETTIVO 9 E DEI SUOI CANONI DI “MERCATO”? Ricorda poi che gli utenti sono costretti ad accollarsi le spese.
Le conclusioni: dice di non procedere all’accoglimento delle richieste provenienti da utenti “sine titulo” IN OTTEMPERANZA ALLE DISPOSIZIONI PROVENIENTI DALLE SUPERIORI AUTOTITA’ che si allegano per opportuna conoscenza (allega tutta la documentazione che comprova quanto afferma). Nella sostanza, quanto detto al maresciallo di Bologna. Allega alla sua lettera una sfilza di precedenti e vecchi documenti e nuovi riferimenti, che poi esamineremo insieme.
QUINDI, CON MOLTA SINCERITA’, AL PUNTO 6 DELLA LETTERA, CHIEDE:
“stante anche gli ultimi episodi verificatesi, comprese le azioni legali, gli esposti e la PUBBLICITA’ NEGATIVA ( ???) avverso le decisioni di questo Ente Gestore, sarebbero assai gradite da parte degli Enti e Comandi Sovraordinati in indirizzo per conoscenza, EVENTUALI NUOVE INDICAZIONI E/O NOTE DI LINGUAGGIO AGGIORNATE , SI DA POTERLE ESTERNARE IN OCCASIONE DI SITUAZIONI SIMILARI”.
Riprendiamo fiato e analizziamo con parole nostre quanto scritto dal Comandante del Reparto di Bologna.
Il Report di CASADIRITTO aveva sollevato questioni importanti e messo il dito sulla piaga. Aveva messo in luce che i lavori da eseguire sono sempre in funzione del bene “casa”, indipendentemente da chi vi abita, con o senza titolo, purchè vi sia una necessità. Naturalmente chi ha compiti con poteri decisionali, deve ben saper declinare l’urgenza e le priorità, senza negare assolutamente, in linea di principio, che laddove un mancato intervento lede o compromette, l’abitabilità o crea le condizioni per dichiarare l’inagibilità, dopo che per anni l’intervento è stato rifiutato, queste sono situazioni in cui bisogna assolutamente intervenire. D’altra parte ciò che si deve o non si deve fare, è scritto nel Regolamento.
Come noto, gli alloggi sono considerati a tutti gli effetti “opere atte alla difesa del Territorio Nazionale” al pari di qualsiasi infrastruttura facente parte del Demanio Militare. Il Responsabile in linea diretta è l’Ente Gestore che non può esimersi di dedicare ad ogni alloggio, le necessarie cure e attenzioni, indipendentemente, appunto da chi vi abita, sine o cum titulo. A meno che la scelta avvenga “all’italiana”, ubi maior minor cessat, e gli altri stanno a guardare. Ma sicuramente non è il caso di Bologna.
Lo stesso Report di CASADIRITTO aveva evidenziato, per l’esasperazione del maresciallo bolognese, il quale infine si era rivolto ai carabinieri con un regolare Esposto, sottoscritto. Ora il Comandante è preoccupato.
SEVERI MA NON VOCIANTI, QUESTO E’ IL BORD DI CASADIRITTO Pubblicità negativa?, o PUBBLICITA’ PROGRESSO, che sarebbe meglio. Se ci si vuole riferire, come abbiamo il diritto di pensare, a quanto riportato nel pezzo, diciamo subito che quanto riportato non possa essere considerato una pubblicità, men che meno negativa. Potrebbe essere, al contrario, considerata pubblicità PROGRESSO, in quanto i contenuti inconfutabili riportati, hanno l’obiettivo di evidenziare comportamenti e decisioni che, rispetto a Leggi e Regolamenti, in vigore, non sembrano essere rispettati nella forma e nella sostanza. E la cosa va avanti, come sembra andare avanti. Su questo, non si tratta di fare pubblicità, ma di assolvere ad una funzione di dare voce a quanto gli utenti stessi, in collegamento con CASADIRITTO, rendono noto. Una specie di grande megafono per far parlare chi non può e per evitare che tali situazioni si ripetano. Con l’informazione, insomma, eliminare le cause di disfunzioni e storture.
CASADIRITTO che in tanti anni non è mai sceso sul campo delle volgarità, bugie, mistificazioni o cavalcato facili populismi o mal di pancia, che pur esistono anche da parte di utenti singoli e che noi cerchiamo sempre di biasimare, sia all’interno di Comandi, che all’interno di famiglie esasperate. Nelle nostre “peregrinazioni” quasi quotidiane con componenti delle Istituzioni in senso lato, puntualizzare su ciò che accade nel variegato universo degli alloggi della Difesa, ha il significato di spronare alla meticolosa osservanza come in questo caso, del Regolamento di cui alla Legge n.90 del 15 marzo 2010.
Parimenti ci sentiamo sempre impegnati per modificare in fieri, con l’impegno delle Istituzioni, quelle situazioni che sono e rimangono vessatorie . Come d’altra parte avviene dal 1990 in poi (le 30.000 firme al Presidente della Camera, nel 2000, la Risoluzione Trabacchini nel 2001, chi se lo ricorda, ciao grande Quarto) che ha bloccato i recuperi forzosi, prima che entrassero in vigore le Leggi 537 e 724, del 1993 e del 1994, il tentativo trasversale della proposta di Legge 559 della Senatrice Silvana Pisa, (auguri cara Silvana) del 2006, naufragata poi con un tempestivo intervento di un Senatore, la Legge Finanziaria 244 del dicembre 2007, riguardante il Piano Pluriennale e le vendite, stravolto poi come sappiamo, i vari Decreti annuali e ultimo infine il Parere su Atto di Governo 32. Tutte le tappe per chi viene da lontano ed ancora è costretto ad andare e camminare come CASADIRITTO, malgrado le delusioni di chi intraprende quel tipo di cammino deve incontrare.
Fa bene il Comando di Bologna a chiedere nella sua lettera “nuove indicazioni”. Quelle vecchie non sono più ne credibili ne adeguate. Fanno abbassare l’indice di credibilità, (queste si che è una pubblicità negativa), almeno per chi riesce ancora a stupirsi. Quanto alle “attuali” note di linguaggio per anni esposte al pubblico, pensiamo che non è una questione di norme di linguaggio, vecchie e nuove che siano, che non ci si possa trincerare dietro “veline” seppure studiate a tavolino da campioni della persuasione occulta, e visto che ci siamo da mestieranti dell’occulto più che della persuasione, ove la parte filologica, finisce per mascherare la sostanza.
MA ECCO DA DOVE E’ STATA TRATTA LA LINEA GUIDA FINORA SBANDIERATA, SEMPRE RIPRESA NELLE NUMEROSE CORRISPONDENZE TRA I COMANDI. ERA SOLO UN ORIENTAMENTO DELL’AVVOCATURA, VECCHIO DI 15 ANNI.
Roba da non credere e da far venire i brividi, almeno a noi di CASADIRITTO. Siamo risaliti, attraverso la stessa documentazione allegato anche ai “Fiduciari” seppure parzialmente, a venirne a capo. Ecco come.
15 ANNI ADDIETRO, TRATTANDO UN CASO DI VENTI ANNI FA’, QUANDO LE LEGGI NON ERANO ANCORA APPLICATE, PRIMA DELLE LEGGI SUI CANONI.
SE STAI MALE, PEGGIO PER TE, POTEVI ANDARTENE PRIMA L’Avvocatura dello Stato, circa 15 anni fa, si espresse in merito ad un utente che il 20 gennaio 1994 a gennaio, aveva perso il titolo e chiedeva:
– il rifacimento dell’impianto elettrico;
– l’abbattimento delle barriere architettoniche (termine normalmente usato per agevolare l’accesso di invalidi, nella propria abitazione. Invalidi che presentano particolari condizioni di invalidità motoria e permanente.
“ In data 20.1.1994 ha perso il titolo alla concessione dell’immobile in oggetto. Perciò non è legittimato a richieste....”. Evidentemente si suppone che l’interessato, un utente, riferiva anche i danni di salute subiti. L’Avvocatura, esprime le sue opinioni: “Va infine evidenziato che i danni alla salute subiti per le condizioni dell’alloggio demaniale occupato dal ….in argomento, NON SI SAREBBERO VERIFICATI SE EGLI LO AVESSE RESTITUITO ALL’AMMINISTRAZIONE STANTE LA MANCANZA DI TITOLO...”
CHE ALTRO DIRE? Dopo aver chiesto scusa, noi tutti, a “EGLI” che non conosciamo e speriamo che goda ancora ottima salute, quanto espresso può essere considerato:
– quella espressa è una opinione, seppure altissima, non legata ad alcuna sentenza;
– ancora, alla data del 3 maggio 2000 su un caso del 20 gennaio 1994, non erano del tutto operanti le leggi che prevedevano la continuità dell’utenza, sia per le categorie protette che per altre, sia pure con canoni differenti, al posto della concessione (leggi storiche come la 537, 724 del 1993 e 1994 che per negligenza furono applicate anche 5 anni dopo). Forse quell’Avvocato dello Stato, ancora non le aveva mai esaminate, nei suoi fascicoli. Forse.
Successivamente però: successivamente e ben oltre quella data, un altro avvocato dello Stato di Bologna, ne condivide, ancora nel 2007, l’impianto e taglia corto: “Si condivide l’orientamento di questa P.A. di resistere a pretese formulate dall’occupante e fondate su un rapporto di concessione non più in essere”. Fine
Vecchie e vecchissime carte, vengono quindi utilizzate, con effetti “pubblicitari” per noi negativi evidenti e impressionanti, da chi invece ha l’obbligo di attenersi a Leggi e Regolamenti intervenuti negli anni successivi, anche recentemente.
A maggior ragione che ora le famiglie sconquassate dai canoni insostenibili chiamati impropriamente di “mercato”, quelli che hanno resistito, o che hanno pienamente diritto, costituito da appartenenza a categorie protette, sempre espressa da Leggi e Regolamenti. Non sarebbe possibile mandare alla malora 5.000 appartamenti abitati dai sine titulo, perché a qualcuno ha bisogno di “nuove linee guida”? Case abitate anche dai tutelati della Legge 104 art.3 comma 3. O da famiglie che pagano, o almeno così gli è stato comunicato, anche 3.000 euro al mese, o 2000 o 1.150, come il maresciallo di Bologna ? E ora anche da quelle famiglie protette il cui pieno diritto scaturisce da quanto approvato dal Parlamento il 20 dicembre 2013?
Questa straordinaria quantità di gente, di cui abbiamo dato uno spaccato, e che si trova a sentirsi ripetere vecchi refrain, oltre le linee guida, si spera che gli stessi Comandi cominciano a studiare per benino, ciò che dovranno applicare fra pochi giorni, da subito. Che si facciano consegnare istruzioni su come applicare le nuove leggi. Comunque sarà certo: una mole enorme di istanze sarà sui loro tavoli.
SCOPRONO SOLO ORA CHE NON HANNO FONDI. MA DOVE ERANO? La mancanza di fondi è un problema reale, in qualche modo endemico, che nessuna linea guida potrà mai risolvere. Ma si è aggravata per una scelta precisa: con i canoni voluti insostenibili, una creazione dell’Obiettivo 9. E’ del tutto inutile poi affermare, con lamentevole monotonia, come fa il Comandante di Bologna, che i fondi per i lavori sono diminuiti del 60-70%. Ma se da anni lo diciamo noi di CASADIRITTO ed in tanti lo sapevano, anche a Bologna le notizie ci risulta che arrivano, anche direttamente da CASADIRITTO, attraverso centinaia di famiglie. E così a Firenze. Questa è la causa: le case si svuotano perché non c’è più chi paga, e quindi mancano pure i fondi. Semplice ma vero.
Vorremmo concludere con una domanda che riguarda i quesiti posti che interessano i Comandi di mezza Italia, l’Avvocatura, le linee guida, le lettere, gli allegati, le domande e le eventuali risposte, etc.etc., :
ma IL CAPO DELL’UFFICIO LEGISLATIVO DEL MINISTERO DELLA DIFESA, NE E’ STATO MESSO AL CORRENTE? Forse un suo parere sulla faccenda scioglierebbe tanti dubbi. Ora, dopo AVER LETTO QUESTO Report e i suoi allegati, anche lui ne sarà al corrente.
Le famiglie che si riconoscono in CASADIRITTO, ma vorremmo dire la gente perbene, all’interno degli alloggi ed anche all’interno della Difesa, sono state da sempre abituate a raccogliere i cocci, curarsi le ferite (veri insulti, veri soprusi, vere vessazioni),e ripartire per un nuovo inizio. Ma ora che in tanti veniamo a conoscenza dei fatti sovraesposti, spiegandoci del perché di tante scempiaggini e prepotenze, davanti a queste carte, Vertici Militari e Organi politici occorre che agiscano..
Sergio Boncioli
Allegato:
In allegato tutte le citazioni esposte
Nota: tutti i documenti allegati, sono stati inviati con la lettera del 20 febbraio 2014, indirizzata anche ai “Fiduciari”.
17 marzo 2014