IL NUOVO GIORNALE DEI MILITARI CI SOSTIENE NELLA NOSTRA QUASI IMPOSSIBILE BATTAGLIA. CASADIRITTO INVITA LE FAMIGLIE E GLI UTENTI A DIMOSTRARE CON I FATTI IL SOSTEGNO AL GIORNALE.
Senza una libera informazione, senza una analisi che risalga alle cause e non solo agli effetti, avere solo una risposta preconfezionata. Tutto diventa incomprensibile. Sul tema degli alloggi come su ogni altro tema.
Nell’appiattito mondo dell’informazione, specialmente quella specifica, riguardante gli alloggi della Difesa, ove detta legge, o il luogo comune, o peggio la disinformazione velata o subdola che sia, dove tutto si riduce a recepire il diktat dei potenti signori della “mattonella”, almeno una voce rimane fuori dal coro e continua a distinguersi. IL NUOVO GIORNALE DEI MILIARI.
Da alcuni anni conduce la sua coraggiosa e difficile battaglia anche on line con un proprio sito. Erano gli anni 80. Gli utenti già si organizzavano con i primi Comitati . Poi gli anni 90 con le leggi che riconoscevano il diritto all’utenza. La nascita di CASADIRITTO che segnava l’inizio di anni di proposte e contrapposizioni. Un passo avanti e uno indietro. Sempre si verificava che a qualcuno non andava giù un tentativo di portare ad una gestione giusta e trasparente. Chissà perche.
Nel frattempo IL GIORNALE DEI MILITARI passava le sue vicissitudini, ma sempre con dignità e competenza, la d,ssa Antonella Manotti assumeva il gravoso incarico della Direzione del Giornale. Ma sempre continuava quel rapporto di simpatia, competenza, condivisione e solidarietà tra il giornale e CASADIRITTO. Poi avvenne nella Difesa una svolta dura e a nostro parere illegittima: l’attuazione di quanto deciso dall’Obiettivo 9, tramite il potere politico allora all’opera. Ora, malgrado un diverso potere politico, c’è un altro attacco e un altro momento decisivo. IL NUOVO GIORNALE DEI MILITARI non si tira indietro.
Nelle domande che la d.ssa Manotti pone nell’intervista che riportiamo, al Sen. Aldo Di Biagio, che noi ringraziamo, non vediamo alcuna piaggeria, ma la volontà di essere incalzante e di andare al sodo. Anche il Senatore sembra avere le idee chiare sull’argomento.
Con l’occasione invitiamo quanti interessati, ad usufruire di quanto il GIORNALE DEI MILITARI offre in maniera del tutto eccezionale agli utenti e famiglie associati in CASADIRITTO, offrendo al prezzo di 35 euro anziché al normale costo di 59.000 l’abbonamento annuo. Nel prezzo sono compresi, oltre che l’abbonamento annuale al cartaceo, anche tutta una serie di servizi telefonici e on line che il giornale offre agli abbonati.
Sergio Boncioli
Riportiamo l'intervista fatta al sen. Aldo Di Biagio dal – Il nuovo Giornale dei Militari
Egregio senatore, con l’abrogazione dell’art. 286, comma 4, del decreto 15 marzo, n. 66 è saltata la norma primaria che garantiva le fasce deboli a basso reddito dall’applicazione dei canoni di mercato. Ciò è scaturito da un intervento che vi ha visto protagonisti in quanto componenti della Commissione difesa del Senato che circa un anno fa, ha di fatto consentito che venissero cancellati d'un colpo, 23 anni di battaglie per regolamentare la materia dei canoni degli alloggi militari. Come è potuto Accadere? Si sente anche Lei un po' responsabile?
Come più volte è stato evidenziato, l’ipotesi di abrogazione era contenuta in un “invito a valutare” presente tra le righe del parere della commissione difesa del Senato allo Schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di revisione dell'assetto strutturale e organizzativo delle forze armate, e messa in questi termini sarebbe illogico negare una certa “responsabilità” della commissione stessa di questa deriva normativa. Bisogna però contestualizzare: la proposta di abrogazione del citato comma 4 dell’articolo 286 era stata presentata dai relatori come lo strumento attraverso il quale sarebbe stato possibile eliminare le incertezze applicative sulla già complessa disciplina del pagamento dei canoni degli alloggi di servizio. Dinanzi ad una presentazione di questo tipo, seppur vaga, non poteva non catalizzarsi l’attenzione favorevole di tutta la commissione, malgrado la sussistenza di posizioni avverse, come quella del sottoscritto, che addirittura si era sostanziata in un parere alternativo, ovviamente respinto. Pertanto, se da un lato la commissione, a rigor di logica debba essere inquadrata come “responsabile” in quanto presentatrice del parere “incriminato”, lo stesso non si può dire con riguardo alla mia posizione.
Ma, a mio parere, il problema si colloca ben oltre la questione della responsabilità su di un parere.
In primis, vale la pena segnalare che sull’argomento il Parlamento è ritornato in occasione dell’elaborazione del parere allo Schema di decreto ministeriale concernente il piano annuale di gestione del patrimonio abitativo evidenziando l’esigenza di una rettifica della norma e che in riferimento alla questione anche il ministero, in più occasioni, ha evidenziato che dalla soppressione della norma, non vi sarebbe stato alcun riflesso circa la configurazione dei canoni delle categorie “in deroga” e la disponibilità più volte manifestata dal ministro Pinotti ne è una chiara prova.
Uno degli aspetti più critici della questione, a mio parere, non va ricercato nella posizione ministeriale quanto invece nella posizione “arbitraria” assunta dai comandi centrali e territoriali, autonomi nella gestione degli alloggi, che hanno dato attuazione all'abrogazione, trasmettendo notifiche di rideterminazione maggiorate dei canoni di affitto degli alloggi, anche a coloro verso i quali la norma prevedeva maggiori cautele.
E’ chiaro che alla base di tutto questo vi è un coordinamento amministrativo non efficace e soprattutto una lacuna normativa amplificata dalla mancata comunicazione dei comandi con il Ministero, verso il quale non è mai giunta una richiesta di chiarimento.
Questo vuoto legislativo ha permesso a vari Comandi di intervenire presso gli utenti con provvedimenti che hanno annullato le disposizioni in vigore , determinando accelerazioni e sconcertanti marce indietro. Come si pensa di intervenire ora per recuperare la situazione?
La situazione che si è venuta a creare è sicuramente delicata soprattutto in termini di riflesso sulle categorie di utenti che dovrebbero essere tutelate. Tutto questo mi ha spinto dapprima a presentare la questione nell’ambito della legge di stabilità per il 2015, attraverso un ordine del giorno, accolto poi dal Governo che lo impegnava a valutare le opportune misure, finalizzate a porre rimedio alla situazione per garantire l'adeguata tutela alle categorie protette. Successivamente ho indirizzato un’interrogazione al ministro chiedendo di sapere quali iniziative si intenda avviare al fine di colmare la lacuna, prevedendo anche una sospensione delle notifiche di rideterminazione dei canoni in attesa della completa rettifica normativa.
E’ necessario condividere le criticità con i referenti governativi per ragionare, anche congiuntamente, su un quadro legislativo che indichi chiaramente che canone applicare alla categoria “in deroga”, però in perfetta coerenza con quanto sancito dalla norma fino ad ora.
Ci sono a suo avviso spazi per sanare la situazione che sta gettando gli utenti in una condizione di estrema incertezza?
Ritengo che possa essere perseguibile l’ipotesi di un intervento teso a colmare il vuoto legislativo, anche predisponendo, date le evidenti ragioni di urgenza, un norma univoca e chiara nell'ambito del decreto recante il piano annuale di gestione del patrimonio abitativo della Difesa che dovrebbe essere emanato entro il 31 marzo 2015 ai sensi dell'articolo 306, comma 2, del decreto legislativo n. 66 del 2010 e che sarà – anch’esso – oggetto di parere da parte delle commissioni difesa di Camera e Senato.
Lo scenario è senza dubbio complesso, ma l’attenzione sulla questione sarà particolarmente forte e sono certo che quanto prima si arriverà ad una chiarificazione normativa, anche in ragione dell’attenzione finora mostrata dal Ministro.
Allegato:
Ultimo numero del Giornale dei Militari