Banca d’Italia e Ministero Finanze rimettono e restituiscono gli atti alla Difesa, dal "nulla osta" scaricabarile la palla ritorna alla Marina Direzione Generale Commissariato.

L’Odissea sembra ad un passo dalla conclusione, diciamo sembra. Stavolta l’imprimatur porta la firma di due figure eccellenti: la Banca d’Italia (tesoreria) e Ministero delle Finanze. Sembra così giunto al termine il GIOCO DELL’OCA relativo alla restituzione di quanto dovuto al signor Antonio a seguito dell’applicazione del Decreto del 7 maggio 2014 e conseguentemente della sua Istanza in allegato C che nel caso specifico prevede la restituzione di euro 4.650,94 con decorrenza 1 gennaio 2014, frutto del conguaglio e di tanto lavoro di CASADIRITTO per far uscire quel Decreto. Come già avevamo messo in luce sul sito di CASADIRITTO, lo scorso 18 aprile 2016, il COMANDO MARITTIMO DELLA CAPITALE di ROMA anziché restituire i soldi dovuti al Luogotenente Antonio, elargiva un sontuoso “NULLA OSTA” per agire motu proprio.

IL SIGNOR ANTONIO AGI': con l’aiuto di CASADIRITTO, pur sentendosi un pò beffato, non si perse d’animo. Presentò come indicato dal COMANDO CAPITALE MARINA istanza alla Tesoreria Provinciale dello Stato (Tesoro);

successivamente con lettera del 9 maggio 2016 la Tesoreria (Banca d’Italia) scrive a sua volta all’Economia e Finanze Ufficio Centrale Bilancio della Difesa allegando la domanda del rimborso;

in data 9 giugno 2016 il Ministero Economia e Finanze scrive alla Direzione Generale di Commissariato e di Servizi Generali a Piazza della Marina 4 (Difesa) per COMPETENZA, la richiesta del signor Antonio per ottenere la restituzione degli agognati 4.650.94 euro.

Qualcuno sperava nel frattempo in uno sfinimento del Signor Antonio o di CASADIRITTO che segue attentamente per poter fare da apripista a tutti quelli che pretendono la restituzione delle somme Esercito, Marina, Aeronautica. Speranza delusa.

Il balletto ignobile non farà altro che aumentare la pressione sull‘esito finale della intera faccenda. Quei soldi, ricordiamo, sono quanto dovuto a chi, come il signor Antonio, pagava un canone di 1.800 euro mensili prendendo una pensione di 1.600 con sacrifici indicibili dovuti all’applicazione del canone dei mercato di Crosetto. Quel canone di mercato che lo aveva costretto a ricorrere a prestiti. Ma aveva avuto fiducia e alla fine il Decreto del 7 maggio 2014 era uscito. ED ERA POTUTO ENTRARE NELLA CATEGORIA PROTETTA, con effetto dal 1 gennaio 2014. Nelle Alte sfere in molti non lo avevano digerito: c’è da immaginare che il rospo della restituzione anche degli arretrati era troppo. Ma il testardo insiste nel riavere i soldi. Per loro era un fatto inaudito, quindi era da mettere in opera tutta una serie di ostruzioni.

La prima delle quali era quella classica, quella dello scaricabarile e dei loro prestatori d'opera, gli scaricabarili, a tale compito addestrati. Inizia il folle cammino per inseguire i propri diritti. Dalla Difesa la pratica torna al signor Antonio, che è costretto “motu proprio" a presentare Istanza al Tesoro, questi informa la Banca d’Italia che informa le Finanze che informano la Difesa. Il GIOCO DELL’OCA che inizia alla Difesa e termina alla Difesa, senza nulla aggiungere al fascicolo per un presunto parere, per ora termina e si ritorna al via, speriamo per non ricominciare. Ognuno trasmette ma nessuno paga.

Noi di CASADIRITTO ci vergogniamo per loro anche perché contribuiscono anche con le loro lucide medaglie, a rendere vano il nostro sforzo di credere nelle Istituzioni. Ma una speranza l’abbiamo ancora: che questo incredibile percorso, questa Odissea, che potrebbe arrivare ad una sperata conclusione, possa rendere almeno più agevole la restituzione dei soldi per tutti coloro che ne hanno diritto sia per gli utenti dell’Esercito, della Marina e dell’Aeronautica.

Sergio Boncioli

Allegato:
   Fascicolo dell’Odissea del sig. Antonio