Ultimate le tabelle comparative, CASADIRITTO prepara una proposta/impresa: Convincere anche gli “IRREDIMIBILI”
PRIMA L’ANALISI, POI LA PROPOSTA. L’elemento costitutivo di CASADIRITTO, è stato sempre quello di cercare di rincorrere le iniziative altrui, e magari quando ci sono state le condizioni, quello di rilanciare. Ora, dopo i contenuti della Delibera, si prospetta una soluzione apparentemente semplice e per questo sorprendente quanto disarmante. Quale sarebbe questa” impresa”? Presentare una proposta semplice, anche se la renderanno complicata, ma in quanto semplice, per questo realizzabile anche se il sospetto, il becerume, la prepotenza, il disprezzo per i diritti degli altri, talvolta accompagnati da un delirio di onnipotenza, potrebbe far fallire l’operazione. I reggicoda ed i “piaggeresti” per vocazione o per necessità, ci sono un pò dappertutto non è un mistero. Ma se ad essi si innestano cervelli sopraffini ed entrambi poi si amalgamano per raggiungere il fine ultimo, cioè quello di cacciare tutti via, il lavoro si rende più agevole. Contro chi? Contro i senza titolo, naturalmente…
BOTTA E RISPOSTA. UN INSEGUIMENTO IN CORSO DA TANTI ANNI. A suo tempo, lo avevano già deciso con la legge 497 del 1978, gli sfratti generalizzati che erano all’interno di quella legge, “camuffata” come sempre da fantastici piani decennali, legge nota a pochi in quanto per ovvi motivi, ancora CASADIRITTO non esisteva, si è risposto successivamente, come noto con le leggi 537 del 1993 e 724 del 1994 che seguirono una grande raccolta di firme organizzata da CASADIRITTO, leggi che per prime passavano per i sine titulo, da un vuoto legislativo ad una nuova concezione di pagamento di un canone certo e sostenibile.
Quei personaggi, riprodottisi forse per congiunzione astrale sfavorevole e senza l’opera dello Spirito Santo, sono quindi ritornati alla carica durante il funesto periodo 2008 – 2011 con quel sofisticato progetto “Obiettivo 9” fatto per far uscire le famiglie dall’alloggio senza necessità alcuna di uno sfratto, ma per via degli alti canoni (sempre con obbligo di rilascio) applicati.
A questa mossa si è potuto fortunosamente rispondere, seppure in condizioni difficilissime, per merito nostro e del Parlamento che in extremis, durante la discussione del Decreto del 16 marzo 2011, furono escluse dallo stesso Decreto migliaia di famiglie rientranti nei Decreti annuali, sempre previsti dalle leggi 537 e 724 prima e dal TUOM art. 306 art. 2, successivamente.
SFRATTI PROPOSTI CON “L’AIUTINO” Ora SMD per risolvere, a modo suo, definitivamente il problema dei sine titulo, un problema che li affligge da tanti decenni, rendendoli insonni e molto vendicativi, propone con l’ausilio e l’aiutino (addirittura la Magistratura Amministrativa) uno sterminio di quella razza dannata, attraverso un escamotage. Avverrà semplicemente, nelle intenzioni, così come sono ben esplicitate dalla Corte dei Conti, del come e del perché SMD ha deciso di fare a meno di tutti gli alloggi della Difesa (a meno di qualche centinaio, ma il numero non è stato precisato, destinato in maniera gratuita ai fedelissimi) e di lasciarli ad un nuovo assetto proprietario, che in quanto proprietario li gestirà secondo condizioni strettamente economiche. Ma prima, ecco l’aiutino dell’Alto Consesso, si dovranno cacciare i sine titulo, forse per rendere gli alloggi più “agibili” e privi di famiglie rompiscatole. Non si intravedono altri perché.
PROCESSO SOMMARIO ALL’ITALIANA . UNA PALESE INVERSIONE DEI RUOLI. CHI E’ L’ACCUSATO E CHI E’ L’ACCUSATORE? Questa clamorosa sortita, non è priva di paradossi, anzi è un paradosso anche se viste le circostanze, stentiamo a chiamarli umoristici. Il primo dei quali, il più evidente, è una inversione delle parti. L’accusato, con prove a suo carico schiaccianti per via di quel disastro gestionale del suo Patrimonio Abitativo (che è dello Stato), circa 16.000 alloggi, si smarca e nello stesso momento veste i panni di accusatore. Conseguentemente le vittime materiali e morali ovvero gli attuali conduttori e le famiglie anche quelle che sono state costrette ad uscire da casa, diventano colpevoli e quindi necessitano di uno sfratto, tramite una pioggia di 4.183 recuperi coatti.
COME RISPONDERE A QUEST’ULTIMA USCITA? Come rispondere senza farsi prendere la panico e dallo sconforto? Abbiamo già dato una prima risposta al Ministro della Difesa con i fax piovuti sul Ministero da ogni parte d’Italia. Ma ora dobbiamo passare oltre e fare un salto di qualità. CASADIRITTO, subito dopo aver preso cognizione della Delibera, ha cominciato ad analizzarne dati e contenuti, per poi arrivare, attraverso questi, ad una proposta convincente. Le risultanze di questa analisi, che si basano su dati attuali e dati storici, fra loro incrociati, per arrivare poi ad una conclusione che si prevede alquanto sorprendente tale da smentire alla radice i presupposti su cui si fonda il teorema della Delibera. La proposta consequenziale che ne seguirà, indicando quella che a nostro avviso, potrebbe essere una soluzione, CASADIRITTO la esporrà al Ministro anche attraverso le varie sfaccettature su cui si compone la galassia ministeriale. E naturalmente a chi nel Parlamento, ha già dimostrato o dimostrerà interesse.
Se tale proposta sarà accettata e/o modificata, potrà essere questa la soluzione onesta e soddisfacente. Ma la condizione è sempre quella: che cada la pregiudiziale, quella infamante sui sine titulo, e che le controparti operino in buona fede. Altri ulteriori incontri, che seguiranno a quelli già effettuati con il Sen. Di Biagio ed il Sottosegretario di Stato per la Difesa on. Domenico Rossi, sono in programma. Se ne profila uno, imminente all’interno di una stanza, di quelle che contano, di Via XX Settembre, seppure in maniera “informale”, un’incontro con la parte “consapevole” o meglio quella che appare e che si spera sia la parte più “consapevole”.
GLI “IRREDIMIBILI” Ma ancora una volta l’impresa più difficile sarà sempre quella di convivere con gli “IRREDIMIBILI”, e in qualche modo di convincerli. Chi sono non è difficile intuirlo. Basta la parola. Superare le loro posizioni più preconcette, sarà pure quasi una contraddizione in termini, ma è la condizione sine qua non che ci si presenta per tentare di uscire dal pantano in cui ci hanno infilato e confinato, additandoci poi all’opinione pubblica in quel modo collaudato e senza dire tutto della vicenda. Poi il Parlamento sarà chiamato a fare la sua parte. Ma prima gli “IRREDIMIBILI”
Sergio Boncioli
9 marzo 2016