DURO MONITO AD ALCUNI COMANDI PER RICHIAMARLI ALL’APPLICAZIONE CORRETTA DEL DECRETO DEL 7 MAGGIO 2014
– SCHEMA APPLICATIVO EMANATO DA SMD SU DECRETO 24 LUGLIO 2015 CHE IMPLEMENTA I CRITERI DEL DECRETO DEL 7 MAGGIO 2014
– RIBADITO, IN MANERA PERENTORIA AD ALCUNI COMANDI, DI RIPRISTINARE CON IMMERDIATEZZA LA REVOCA DI QUANTO ERRONEAMENTE TOLTO IN MATERIA DELLE TUTELE PREVISTE DAL DECRETO DEL 7 MAGGIO 2014 ( I LUNGHI INCIAMPI DEL COMANDO INTERFORZE NORD DI PADOVA ED AFFINI)
- DIRAMATO FINALMENTE LO SCHEMA APPLICATIVO PER LA RESTITUZIONE DEI CONGUAGLI D.M. 7 MAGGIO 2014 ( ORA SOLLECITIAMO I SOLDI VERI)
ORDINE PERENTORIO E’ scritto infatti nel documento Difesa SS MD REG. 2016 0177000 DEL 7 . 12. 2016
Punto 4. : “ Infine a causa del susseguirsi di ulteriori segnalazioni di provvedimenti adottati da Enti dipendenti nelle more del DM in parola e finalizzati all’adeguamento del canone degli alloggi ai sensi del DM del 16 marzo 2011 ( prezzi di mercato) al momento non ancora - riconsiderato - nonostante specifica indicazione nel senso fornito con la lettera cui si fa seguito, si ritiene di ribadire la necessità che siano emanate - con immediatezza – specifiche disposizioni finalizzate alla revoca dei citati provvedimenti al fine di scongiurare l’insorgere di un inutile contenzioso”
Parole chiare, parole dure che scaturiscono dall’azione di CASADIRITTO e dagli utenti che al verificarsi “dei fatti di Padova” hanno inviato al Comando e ad altri indirizzi Difesa, Stati Maggiori, Ufficio Legislativo, Ministro della Difesa, tante lettere per segnalare il comportamento del Comando di Padova. Questo risultato conferisce un ulteriore sostanza e spinta propulsiva per chi come CASADIRITTO, con enorme sacrificio difende i diritti contro la prepotenza allo stato puro e la sciatteria diffusa.
IL PIATTO E’ SERVITO, AVANTI UN ALTRO. Per quel Comando maggiormente interessato e “ora informato dei fatti” a quanto impartito al punto 4. che abbiamo riportato virgolettato nell’esatta dicitura, potremo concludere con una frase di circostanza “ il piatto è servito” ma invece pensiamo purtroppo “avanti un altro” con riferimento al prossimo campione di strafalcioni che si presenterà inevitabilmente sul podio qui e la per l’Italia, ben sapendo che è nel DNA di CASADIRITTO quello di avere piena consapevolezza, vista la platea, che il lupo perde il pelo ma non il vizio e questo continuo contenzioso che taluni portano assurdamente avanti, tende a fiaccare le famiglie, per poi ridurle ad uno stato di soggezione sia materiale che psicologica, anche al di la, ed è la cosa più grave, di leggi, regolamenti, disposizioni scritte e lettere con invito a recedere dall’errore. Il caso di Padova è andato oltre l’immaginazione e rappresenterà per il futuro, un esempio in negativo.
NULLA AVVIENE A CASO. Ma il rovescio della medaglia, ci può insegnare molte cose. La denuncia sterile, la protesta che mugugna, ha un rischio: aggiunge rabbia alla rabbia e alimenta l’impotenza e la frustrazione, conduce al qualunquismo e in ultimo, all’impotenza. Con il risultato che tutti i problemi più gravi rimangono in piedi. Poi subentra un torpore che toglie ogni voglia ed ogni stima e anche l’autostima, per chi ha invece voglia di combattere per i suoi diritti giusti e per quelli degli altri, quelli in generale delle famiglie che ci pare di conoscere una ad una, tanti sono i casi vagliati e presi in esame nel corso degli anni. Questa volta, per fortuna CASADIRITTO ha saputo raccogliere e coinvolgere per i giusti canali tutto quanto occorreva, poteva e ricondurre la (le) soluzioni su tavoli importanti di Difesa e spezzoni di Parlamento, ove si è dato ascolto. Nulla avviene a caso.
IL CARTEGGIO. Norme applicative del Decreto del 24 luglio 2015 integrate dalle norme già emanate del Decreto del 7 maggio 2014.
MISTERI DA SVELARE. Il carteggio di cui rendiamo noti i contenuti originali è riportato in allegato. Il voluminoso documento riporta l’interpretazione autentica (di SMD) ma per questo non chiarisce alcune perplessità ed opacità a suo tempo già rilevate da CASADIRITTO. Rimane misteriosa la motivazione circa la diversa applicazione di quanti purtroppo “ vantano” il possesso dell’attestato ASL sulla legge 104 art. 3 comma 3 per quanto riguarda l’applicazione all’interno del Decreto del 7 maggio 2014 e la stessa certificazione applicata a seguito dei chiarimenti del Decreto del 24 luglio 2015. Tale mistero andrebbe rivelato e soprattutto spiegato in modo convincente.
CASADIRITTO invoca un principio che ad uguali situazioni, corrispondano analoghe applicazioni. E tale situazione nel caso di handicap grave si deve riconoscere all’atto dell’insorgenza e anche nel momento che è resa nota all’Amministrazione. Il certificato riconosciuto dall’ASL per una invalidità permanente “sine die” senza revisione, non può assolutamente scadere dopo 90 gg. pena il non riconoscimento da parte dell’A.D. ASSURDO.
Con l’emanazione delle norme applicative, ogni Comando sarà in grado (?) di smaltire tutti i casi ancora in sospeso inerenti al Decreto del 24 luglio 2015, e porre fine alle male interpretazioni del Decreto del 7 maggio 2014.
DISPOSIZIONI PER LA RESTITUZIONE DEI CONGUAGLI. In appendice A che riportiamo in allegato, viene configurato lo schema dell’iter di percorrenza burocratica che viene iniziato dai Comandi per la restituzione dei conguagli a favore degli “ utenti sine titulo protetti” che vantano crediti nei confronti dell’A.D.
Se non interverranno altre “ pietre d’inciampo, inciampatori di pratiche altrui di professione", finalmente dai forzi eretti del Capitolo 1254, tenuto fino ad ora “ in sonno” dovranno uscire e ritornare presso il legittimo proprietario, vale a dire le centinaia di famiglie che avevano pagato canoni sproporzionati e vedono vinta una battaglia di tanti sine titulo. Ricordiamo, curiosamente, che lo stesso iter burocratico è stato percorso a suo tempo dal Maresciallo Antonio ( vedi articolo “ Da casella a casella – Il gioco dell’oca” pubblicato sul sito di CASADIRITTO il 29 agosto 2016. Naturalmente , il maresciallo precursore, dei soldi ancora nemmeno l’ombra. E’ rimasto ancora all’asciutto dopo il famoso nulla osta unitamente ad un voluminoso faldone scaturito nel perseverare la sua ostinazione per avere un diritto. Le “pietre d’inciampo” da sei mesi sono state sparse in grande abbondanza per prendere il rimborso su canoni dal 1 gennaio 2014. Abituati ad emettere minacce di mora non sono abituati ad andare loro in mora. Bisogna capirli. Ma se ne debbono fare una ragione. Ora con la direttiva s delle procedure e la “scoperta” del Capitolo” da cui attingere ai fondi, le procedure dovrebbero essere sveltite. Ma...
MA.... CONSIGLIAMO DI INVIARE IMMEDIATAMENTE UN SOLLECITO (PER CHI E’ A CREDITO) PER AVVIARE L’ITER DELLA PROCEDURA. A tal proposito suggeriamo agli utenti che ai sensi del Decreto del 7 maggio 2014, che rientrano nella situazione di ricalcolo del canone dal 1 gennaio 2014 ( Istanza C) di inviare immediatamente una lettera al Comando di pertinenza, chiedendo al Comando stesso di attivare la procedura per la restituzione delle somme dovute a credito, allegando l’appendice A e facendo riferimento all’Istanza a suo tempo presentata ed accolta e al foglio di SMD Stato Maggiore Difesa n. SSMD REG 2016 0177000 del 7.12.2016 che ne ordina la procedura e soprattutto chiedere la data di presumibile conclusione della stessa, sollecitando e pretendendo una risposta. Vogliamo porre l’attenzione ad “ una pietra d’inciampo” particolarmente pericolosa indicata alla “casella 2” del prospetto in Appendice A quando indica la voce- ATTIVITA’ DI MONITORAGGIO. Figuriamoci. Dopo tre anni la pratica dovrebbe essere coperta di polvere, altro che “ da monitorare”.
IL FUTURO? E’ PIENO DI SE, MA CON L’IMPEGNO DI SEMPRE. Criticità non ancora superate, zone d’ombra che con difficoltà si stanno risolvendo in uno scenario sempre difficile e dal futuro incerto. E poi l’importante “ pratica” di Difesa Servizi che incombe decisiva, con l’apparente indifferenza e mutismo di tutti i Comandi. Essi, i Comandi, continuano ancora ad inviare minacce di sfratti ( Trieste, Bologna….) anche su alloggi in vendita....
Se siamo riusciti a far “inciampare” gli “ inciampatori professionalmente abilitati nell’affossare e svuotare le leggi” almeno in qualche occasione, se il Comando di Padova dovrà andare a Canossa, se abbiamo preteso norme in gran parte leggibili, sottraendole dall’anarchia applicativa dei Comandi, se siamo riusciti a far emergere un Capitolo che sembrava non esistere, se stiamo incoraggiando nuove figure e figure “ pesanti storiche” da un disimpegno assordante nel Parlamento incoraggiando un loro ritorno, se abbiamo in mente, in caso di uscita del previsto Decreto biennale, di inserire alcune importanti innovazioni, se tenteremo di misurarci con Difesa Servizi SpA, per traghettare al suo interno i sine titulo in alternativa allo sfratto proposto dalla Corte dei Conti, non dobbiamo essere tanto pessimisti più di quello che la vita ci concede. Però l’alternativa al pessimismo non è l’ottimismo a se stante, ma la speranza, se ad essa è legato l’impegno. Quell’impegno totale che da alcuni deve essere esteso a tanti, appunto quell’impegno che ci fa sentire meno soli e in balia della sola rabbia di cui parlavamo. Se poi nella complicata partita i risultati ci sono....
Sergio Boncioli
Allegato:
Norme applicative SMD
Procedura conguagli