MOLTE CONFERME ED UNA NOVITA’: SI AFFACCIA IN PARTICOLARI CASI DI ROMA LA SPECULAZIONE DA “ INVESTIMENTO”.
SI VOLEVA SOLO QUELLO OPPURE, COME ERA DOVEROSO, OFFRIRE UNA OPPORTUNITA’ AL PERSONALE DELLA DIFESA?
CON I SOLDI PUBBLICI SOLO PER FARE AFFARI AI PRIVATI.
IN ALCUNI CASI E PATRIMONIO NON PIU’ UTILIZZATO PER QUELLI INVENDUTI.
L’ANALISI DI CASADIRITTO. Con il mese di dicembre 2016 è andato a compimento l’esito della 13^ asta. Erano in vendita 97 alloggi, divisi tra LAZIO, SICILIA, VENETO, EMILIA ROMAGNA, LOMBARDIA, LIGURIA, MARCHE, TOSCANA, CAMPANIA, PIEMONTE, UMBRIA E FRIULI VENEZIA GIULIA, i cui quantitativi, località specifiche, tipologie e particolari caratteristiche le potete consultare in allegato, riguardavano località sparse in 26 città. I 97 alloggi sono stati posti in vendita con il sistema d’asta, diviso in bandi di Asta Principale e bando di Asta Residuale. Complessivamente sono stati aggiudicati nelle due fasi 6 (sei) alloggi e 91 sono rimasti invenduti, con una percentuale di venduto pari al 6,18%, un esito oggettivamente sconcertante di cui gli AUTORI ( non certo delle faticose operazioni procedurali per arrivare alla vendita) ma AUTORI delle norme e dei Decreti ( Decreto del 18 maggio 2010) certi LA RUSSA, coadiuvato da tal CROSETTO, rispettivamente all’epoca dei fatti Ministro della Difesa e Sottosegretario per la Difesa con Delega agli alloggi. Essi dovrebbero fare una confessione o meglio sconfessione in pubblico. Timidi tentativi, peraltro falliti di restyling dell’originario Decreto sono stati fatti ed alcuni sono in corso, finora vano, per introdurre alcune norme per la formazione del prezzo e norme di protezione per categorie di particolare disagio, sia economico che da handicap. Sei anni sono trascorsi in un trascinamento ridicolo quanto dannoso di quelle male norme che sono ricadute come una trave sui conduttori degli alloggi . L’opportunità e l’obiettivo era di dare una occasione al personale militare e civile, sia in servizio che in pensione. E’ poco dire che è fallita
QUALCUNO, FIN DA ALLORA, PARLO’ DI TALEBANI. Lo stato materiale degli alloggi era quello che tutti noi, per triste fama e per vita vissuta conoscevamo e continuiamo a conoscere. E tale stato è rimasto quello che era, con l’aggravante che il processo di degrado è andato avanti. Ma tutto ciò non è bastato per porre la parola fine ai due Decreti di quei due personaggi, partendo questa volta dagli effetti, a posteriori, che hanno procurato. Ma i “ talebani” essendo integralisti e ideologicamente irrecuperabili nelle loro certezze, non hanno mai mollato almeno nelle modifiche di quelle decretazioni di quell’anno horribilis. Il 2010 – 2011, in cui i Decreti delle “ vendite” e “ dei canoni di mercato”, legati da un patto inconfessabile d’acciaio e soprattutto occulto ( obiettivo ), sono venuti alla luce. Chissà se ora, dopo i continui fallimenti, e soprattutto sotto la prova inconfutabile dei fatti, e con la paura che qualcuno ( ? ) ne chiederà finalmente conto, la cosiddetta “ intellighenzia” che governa ancora SMD, li indurrà a riflettere degli errori commessi.
DAI DIAMANTI NON NASCE NIENTE MA DALLA....PU0’ NASCERE UN FIORE Una volta toccato il fondo si pensa che si può solo risalire. A meno che si è tutti affogati. A noi ci piace pensare ( ci scusiamo con il grande cantautore Fabrizio De Andre’) che “ dai diamanti non nasce niente, ma dalla .... può nascere un fiore....”
Certo che, pensare che Difesa Servizi spa, possa essere il fiore che nascerà è azzardato. Ma è l’unica scelta che abbiamo, dopo la Delibera della Corte dei Conti che poi parte per la tangente ed augura buoni sfratti per tutti. Governare il processo ormai in atto nella Difesa e cercare una via d’uscita giusta che porti in salvo 4.200 famiglie con soluzioni eque, aprendo poi la porta ad eventuali vendite su altre basi meno punitive, è il nostro obiettivo. Difesa Servizi, come cartina di tornasole e come banco di prova, su cui a questo punto misurare le capacità di CASADIRITTO e di tutti gli utenti capaci e soprattutto in grado di coinvolgersi.
DICEVAMO NIENTE DI NUOVO SULLE VENDITE DISASTROSE, MA... Esiti già visti e commentati, ora che un bel tondo 6% ne fa fede, ma ora almeno in due casi,in questa 13^ asta, si affaccia una novità.
Sono entrati in campo alloggi particolari, alloggi al centro storico di Roma e una casa al centro di Roma, messa all’asta provoca delle curiosità e molti appetiti. La tipologia, la sua ubicazione, il prezzo spuntato rispetto al prezzo posto a base già alto, ( che non appare nel link ma assicuriamo che è molto superiore al prezzo base) ci permettono di fare una considerazione, augurandoci di essere smentiti. Almeno nelle intenzioni questi alloggi, assieme a tanti altri, sono destinati nella prima fase d’asta a militari in servizio in cerca di casa. Dovrebbero permettere l’accesso ad una abitazione pubblica in via di dismissione, fuori dalle dinamiche cannibalesche degli immobiliaristi che proliferano senza controlli e pudicizie ed anche per questo il centro storico di Roma ormai è diventato terreno di caccia dei predatori, mentre gli abitanti originari sono stati cacciati via dalla speculazione immobiliare, che continua ad operare anche con la crisi e forse anche per la crisi stessa che non disdegna certe “ ciliegine”.
Ebbene, in asta, un alloggio, ( a mala pena una camera e un cucinino al terzo piano, senza ascensore, dichiarato nel bando di vendita “ mediocre” ove tutto era fuori norma, dall’impianto elettrico, al riscaldamento, dal pavimento, alle parerti e soffitti troppo bassi per essere in regola, al tetto con le tegole sconnesse e ricche macchie di umido un po' dovunque, niente di tutto questo poteva far pensare ad un esito positivo. Che quei 25 metri quadri scarsi di cameretta e cucinino al netto dello spessore di mura del millecinquecento di un antico convento, gravato da una servitù che fa tendenza, riservata nientemeno come dice il Bando di gara, al Vicario di Roma ( il Papa) potessero scaldare il cuore di una famiglia di un militare in servizio. Al prezzo base di 193.000 euro, così come evidenziato da “ notariato.it” trattandosi di una gara con evidenza pubblica, sono stati aggiunti anche tante altre decine di migliaia di euro in più per potersene assicurare la proprietà, sembra con un rilancio enorme rispetto al prezzo iniziale. Senza contare quante altre decine di migliaia di euro spendere ancora per una ristrutturazione.
Certo tutto regolare, tutto svolto con la specchiata professionalità sia della Direzione Generale del Demanio Militare che da Notariato.it . tutto lecito, ma che ci impone una riflessione. Gli alloggi normali della Difesa, abitualmente, anche in zone di Roma che potrebbero risultare degni d’attenzione anche se dopo reiterati tentativi d’asta, vanno deserti, poichè il loro prezzo non è conveniente, sia nella prima fase ( militari in servizio) che nella seconda ( a tutti). Quelli dove si concentrano appetiti particolari, come in questo caso, le offerte risultano di gran lunga sproporzionate e oltre ogni limite logico, anche quello stabilito dall’OMI previsto per le vendite.
La gara è stata fatta in maniera ineccepibile e professionale. Ma allora non è che per questo tipo di case il sistema che non funziona e la causa va ricercato nel Regolamento che in questo aspetto appare carente. Altri parametri dovrebbero essere valutati, non solo quello speculativo, da “ investimento immobiliare”. Quella casa venduta era stata o costruita e poi, si fa per dire, “mantenuta” con fondi pubblici, di tanti cittadini, con i soldi delle tasse trasferiti poi nelle voci del Bilancio della Difesa. Bisognerebbe rendere quel bene, una volta che si è deciso che non svolga più una funzione per la Difesa, impermeabile e inattaccabile da occasionali paperoni seppure con stellette, e assegnata a persone in qualche modo “normali” mantenendo almeno per quanto possibile negli anni, una funzione di prima casa, e allo scopo di rispettare e garantire il sacrificio di tutti, vincolato per molti anni senza variazioni di destinazioni d’uso e quanto altro, come un ampia letteratura ci fornisce. Piccoli affittacamere abusivi per turisti o almeno forti tentazioni di Bed and breakfast crescono…intorno a Trastevere. .
PER FORTUNA CHE ANCORA INQUIETANTE, APPARE LA SIGNORA ELENA. Quella casa, ora venduta, era abitata fino al 2006 dalla Signora Elena, che nel 2006 ormai lontano, ci ha lasciato. Era la decana di CASADIRITTO ed abitava proprio in quella casa, la “ Casetta di Trastevere” , vedi articolo del 17 aprile 2007 sul sito. Chissà se la signora Elena, allora conduttrice di quell’alloggio con servitu’ papaline trascritte perfino nell’atto notarile, se ne sarà accorta. . CASADIRITTO, ( a cui versava con orgoglio e immediatezza il suo piccolo contributo) attraverso norme giuste, ne aveva assicurato fino ai suoi 106 anni, una serena esistenza, attraverso leggi di tutela a molti ostiche ancora oggi, prima che andasse a miglior vita.
La cara Elena, considerata allora con disprezzo, assieme a noi tutti, abusiva, chissà se, anche da quel Paradiso dall’alto della sua saggezza e certamente sempre in compagnia del suo gatto “ romano” accoccolato sulle gambe, Elena potesse ancora regalarci un affettuoso epiteto alla romana, di quelli proverbiali che lasciano il segno, rivolto a chi, quella “sua casa” con un pacco spropositato di soldi, avesse tolto dalla disponibilità di una famiglia normale, e data invece in mano, non si sa a chi. Speriamo in realtà che malgrado tutti i soldi, tutto sia finito in buone mani. L’esito n. 13 è finito 91 a 6, avanti il 14 fino a quando?
Sergio Boncioli
Allegato:
Specchio riepilogativo 13 asta.