Con l’approvazione in via definitiva del DPCM n.18 del 17 marzo 2020, avvenuta il giorno 24 aprile 2020, nella versione emendata dalla Commissione Bilancio del Senato, e poi approvata dal resto del Parlamento, è stato reso operante il Decreto “ CURA ITALIA”.
All’interno dello stesso Decreto, all’art. 103 comma 6 è stato inserito “ L’esecuzione di provvedimenti di rilascio degli immobili, anche se ad uso non abitativo, è sospesa fino al 1 settembre 2020 “.
E’ da sottolineare che nella stesura iniziale di presentazione al Parlamento, l’art. 103 comma 6 recitava “ fino al giorno 30 giugno 2020”. Questo slittamento della data in meglio è stato reso possibile anche con l’apporto di Casadiritto. Infatti appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto n.18 del 17 marzo 2020, immediatamente la nostra Associazione si è attivata in tutte le direzioni possibili.
Le lettere al Ministro della Difesa Guerini e al Sottosegretario di Stato alla Difesa Calvisi, al Presidente del Consiglio Conte, e poi le successive e mail inviate a circa 900 Senatori e Deputati, ne sono testimonianza. Il risultato c’è stato. Ma quel termine del 1 settembre ci appare non rispondente del tutto alle necessità pratiche. I meccanismi eccezionalmente rapidi che regolamentano un recupero alloggi della Difesa, sono eccezionalmente snelli e pochissimi mesi non sono certo sufficienti.
PER ORA, SCONFITTO IL “ CIGNO NERO”.
La concomitanza di due eventi straordinariamente negativi, il primo quello di essere raggiunti da un provvedimento di Recupero coatto, il secondo l’impossibilità di provvedere in qualsiasi modo a far fronte drammaticamente a trovare un'altra situazione alloggiativa, dovuta ad un blocco vero di tutte le attività di una organizzazione complessa in ogni angolo si strada, uffici e città, per una pandemia da virus ancora incombente che porta morte e danni collaterali, non era possibile che in tale frangente, si potesse pensare a sfrattare da casa delle persone.
In una situazione che in economia viene denominata appunto il “ cigno nero” dove si creano delle condizioni i cui effetti diretti e indiretti non sono immaginabili, cioè il peggio del peggio. Immaginate che queste condizioni cessino da un momento all’altro appare temerario. Ed è per questo che Casadiritto , in occasione del prossimo Decreto previsto, chiamato anch’esso “ Cura Italia” di imminente presentazione del DPCM del mese di aprile in Parlamento, si adopererà affinchè il termine ora previsto del 1 settembre 2020 ad altra data, comprensibilmente fino ala fine effettiva dell’attuale stato di emergenza socio-sanitaria. Ciò sarà possibile e auspicabile, soltanto se ci sarà una saldatura e sensibilità tra le forze politiche e la spinta che saprà suscitare Casadiritto, coinvolgendo maggiormente le famiglie degli utenti. Naturalmente anche le Istituzioni Militari e Civili della Difesa dovranno avere un loro ruolo e sostenere tali richieste non mettendosi per traverso.
RICORDIAMO CHE... Molti di noi utenti tendono a rimuovere il problema degli sfratti, quasi ad esorcizzarlo, per metterlo poi tra gli eventi impossibili a verificarsi.
Casadiritto invece li esorta a pensare sempre che il problema c’è. Ricordiamo infatti che il 70% degli utenti senza titolo, pur essendo in regola con tutti i pagamenti e non assolutamente abusivi, non godono di alcuna forma protettiva di Legge, e la loro appartenenza all’interno delle norme di cui al Decreto del 16 marzo 2011 ( La Russa – Crosetto) li espone e li rende permeabili a quella strana epidemia che periodicamente ritorna in mente all’interno delle gerarchie della Difesa, che pensano non a risolvere il problema degli alloggi, ma pensano al come e al quando sfrattare le famiglie.
In riferimento al precedente articolo “ La pandemia degli sfratti” del 18 marzo 2020, risultati pratici e sostanziali si sono ottenuti. Quei 4 casi segnalati si sono definiti o si stanno per risolvere. Il caso di Massa Carrara con la concessione di un ampliamento dei termini di scadenza tali da potergli permettere le pratiche per accendere un mutuo. I casi di Milano e Roma: gli interessati potranno usufruire di quanto indicato dal Decreti “ Cura Italia” nei termini che indica il Decreto Legislativo. Auspichiamo che quei termini siano sufficienti. Il caso di Venezia: si è ottenuto ufficialmente l’interessamento diretto del Capo del V Reparto dello SMD che ha aperto una interlocuzione.
Con l’occasione Casadiritto ringrazia gli Organismi interessati, che, nel pieno rispetto delle Norme, si sono adoperati o si stanno adoperando. In special modo il Capo di SMD V Reparto, Generale di Divisione CC Antonio Paparella, Il Generale di Brigata Fabio Giudice del Comando Militare della Capitale e il Generale di Brigata Michele Caccamo della Direzione Generale del Demanio – Dismissione Immobili.
CASADIRITTO, UNA VICENDA CHE CONTINUA. Per chi “ vive” l’eterno presente, per quelli che la storia e l’impegno non esistono, per chi giudica ininfluente l’impegno e il sacrificio personale di tutti i giorni, nelle cose, e negli avvenimenti che ci colpiscono e ci riguardano, ricordiamo la vicenda e l’attualità di Casadiritto, una storia che continua almeno dal 1993 in poi con l’uscita delle Leggi 537 prima e poi della 724 del 1994, quelle delle tutele e dei canoni, quelle dei diritti, quelle di tanti soldi alla Difesa ne sono un esempio.
Poi pian piano è venuto il tempo dello “sfascio” del diritto e quello della resistenza continua, il tempo nefasto di quel Decreto del 2011 ancora continua, anzi si fa totale dopo l’attacco concentrico a tutto tondo studiato a tavolino in uno scellerato accordo tra tanti giornali che contano, ne ricordiamo tanti tra il 17 e 18 gennaio 2020 ( la giornalista nota firma del Corriere della Sera in un giorno è passata da 3.000 case occupate abusivamente all’ormai mitico titolo di averne “ scovati”, si presume a fiuto in una sola notte, ben 1.900 abusivi dimostrando notevoli doti olfattive, rifiutandosi poi di dare voce a Casadiritto che le aveva chiesto di dare spazio per ristabilire un minimo di verità ) e ambienti della Difesa.
Anche la nostra “ pandemia degli sfratti” ritornata d’attualità, non si può eliminare con stregonerie, con “ iniezioni di disinfettante alla candeggina o con esposizione ai raggi ultravioletti” come qualcuno suggerisce per il corona virus pandemico, ovvero con pannicelli caldi, ma serve analisi ed impegno di tutti e soprattutto leggi vere.
Occorre che la parte più consapevole della Difesa, studi per bene la soluzione, assieme alla parte Politica, tenendo conto che le famiglie attualmente con il titolo scaduto sono parte integrante del sistema alloggiativo, tale che si veda fin dal prossimo Decreto Biennale quale sia la linea di tendenza. Non ci sono soluzioni muscolari vagamente immaginifiche ove i 5.000 alloggi vuoti diverrebbero almeno 8.000 o soluzioni salvifiche sempliciotte proclamate dagli avventori dei tanti bar dello sport. Ora la parola chiave è resistere.
Sergio Boncioli
28 aprile 2020