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ACCADE ANCHE QUESTO
A TRIESTE LO SFRATTO “LO FANNO STRANO” ANCHE IN CATEGORIA PROTETTA. MA IN CASO DI VENDITA PER CHI NON ACQUISTA, (PER TUTTI) NON E’ PREVISTO SFRATTO.
LA PROROGA E’ OLTRE I 90 GG., PER TUTTI GLI UTENTI, FINO AL NUOVO ESPERIMENTO D’ ASTA, E L’OFFERTA DI ACQUISTO DEVE ESSERE RINNOVATA AL RIBASSO ALLO STESSO UTENTE

VENTUNO UOMINI, 14 DELL’ESERCITO e 7 CARABINIERI, 5 AUTOMEZZI MILITARI CIRCONDANO VIA DONADONI.....
UN PREOCCUPANTE, ERRATO E INEDITO COMPORTAMENTO DEL COMANDO FORZE INTERREGIONALE NORD DI PADOVA GENERA IL PUTIFERIO. CASADIRITTO AL MINISTRO: LA PREGO DI INTERVENIRE

Non conoscenza delle norme e delle circolari. Tale si dimostra a Trieste la decisione di sfrattare indebitamente utenti “protetti” oppure no, di Via Donadoni a Trieste.

Ingredienti: un Comando che brancola nel buio, su alloggi messi in vendita, sfratti esecutivi, apprendisti stregoni . Quale il problema? Nessuno conosce con esattezza norme e circolari dispositive. L’intervento di CASADIRITTO.

TRIESTE, COSA E’ SUCCESSO Un fatto emblematico, ma soprattutto un desolante comportamento negli atti e nelle successive conseguenze di un Comando Periferico. Una ventina di militari circondano un palazzo per eseguire un recupero coatto. Intervengono personaggi di vario genere: futuri candidati locali in pectore, un sindaco attuale pieno di buona volontà, un parlamentare, cronisti di giornali locali scandalizzati che soltanto ora scoprono l’acqua calda, (gli alloggi della Difesa e il loro stato di abbandono e lo stato di fatiscenza), carabinieri, colonnelli, capitani e soldati investiti dell’Autorità loro concessa, tutti intenti a compiere e portare a termine un doveroso ordine, altri un compito umanitario per il ruolo che svolgono. Ma c’è un particolare importante: quell’ordine impartito non doveva esserci e pertanto i rimedi chiesti sono impropri e inadeguati, anche per non conoscenza delle normative.

LA STORIA, ANTEFATTO E FATTO Il signor Filippo, un anziano artificiere di Trieste, a suo tempo aveva ricevuto il voluminoso plico da parte della Direzione Generale del Demanio Militare di Roma contenente le modalità per esercitare il diritto di opzione sugli alloggi (n.3022 vedi elenco G.U. sul sito di CASADIRITTO) a suo tempo posti in alienazione secondo un Regolamento per le vendite del 18 maggio 2010 che porta la firma dell’allora Ministro della Difesa La Russa (vedi Decreto sul sito di CASADIRITTO) Decreto che mostrava subito le sue carenze, ma non è questa la sede per riaprire la discussione. Ne abbiamo parlato e discusso per anni prima dell’approvazione, e dopo, anche in Sede Istituzionale. La parte di quel Decreto che mostrava già da allora FALLE EVIDENTI ERANO I PREZZI CHE NE SCATURIVANO E LE NORME VESSATORIE ASSOLUTAMENTE PRIVE DI UN MEDIO LIVELLO DI PROTEZIONE PER FAMIGLIE NON PROPRIO “SUPERDOTATE” ECONOMICAMENTE, che non erano in grado di acquistare. E’ un fatto che gli alloggi fino ad ora posti in vendita, sia direttamente che con il successivo sistema d’asta, non hanno trovato sostanzialmente l’adesione che si trova in analoghe vendite di alloggi pubblici. (vendite intorno al 30%) della offerta proposta. Ciò malgrado i “fantomatici sconti” proposti al possibile acquirente.

Successivamente all’uscita del Decreto vendite del 18 maggio 2010, CASADIRITTO, con una serie di proposte, in principio contrastate dalla Difesa ma via via approvate, è riuscita a far passare al Parlamento tutta una serie di correttivi, sia per gli sconti che per le modalità di vendita, prendendosi cura proprio di quelle categorie più disagiate o per reddito o per presenza nel nucleo familiare di portatori di handicap legge 104 art. 3 comma 3. Tali innovazioni sono avvenute attraverso una serie di Atti Parlamentari o addirittura Atti di Governo, tutti passati al vaglio della Commissione Difesa e poi accettati dallo stesso Governo.

Tali Atti si possono riepilogare: ( vedi allegati)

1) Parere approvato dalla Commissione Difesa il 20 dicembre 2013 sullo “Schema di Decreto Legislastivo recante disposizioni in materia di revisione in senso riduttivo dell’assetto strutturale e organizzativo delle Forze Armate (Allegato 7) Atto di Governo n. 32, nei seguenti punti: (allegato)
. Procedimento di vendita
. Usufrutto.

2) Parere favorevole del Relatore espresso dal Governo sulla Relazione Calipari in sede di approvazione del Decreto Ministeriale sul Piano annuale Patrimonio abitativo Annuale. Camera, Commissione Difesa 23 giugno 2015 ( allegato)

3) Inoltre, per meglio chiarire, gli Uffici Giuridici della Difesa avevano emanato una circolare per far eseguire immediatamente, a vendite in corso, quanto stabilito in merito a procrastinare i 90 gg. previsti fino alla vendita effettiva dell’immobile, come da quanto stabilito su Atto di Governo 32. Tutti i Comandi interessati, escluso il Comando di Padova in esame, hanno aderito in modo scrupoloso all’applicazione della Normativa impartita.

IL SIGNOR FILIPPO, IN BUONA FEDE , CON MOLTA SEMPLICITA’ RISPONDE Naturalmente il signor Filippo, all’oscuro di tutto questo, e soprattutto dei propri diritti, senza che nessuno li avesse resi noti all’interessato in maniera esplicita, (rimanere nell’alloggi avendone i requisiti) risponde a quanto contenuto nel plico, senza preoccuparsi dei moduli allegati, che pure prevedevano clausole di protezione in maniera molto complicata, quasi per addetti ai lavori, ma in maniera molto semplice, in buona fede, esprimendo “semplicemente la volontà di “rimanere in affitto”.

Tale espressione non era contemplata , ma era sostanzialmente prevista attraverso un particolare Istituto “protetto” dell’usufrutto, ma contemplato solo dall’apposita modulistica. Tale scelta avrebbe concesso di optare per l’usufrutto pagando mensilmente un canone pari al 20% netto del proprio reddito, estendendone i benefici anche al coniuge. Quindi un importo assimilato ad un affitto.

I REQUISITI GIUSTI CHE IL SIGNOR FILIPPO POSSEDEVA Il tutto avendo i particolari requisiti e il signor Filippo e la sua famiglie ne era in possesso, possedendo il coniuge la certificazione prevista per la legge 104 art. 3 comma 3. Che era stato oggetto della dura battaglia di CASADIRITTO.

MA NON SOLO, ESISTE LA NORMA, EMANATA DA UNA CIRCOLARE DELLA DIFESA, CHE PREVEDE LA PERMANENZA ANCHE DOPO I 90 GIORNI ORIGINARIAMENTE PREVISTI NEL CASO DI NON ADESIONE ALL’ACQUISTO, FINO ALL’EFFETTIVA CONCLUSIONE DELLA VENDITA ALL’ASTA.

Al di la dell’usufrutto, a tutela di utenti che avendo i requisiti, non acquistano, all’arrivo della proposta di vendita, secondo quanto recita il parere di cui all’Atto di Governo n.32 (procedimento di vendita) secondo capoverso,

“ Negli alloggi messi in vendita occupati da conduttori che non hanno esercitato l’opzione di acquisto o quella dell’usufrutto (è proprio questo il caso n.d.r.) gli stessi conduttori permangono nell’alloggio fino alla conclusione del procedimento di asta, al termine del quale possono esercitare nuovamente il diritto di opzione, qualora il prezzo d’asta risultasse inferiore a quello inizialmente proposto al conduttore “

CHE COSA INVECE E’ ACCADUTO? Approfittando che in signor FILIPPO aveva fornito una risposta “informale“ ma assolutamente in buona fede senza usare l’apposito modulo, esprimendo un ingenuo “vorrei rimanere in affitto”, avendone avuta comunicazione dalla Direzione Generale del Demanio Militare, Il COMANDO DI DIFESA INTERREGIONALE NORD di Padova , S.M. Ufficio Affari Generali, con lettera n. 19294 del 7 maggio 2015, avviava procedimento per il recupero coatto in quanto “non aveva esercitato il diritto di prelazione/opzione nei termini e non aveva rilasciato l’alloggio entro i 90 gg.” Naturalmente, come abbiamo visto, tale norma dei 90 gg. è stata superata dall’Atto di Governo n. 32 ed è stata successivamente fatta oggetto da ulteriori direttive da parte delle SS.AA.

ECCO CHE ARRIVA IL RECUPERO COATTO Ormai tutto va avanti “motu proprio”. Lo stesso Comando Interregionale Nord in data 11 giugno emette formale Recupero Coatto con prevista esecuzione il 7 ottobre 2015, poi spostato al 9, facendo recapitare a mano il provvedimento dalla Stazione Carabinieri di Trieste.

Il giorno 9 ottobre, come riferisce nelle cronache il giornale Il Piccolo di Trieste del giorno 10 ottobre “ Il civico 23 in Via Donadoni, ieri era sotto assedio,” “Quattordici uomini dell’Esercito, sette carabinieri, cinque automezzi.....” Lui, l’Artificiere impaurito, la moglie invalida L.104 art.3 comma 3, i figli, parlano con chi capita, cronisti, personaggi locali, cercano aiuto. Intervengono come possono con chi trovano, perlopiù persone che non conoscono esattamente come le cose stanno, dal punto di vista giuridico, anche per via della loro complessità, come abbiamo dimostrato. Intorno un palazzo spettrale, semivuoto, otto alloggi vuoti, tre abitati, in un comprensorio un po’ così , quasi o certamente degradato. ( vedi foto allegate)

UNA BELLA GARA TRA NON ESPERTISSIMI NEL RAMO, SPUN TA ANCHE KAFCA

D’altra parte anche il Comando non è che ne conosca tanto di più. La norma applicata era quella preesistente, ora superata da nuove disposizioni. Nella concitazione un deputato contatta il Ministero e ottiene 20 gg. di proroga senza porsi invece che quel pensionato aveva ben altri diritti. I 20 gg. vengono concessi. I fotografi fanno il loro lavoro mettendo in luce la fatiscenza degli immobili di Via Donadoni. Il fatto a Trieste fa sensazione. Ma come abbiamo detto è la scoperta dell’acqua calda. Quella situazione di degrado alloggiativo è generalizzata in molte realtà d’Italia da nord a Sud. Poi le polemiche tra sindaco e Lega che sviano dal problema per motivi pensiamo localistici. Capi e sottoposti si fanno avanti e comunque, temporaneamente, per 20 gg. fino al 27 ottobre. lo sfratto è stato rimandato. Nessuno, proprio nessuno ha avanzato la richiesta del rispetto delle norme in materia norme che avrebbero subito ricondotto una situazione “Kafchiana” alla normalità e cioè a riconoscere al signor Filippo la permanenza dentro quella casa o con la norma del 20% netto mensile o quello di usufruire della proroga oltre i 90 gg. fino all’effettiva vendita all’asta con diritto di partecipazione.

PERCHE’ SI E’ CREATA QUESTA SITUAZIONE?

. Perché in talune realtà di Comandi Periferici le conoscenze sono avulse dalla complessità sul tema alloggi, visto come problema marginale e prive di adeguate figure specializzate amministrativamente in grado di seguire sia le norme sia le eventuali circolari riportanti le linee guida. Ricordiamo che spesso, sul tema di canoni, recuperi, applicazione del Testo Unico, manutenzioni i contenziosi sono infiniti e l’Amministrazione tende a far risolvere il tutto, indicando sempre,nelle comunicazioni, la possibilità da eventuali ricorsi al TAR. Troppo comodo. Prima sbagli poi tanto in caso che l’Amministrazione ha torto, nessuno paga per il danno che ha arrecato, e quando ti va male non paghi le spese.

. Perché gli stessi utenti o per non conoscenza o paura, specialmente i militari in servizio, non riescono ad esercitare le proprie ragioni.

. Perché purtroppo non sempre le informazioni di CASADIRITTO, unico nel suo genere in Italia, riescono a raggiungere certe fasce di utenti in ogni dove.

VENERDI’ 16 OTTOBRE C’è stato un importante incontro tra il Coordinatore di CASADIRITTO e un importantissimo rappresentante dello staff giuridico del Ministro della Difesa. In quella Sede è stato esposto quanto accaduto, con documenti che il sig. Filippo e i suoi familiari hanno fornito a CASADIRITTO. In questa occasione è stato richiesto il ritiro del provvedimento di recupero coatto e ribadito il diritto dello stesso signor Filippo di rimanere nel suo alloggio: o per esercitare di nuovo il diritto all’usufrutto per particolari categorie legge 104 art.3 comma 3. riaprendo i termini della proposta di opzione/prelazione, oppure se egli vuole, rimanere ben oltre i 90 gg. esercitando poi l’opzione all’acquisto successivamente alla prima asta riservata ai militari in servizio.

Non ci sono proroghe “improprie“ da richiedere come è stato fatto (la proroga sta per scadere) da soggetti emotivi o privi di conoscenza in materia. Quello sfratto va annullato. E’ sintomatico che in analoghe situazioni i Comandi Militari da cui dipendono gli alloggi messi in vendita e non optati dagli utenti di Como, Civitavecchia, Albenga, Aulla, Brescia, Cividale del Friuli, Chiavari, Roma, Ostia, Ciampino, Imperia, La Spezia, Rimini, Sesto Fiorentino, Taranto, Vicenza e tante altre città, tutti, in tutta Italia, si sono comportati secondo quanto impartito dalle SS.AA., cioè rispettando la permanenza fino all’aggiudicazione dell’asta o per altro tipo di permanenza o per usufrutto o per altre tutele. Ciò comprova quanto da noi richiesto.

Purtroppo emerge ancora una volta la discrasia inquietante ove Organi di Comandi Periferici e non solo, stravolgono ciò che con tanta fatica quello che la stessa Difesa, Parlamento e in piccolissima parte CASADIRITTO con le sue proposte e la sua tenacia, riescono a costruire, quando ci riescono. La clausola della proroga oltre i 90 gg. per tutti e quella dell’ampliamento usufrutto portano una firma, CASADIRITTO. Forse è questo che ha dato fastidio, proprio in territori dove le notizie giungono flebili.

L’anomalia di quanto è accaduto a Trieste, per ragioni al mondo intero sconosciute con un plateale esibizione di muscoli ma anche con una plateale manifestazione e dimostrazione da parte del COMANDO FORZE DI DIFESA INTERREGIONALE NORD di PADOVA di assoluta non applicazione delle norme vigenti, ci fa ritenere “che lo hanno fatto strano” ma debbono essere fermati e debbono essere convinti . Questo dovrà servire anche per stroncare altre “ strane “ tentazioni di quel Comando o di altri Comandi.

LO VEDREMO SE COSI’ SARA’, FRA POCHISSIMO TEMPO.

Sergio Boncioli

Allegati:
   lettera del Comando di Padova del 7.5.2015
   lettera del Comando di Padova per il Recupero Coatto e notifica dei cc. Friuli Venezia Giulia di Trieste
   copia certificato legge 104 art.3 comma 3
   parere approvato dal Governo in Commissione Difesa il 20 dicembre 2013su Atto Governo n. 32
   parere Relatrice Calipari in Commissione Difesa sul Testo Piano Annuale Alloggi 2015, 23.6.2015
   foto del complesso di Via Donadoni a Trieste.

26 ottobre 2015

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